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2007/10

dicembre 10, 2010

29 ottobre 2010.
Il Comitato europeo per i diritti sociali si esprime contro l’Italia. Critica soprattutto le misure di sicurezza che, sulla scia di quel novembre 2007, vennero infine adottate nell’ambito della cosiddetta “emergenza nomadi”.
Secondo l’organo del Consiglio d’Europa,  il Governo italiano non ha adottato misure sufficienti per contrastare la stigmatizzazione dei Rom. Anzi, con i  “patti di sicurezza” avrebbe al contrario dimostrato “come le proprie politiche rispondano più a preoccupazioni di pubblica sicurezza piuttosto che a considerazioni di integrazione sociale delle popolazioni Rom e Sinti, con ciò aggravando ulteriormente la situazione di segregazione delle medesime”.
Lo sapevate?
Penso di no.
Vi sentite più sicuri, dopo quelle misure?
Penso di no.
Sono passati tre anni. Guardo dalla finestra, in questo momento, le strade che cominciano a gelare (fa freddo, stamattina). Mi chiedo come interpreterete questi post. Come vi aspettate che io li utilizzi, per quella che è una semplice storia: imperfetta, come tutte. Nata per la semplice voglia di raccontare, come molte.
Non ho nulla da insegnare. Non ho morali da offrire.
Offro solo quello che ho visto, quello che ho letto.
La Storia è quella che si allarga dietro i personaggi, ne è lo sfondo, la cornice, il non detto.
Forse troverete quanto ho narrato in dieci post in due righe. Forse sarà un dettaglio, magari un libro che appare in un certo paragrafo, a riportarvi negli anni della Prima Guerra Mondiale, o nei giorni dell’armistizio, o fra i lacrimogeni di una piazza romana. O a far risuonare la rabbia di noi, brava gente, contro gli intoccabili.
Ho voluto condividere quel che ho pensato mentre scrivevo, soltanto questo: non c’è altro intento, non c’è fine, non c’è astuzia.
Credo, semplicemente,  che vi spettasse.
E forse vi spetta un’altra cosa, che vi racconterò a partire da lunedì.
Perchè è su una strada diversa che vi porterò: quella che divide e unisce gli dei, i semidei, gli umani.
Quella che viene indicata dalle parole che ho scelto per aprire il romanzo. Queste.

“In un’epoca di disordini, i demoni si mescolano agli uomini e gli uomini a loro volta li frequentano senza averne paura.Quanto il paese è governato, sia gli dei sia i demoni si nascondono senza lasciare tracce.
Non esiste più il meraviglioso”
Ueda Akinari