7. Fandom
Le storie e le opere che hanno partecipato al concorso di Fazi
I partecipanti: uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci
Fuori concorso: Mila.
Un omaggio a un personaggio tagliato: la fan fiction di Zeros.
Incredibile ma vero. C’è già una fan fiction che prende spunto dalla copertina di Sopdet. Chi poteva scriverla se non la meravigliosa Avalon? Col suo permesso, e ringraziandola di tutto cuore, ve la posto.
Nascita
di Avalon
“Guarda.”
Hyotzuki si massaggiò gli occhi, imponendosi mentalmente una calma che sapeva di aver esaurito in quei mesi.
Se la impose, sistemando con metodica lentezza gli occhiali, piegando in modo attento l’orecchia del libro che stava leggendo. Lì in alto, appena due centimetri per lato. Due centimentri e basta, giusto un segno.
Un segno. Un taglio.
Si fissò gli artigli. Aveva voglia di tagliare; tagliare di netto, in modo sottile, elegante. Voluttuoso. E per cena ci sarebbe stata carne. Forse; poteva.
No.
No; non avrebbe ceduto. Non era suo il pensiero; era capriccio. Come era un capriccio di infantile insofferenza la precisa petulante intenzione di Yobai di rovinargli quel quarto d’ora si riposo che si era voluto concedere. Aveva avuto tutta la giornata per assillarlo, e invece se ne era rimasto tranquillo nella biblioteca.
Hyotzuki avvertì un brivido. Non era paura; piuttosto era la sensazione di un dèja-vu. Ed era fastidioso; visceralmente irritante.
“Hyotzuki.”
Yobai ha sempre una voce melliflua, soprattutto se vuole qualcosa. Una voce melliflua che flauta al tuo orecchio, in poche sapide aggraziate parole che possono essere miele e veleno. Axieros è deliziata da quel modo che ha di fare, da quella cortesia esasperata e quasi sfacciata. La Dea è felice; e lui è esaurito.
Perchè, in fondo, la più terribile delle belve può concedersi il lusso di essere profondamente gentile. E Hyotzuki, ancora, si chiede come sia potuto accadere di ritrovarsi per casa non uno, ma due manipolatori amorali con un perenne irritante odioso sorriso in viso.
“Ho bisogno della tua opinione.”
Da quando?
Se Yobai vuole la sua opinione, lo sa, è per provocarlo. Perchè ha già deciso cosa e come fare; l’unica parte interessante è metterlo davanti al fatto compiuto. E lasciarlo lì impotente.
“Su cosa, di grazia?” gli concede alla fine, stringendo appena gli occhi.
Vuoi sfidarmi? Sono pericoloso.
Yobai si siede sul bracciolo, un gesto fluido e di irritante maleducata confidenza.
Amo giocare. Lo sai.
Yobai ride, i lunghi capelli mossi con indifferente eleganza e quel modo compiaciuto di accarezzarsi il mento, quando sa di essere in vantaggio. Su cosa, Hyotzuki ha un’insofferente voglia di saperlo. Per quieto vivere, almeno.
“Su questo.”
Hai mai giocato a battaglia navale, Hyotzuki?
E gli allunga con un gesto plateale una cartellina nera. Yobai ha una viscerale passione per il nero; e per il rosso. L’ultimo acquisto è stato un servizio di calici di Boemia; neri. A lui hanno lasciato in bocca un retrogusto amaro di disgusto; Axieros ne è stata deliziata.
“Cos’è?” indaga, guardingo.
“La copertina.”
Colpito.
Hyotzuki la osserva: Sopdet se ne sta lì, con la sua luce maledetta, con i ricordi di un episodio che mai vorrebbe rivivere, il corpo snaturarsi fino a farsi irriconoscibile. Yobai e Axieros erano rimasti affascinati, compiaciuti, lusingati di quella trovata; lui no. Lui si era ripromesso di fargliela pagare, alla ningen, quella trovata.
E non ricorda –non vuole ricordare – di cosa sono capaci gli occhi di Lara.
Sopdet è lì, e ride. Ride di lui, dietro il riflesso di una terra che non ha spessore. Ride. Quel sorriso ieratico e arcano di Axieros. Hyotzuki non è sicuro di non sentirla davvero la risata di Axieros, in quel momento. Come a creare un universo tutto per lui, per farcelo cadere. di nuovo.
“Allora?”
“Si può cambiare?”
“No.”
Affondato.
Yobai sogghigna, una luce di malizia negli occhi rossi, mentre gli porge un calice di bianco e recupera il suo bicchiere di rosso.
“Hai scelto tu, lo sfondo nero?”
“Un piccolo lusso. É elegante, non trovi?”
Hyotzuki sorsegga, si concede un minuto di sospeso trepidante silenzio.
“No. Non trovo” chiosa alla fine, arricciando compiaciuto le labbra alla smorfia di annoiato disappunto di Yobai. “Direi piuttosto che è icastica.”
“Alla tua, insofferente”.
“Alla nostra, manipolatore.”
Video su YouTube:
aprile 28, 2011 alle 9:27 PM |
Complimenti, Avalon! Direi che hai ritratto alla perfezione il trio…
Cosa pagherei per avere anch’io una fan fiction scritta da te!