Fantasy freddo e caldo

Rieccomi! Sono stata al mare e OVVIAMENTE mi sono presa il mal di gola invece di abbronzarmi. Il trecentocinquantesimo mal di gola dall’inizio dell’autunno: è vero che a Roma c’è un’epidemia e tutte le mie amiche starnutiscono, però mi sa proprio che devo decidermi a smettere di fumare.

Però c’è un commento di Laurie che mi porta a fare una riflessione (e quando rifletto ho una voglia tremenda di accendermi una sigaretta: ma siccome sono brava, non lo farò). Si parlava di fantasy e di Terry Brooks e di autori che usano “a freddo” gli stereotipi.

Ora, a me viene da chiedermi una cosa. Ma quanti sono gli autori di fantasy, e aggiungerei di horror, che sono in grado di usare BENE gli stereotipi? Secondo me mica tanti.

Marion Zimmer Bradley: bravissima. Però a me risulta sempre freddina, nonostante la magia delle sue storie. George Martin. Molto bravo. Eppure non mi fa fremere. Lewis e Narnia: per carità. Stephenie Meyer: indegna, un Harmony travestito. Laurell Hamilton: Harmony un po’ spinto. puah. Anne Rice: salvo solo Intervista col vampiro e, un pochino pochino, La mummia.

E’ colpa mia? Forse mi concentro troppo su King e sono troppo bene abituata? Mi sa di sì…

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18 Risposte to “Fantasy freddo e caldo”

  1. Blackvirgo Says:

    Ciao Lara! Sono la stessa Blackvirgo di EFP aka Francesca, tanto per intenderci… Prima di tutto volevo farti tantissimi complimenti per la prossima pubblicazione di Esbat: hai fatto un capolavoro, te lo meriti davvero! Spero che Sopdet faccia la stessa “fine”…
    Per tornare all’argomento lanciato… mi trovi d’accordo con te sugli autori citati (almeno per quelli che ho letto anche io…). E alla lista aggiungerei anche Christopher Paolini e Licia Troisi… non reggo cotanta superficialità!
    Chi invece usa stereotipi – o archetipi, come ha fatto notare Avalon – in maniera eccellente e non fredda… per me c’è un nome su tutti ed è Tolkien… ma questo è amore e forse non conta.
    Ho trovato particolarmente bella la Trilogia di Bartimeus di Jonathan Stroud (eccezionali! E con tanto di lacrimuccia finale), tutta la saga di Drizzt di RA Salvatore (finora 18 libri in aumento…) decisamente ragionata e con personaggi meravigliosamente caratterizzati e conditi da molta azione, la saga di Harry Potter… Segnalerei anche una giovane autrice italiana di nome Egle Rizzo che, per ora, ha scritto due libri (Ethlinn la dea nascosta, Il viaggio di Aelin)… niente di eccezionale ma li ho apprezzati parecchio… Stavo dimenticando la trilogia di His Dark Materials di Philip Pullmann : La bussola d’oro non ‘ho apprezzata gran che, ma La lama sottile e Il cannocchiale d’Ambra sono capolavori… Sull’horror non sono ferrata…

  2. Lara Says:

    Viva! La mitica Blackvirgo!!! Una delle mie fanwriter predilette! Un milione di grazie per Esbat. Oggi sono nella fase paranoia, perchè leggendo Duma Key continuo a trovare delle somiglianze, e nessuno al mondo crederà che io l’ho scritto PRIMA!!! 🙂
    Grazie mille per i suggerimenti! In effetti avevo tralasciato Potter!!! Che, colpa colpa, non ho ancora finito: sono ferma al quarto.
    Invece di Pulmann, pensa, avevo letto solo La bussola d’oro, ma adesso vado a procurarmi gli altri. Quanto alle Egle Rizzo: sarà mia. E Stroud, naturalmente, e Salvatore. Sono sempre in caccia di buone storie.
    Sull’horror, vediamo. A me è piaciuta molto la trilogia di Mirta di Chiara Palazzolo, specie Non mi uccidere. Lei è molto brava e molto “calda” nella scrittura. Mi piaciucchia, ma non sempre, Alan Altieri, fra gli italiani: troppo “macho”. ah, e Clive Barker. Accidenti, lui sembrava davvero il nuovo King fino ai Libri di sangue. Poi ha smollato clamorosamente, almeno secondo me.
    Un bacione.

  3. Anghelos Says:

    Sono ancora un novizio nel fantasy, però allargo il campo della domanda: quanti sono gli scrittori in generale che sanno usare bene gli stereotipi?
    Di sicuro emergeranno molti più nomi, ma non so se anche la percentuale aumenterebbe, e non credo.

  4. sessho Says:

    Anche secondo me non sono tanti quelli che sanno usare bene gli stereotipi e penso che sia perchè non hanno molta fantasia e non sanno bene arricchire questi “modelli” di elementi propri.
    Anch’io leggo solo King come fantasy, anche Poe e Lovecraft ho letto in passato, dei grandi nel genere fantasy.
    Fai bene a smettere di fumare, brava! XD

  5. Laurie Says:

    Carissima, i topoi nella letteratura fantastica sono qualcosa su cui tutti gli scrittori devono confrontarsi. Per fortuna molti osano rileggerli in modo personale, altri osano trovare un modo di narrare diverso, altri ancora osano introdurre nel fantasy temi importanti perché sono consapevoli che il fantasy può andare oltre la stretta visione di una “letteratura di intrattenimento”, capace solo di sfornare avventure tutte uguali in stile torneo di D&D.
    Per quanto riguarda i nomi da te proposti, sono buoni esempi di scrittori che hanno operato dei cambiati, ma non tutti hanno osato e a non tutti è andata bene. MZB è vero, è fredda tranne quando il dibattito si sposta sul tema della lotta femminile. Ha proposto tuttavia una ambientazione a metà tra il fantasy e la fantascienza capace di sfornare buoni romanzi che non intrattengono solo ma raccontano storie di lotte e di dibattiti su temi caldi (molto battuta anche la strada del conflitto tra darkovani e terrestri, ad esempio, e quindi fra nuovo e vecchio, colonizzatori e colonizzati).
    Martin, del resto, ha osato introducendo uno stile nuovo (più diretto, più spietato, meno manicheo) in un’ambientazione “classica” del fantasy.
    Ad altri è andata male. Oltre alla Mayer (ma è fantasy? è horror? Oh povera me!) e a Lewis con Narnia, devo forse ricordare la Troisi? O Terry Brooks? Due esempi di scrittori che hanno continuato a sfornare fantasy per calvalcare l’ondata di successo del genere, senza un minimo di originalità.
    King ha osato. E ha vinto. Ma non è il solo. Ursula Le Guin è da anni che fa un fantasy di classe, capace di parlare di cose importanti usando un vecchio, vecchissimo linguaggio di archetipi e di miti. Tolkien… devo tirare fuori il maestro imbattibile? Ormai è fatta. E Gaiman? E’ un possibile erede del miglior fantasy.
    La Rowling è andata benissimo per tre, quattro libri poi non ha saputo reggere di parlare in tono più adulto. Rimane ottima per una scrittura più innocente, più ingenua: non riesce a reggere il pathos o la tragedia.
    Pullman… ah, ha osato tantissimo con le sue riflessioni sulla libertà della ricerca, sulla ragione e sugli intellettuali, sulla religione, tanto da far dimenticare situazioni molto usate nella narrativa rivolta ai ragazzi.
    I nomi ci sono; certo il mestieri di chi scrive sul fantasy non è facile come molti immaginano.

  6. laramanni Says:

    Ursula Le Guin. Hai ragione. Devo assolutamente leggerla e sarà la prossima cosa che farò. E Gaiman: il mio adoratissimo Gaiman che non so mai definire davvero fantasy (goth? Onirico? Bello e basta?).
    La mia lista dei desideri si allunga, grazie a voi. Sono soprattutto curiosa di Pullmann, di cui davvero ho letto evidentemente il libro sbagliato. E sono anche stupita di quel che dici su Rowling: io mi ero fermata al quarto, appunto, perchè…beh, mi sentivo troppo vecchia. Nel senso, il libro non riusciva più a parlarmi, nonostante tutto.
    Angelo, ehhhhh. Non lo so quanti sono. Se partiamo dalla premessa che tutti lavoriamo sugli stereotipi (ed è vero, probabilmente), temo che caschiamo male.
    🙂

  7. ross Says:

    ok non me ne intendo di fantasy. penso che sia l’unico genere di libri che odio dal profondo X°D sarà che la mia esperienza col fantasy si è limitata a paolini e mezzo libro di terry brooks? l’unico che ho ben digerito è stato harry potter xD comunque per quel che ho letto, in effetti, li ho trovati molto molto banali.

  8. laramanni Says:

    xD Ross!!! In effetti Paolini e Brooks stenderebbero anche quelli animati dalle migliori intenzioni…xDD

  9. avalon9 Says:

    Peccato che non conosca molto il fantasy.
    Anzi! Forse è meglio! Mi hai aperto le porte di un mondo praticamente sconosciuto, con tanto di cartina geografica e guide più o meno affidabili. Grazie infinite!
    Intanto, vedrò di procurarmi un libro di King. Ne parli così tanto che mi hai fatto nascere la curiosità di leggerlo (non che ne ignorassi l’essitenza, me era un nome che avevo sempre lasciato passare in sordina XD).
    Per il mal di gola…Propoli! Tre giorni, e sei di nuovo in forma

  10. laramanni Says:

    Propoli, sì! Ci sto facendo il bagno, ma il tempo romano non aiuta. Ieri si batteva i denti il mattino e si sudava il pomeriggio, e oggi promette il bis…:)
    Beh, King…sai che ti invidio? L’idea di avere tutto King ancora da leggere e da scoprire è qualcosa di meraviglioso, davvero! Sono curiosa di sapere cosa ne pensi!!!

  11. Laurie Says:

    Pullman: ma se non ti è piaciuta la Bussola non so quanto ti conviene continuare. Anche se con i successivi romanzi di His Dark Materials gli argomenti si elevano sempre di più.
    Attenta, Larù, perché io pubblicizzo con molta passione la Le Guin! Ad ogni modo puoi trovare molto su questa autrice: i romanzi sci-fi come La mano sinistra delle tenebre o il ciclo fantasy su Earthsea sono un buon inizio. Questa autrice ha un approccio molto “antropologico” alla narrativa; del resto suo padre è Kroeber, si vede che qualcosa da lui ha imparato.

  12. laramanni Says:

    E siccome io sono cresciuta su Kroeber…:)
    Non so, su Pullman vorrei almeno leggere un’altro libro prima di decidere che mi sento lontana.

  13. Blackvirgo Says:

    Bellissima rassegna di autori e titoli… appena torno in Italia urge un giro in libreria con tanto di saccheggio! Tutta questa discussione mi ha fatto venire un´altra domanda (e vado fuori tema…): cosa cerchiamo in una storia, in un libro? Perché se anche gli stereotipi sono ben usati, ma non ci soddisfano… ad esempio io in un libro cerco i personaggi. Pretendo personaggi ben caratterizzati, quelli che senti veri, che ami o che odi. Posso anche chiudere un occhio su una trama un po´ traballante (solo un po´peró!) e non troppo originale, non sui personaggi. In secondo luogo adoro gli universi creati in ogni dettaglio, mitologia compresa: la Terra di Mezzo di Tolkien, la Galassia della Fondazione di Asimoov, Dune di Herbert… o chi riesce a girare in uno di questi universi giá creati come fosse nel proprio salotto, tipo Salvatore nei Forgotten Realms. E mi deve far pensare: non dico sui massimi sistemi, ma almeno farmi vedere qualcosa da un altro punto di vista, farmi riflettere su qualcosa che magari non avevo preso in considerazione prima, farmi trovare delle connessioni che io non avrei mai fatto…
    Per Pulmann… io ho bisogno di vedere come una storia va a finire.. devo dire che, in quel caso, non me ne sono assolutamente pentita! 😉
    Per la Rowling… io ho letto i libri in inglese (in italiano hanno tradotto i nomi in maniera assurda… non oso pensare al resto!) e mi hanno veramente colpito il terzo e il sesto. Buoni passaggi anche nel settimo, ma non all´altezza degli altri due. Secondo me almeno.
    Per il mal di gola… se ti puó consolare anche io ce l´ho… e manco fumo… cmq fai bene a smettere!
    Baci!!
    F.

  14. laramanni Says:

    Meditazione assai stimolante…la trasformo in post! 🙂
    Ps. Quando torni da dove, per curiosità?

  15. Teiresias Says:

    Noooo, io sono d’accordissimo con te, specialmente per il fantasy. Si tendono a usare troppo spesso gli stereotipi del genere, creando sempre e solo storie che tendono ad assomigliarsi inevitabilmente fra loro…e in questo modo, passa la voglia di leggere questi libri. Io ho fatto fatica a digerire la Compagnia dell’Anello (per carità, buon libro, ma è scritto in maniera TERRIBILE), ho amato un paio di libri della Zimmer Bradley e un romanzetto breve scritto da un’autrice italiana, ma stop. Solo King e La Torre Nera mi hanno scosso come non mi succedeva da tempo: c’è anche da dire che la fortuna di questo genere, come dell’horror (tu sai quanto io veneri il Re e l’horror, vero? *_*), sta proprio nel proporre certi standard. E’ così in tutte le storie.
    A molti piace. Qualcuno apprezza di più le novità, ma non tutti sono come noi.
    Personalmente, io del fantasy considero meravigliosa La Torre Nera (ma va’?) e anche i romanzi di Barker, che secondo me è un ottimo scrittore capace di lavorare in più campi (mi piace il suo stile, e poi…ah…come non amare PINHEAD *_*???)…poi vado a naso, con i libri.
    Ma prima o poi ne scriverò uno anch’io al pari del tuo è__é!!!

  16. laramanni Says:

    Ah, Barker. Potrei sospirare e parlarne per ora. Quando ho aperto il primo dei Libri di Sangue ho fatto un salto sulla sedia e mi sono detta: E’ LUI! Un discepolo, un prosecutore…insomma, qualcuno che riesce a darmi emozioni molto molto vicine a quelle del Re.Poi…Abarat mi aveva suscitato qualche dubbio. Il canyon delle ombre mi ha fatto arrabbiare: era “sleale”, in qualche modo. Pieno di talento, scritto in modo strepitoso, ma sleale.
    Poi ho capito cosa manca a Barker, se proprio si vuole essere così ingenerosi da fare i paragoni. Manca quello che, per King, è stata definita la meraviglia della “bonaccia”: ovvero, la forza di quel che avviene PRIMA che il sovrannaturale faccia irruzione. E’ così persino per la Torre Nera, e lui lo dice: non è forse il viaggio che conta, più del finale? Più della resa dei conti, delle cose-mormoranti-nel-buio. Ecco, è l’agrasecca di Roland che ti resta nel cuore almeno insieme ai lupi del Calla.
    Fermatemi. xD
    E comunque, Teiresias, tu scrivi già MEGLIO di me: le tue fic sono bellissime e io ho cominciato a giocare a Devil May Cry dopo averti letto, sappilo! xD

  17. Teiresias Says:

    XD Quale onore!

  18. Blackvirgo Says:

    Ieri sono stata a un seminario molto interessante. Sviluppo dei farmaci. Grande interrogativo: in che direzione puntare la ricerca? La risposta dall’ultimo relatore, il filosofo della situazione: “la scoperta è vedere quello che tutti gli altri vedono e pensare quello che nessuno ha mai pensato.” Mi è venuta in mente tutta questa discussione…

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