Sono una lavativa. Invece di mettermi seriamente a scrivere e riscrivere continuo a passeggiare per boschetti, lavarmi i capelli, leggere horror e pensare che se venissi tagliata fuori dal mondo finirei malissimo come il protagonista di Into the wild, perchè neanche io so riconoscere le piante, figurarsi sparare agli alci.
Adesso che ho smesso di guardare in cagnesco il computer e l’ho aperto, sempre glorificando la mia nuova connessione veloce, ho trovato una mail del mio amico Roberto (non Yoda, ho ben DUE amici Roberti) che mi ha mandato in crisi.
Mi fa: leggerò sicuramente Esbat, ma che bello. E poi: ma tu sei senz’altro stata in Giappone per descriverlo.
Panico.
Ho pensato a Salgari che non si era mai mosso da casa sua. Poi ho pensato a Wu Ming 4 che ha raccontato di essere stato a Oxford, prima di scrivere Stella del mattino. Mi sono detta: il mio Giappone è un luogo dell’immaginario. E subito dopo: ma a chi vuoi darla a bere?
D’accordo, studio. I soldi per andare a Tokio non ce li ho: passerò i prossimi giorni su You Tube, tanto per cominciare a farmi un’idea visiva che vada al di là di quella cinematografica…
luglio 12, 2008 alle 10:40 am |
NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!
NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!
(Anf… Anf…)
Assolutamente. Se vai a impelagarti in queste cose va a finire che ti viene l’ansia, fidati.
Davvero, davvero.
Perché parti con le tue idee in testa, colle tue immagini, poi iniziano a venirti i dubbi, poi ti spaventi perché non è “reale”, poi iniziano le palpitazioni perché non vuoi cambiare anche solo quella virgola, perché ti dava quel sapore lì in quel punto preciso, poi…
Occielo, mi sto impanicando io…
Scusa, eh… ma “l’ansia da ricerca” è una delle cose che mi impedisce di scrivere seriamente.
luglio 12, 2008 alle 12:23 PM |
Oddio, posso comprendere la tua ansia, visto che sei stata brava a descrivere il Giappone ^^. Se ti può consolare neanche io sono stata in Giappone, ma vorrei andarci un sogno che coltivo da tanto tempo, ma non legato a manga o anime…ma a cosa molto personali ^^. Comunque, non farti prendere dal panico respira affondo e continua a camminare tra i boschi…e poi sei in vacanza pensa a divertiti su, che poi troverai il tempo per scrivere.
Un bacio e a presto.
luglio 12, 2008 alle 4:46 PM |
Allora, cara Lara un consiglio, istallati Google Earth da qui http://earth.google.it/download-earth.html
e osserva il giappone, se non puoi andarci e non entrare in panico, a tutto c’è rimedio!!!
Buon Lavoro!!!
luglio 13, 2008 alle 9:27 am |
L’unico trucco possibile per me è: impelagati il meno possibile in queste cose! Comportati come se la tua storia non fosse ambientata in Giappone, o in America, o da qualunque altra parte; il nocciolo non è il luogo in cui è ambientata, ma quello che accade.
Il luogo in cui è ambientata deve restare in sottofondo, non essere lui il protagonista. Quindi informati, cerca di non fare errori (per esempio sui fumetti, sull’Esbat, e così via), ma non perdere di vista la storia iniziale!
luglio 13, 2008 alle 5:31 PM |
Larù, guardati i dorama giapponesi (i telefilm). Impari tanto.
luglio 13, 2008 alle 6:11 PM |
Lara, tesoro… un link che ti ho promesso tanto tempo fa:
scendi col cursore, cerca Ping Mag e guarda…boh. tutto: Japan, fashion, events, manga… in prima pagina lungo articolo sulle gallerie più cool di Tokyo. Un giro nel Giappone come lo vedono e lo raccontano i giapponesi.
Baci, e dacci dentro, bella signora.
http://www.nuovoeutile.it/ita-creativita-architettura-industrial-design.htm
luglio 13, 2008 alle 8:36 PM |
Ragazzi, siete impagabili!
Ho segnato tutto. Annama, angelo mio!!!! Che link fantastico!
Ps. Lau? Dove li vedo i telefilm giapponesi, su You Tube? E…hai mica qualche titolo particolare (sono una rompina, lo so: avrete dei credits lunghissimi sul libro) xDDD
luglio 14, 2008 alle 7:16 am |
Dorama belli ci può essere GTO (per lo meno, è l’unico che ho visto per intero, oltre a Garo), si trova su Youtube sottotitolato…altri titoli non li rammento, puoi provare anche con i film, magari 😀
luglio 14, 2008 alle 9:50 am |
Film; telefilm; guide turistiche (quella della Mondandori è ottima; io l’ho sempre accanto al computer^^); siti internet e poi libri. Tanti libri.
La documentazione è importante, certo. E’ indice di serietà. Ma non credo debba diventare un’ossessione.
In fondo, ci si aspetta la verisimiglianza, non la verità. Cioé: non credo che ci strarebbe bene un castello medievale con fantasma in kilt in una storia ambientata in Giappone, ma nemmeno credo che si pretenda la precisione assoluta.
Dici bene: Salgari non si è mosso da casa. Eppure, nessuno si sofferma a chiedersi se alberi del pane e babirussa sono proprio lì dive li ha messi. Rendono l’idea; evocano; succeriscono; lasciano intuire. Non ha tanta importanza l’aderenza totale, credo. Meglio la coerenza di fondo.
Poi. Poi ci sarà sempre un Pascoli che ti viene a dire che rose e viole non crescono nella stessa stagione e che devi correggere la svista; poetica, ma sempre svista.
Non credo sia il fulcro base. Anche Aristotele ha posto l’unità di luogo come cardine delle rappresentazioni teatrali, ma non ha mai detto che le scenografie dovevano essere precise e dettagliate; anche se non credo sapesse esattamente cosa fosse una scenogafia moderna…Ma tant’è! Insomma! Non credo sarebbe cambiato il discorso. Interessa la storia, e non lo sfondo. E’importante, non si mette in dubbio. Molto importante.
Ma in una storia come la tua, dove è la psicologia a dominare, a tenere i fili della narrazione, lo sfondo sono pennellate veloci e sfumate.
In fondo, è un’ambientazione a confine, giusto? Non è un saggio storico.
Il mio (patetico e poco importante) consiglio è semplicemente di non pensarci troppo. Puoi ricontrollare, certo. Evitare possibili palesi scivolate (che non credo ci siano, comunque). Ma il Giappone tuo è quello della tua mente. Basta solo che non sia assolutamente alternativo. Per il resto…Non devi scrivere una guida turistica.
Verisimile. Verisimile.
luglio 14, 2008 alle 11:38 am |
Io credo che la sensazione e l'”immaginifico” alla fine prevalgano sul concreto e il reale del luogo.Perchè ognuno di noi ha una percezione diversa,emotiva,sensibile ed intellettiva squisitamente personale.
Che dopo il viaggio sia mentale o reale,il confine per me,rimane sempre sottile.
🙂
luglio 14, 2008 alle 4:35 PM |
Sul Tubo ci sono alcuni telefilm ma… non è il posto migliore per vederli!
I drama si vedono in streaming su:
http://www.crunchyroll.com/
http://www.mysoju.com/
Su Crunchyroll c’è di tutto a parte alcune cose che sono licensed in USA e quindi vengono tolte.
Guarda, io ho visto sopratutto serie con giovani, tipo Nodame Cantabile (sulla musica classica *_*) o Hanakimi (storia di un liceo maschile), ambientato nelle aziende e tratto da un ladies’ comic sto guardando Kimi wa petto (che si trova solo su mysoju). Se vuoi informarti prova a guardare su doramiste anonime (http://dorama.iobloggo.com/) dove però ci sono anche drama coreani (bleargh) oppure su Drama Italian Cafè (http://www.drama-italiancafe.net/).
E nessuna rottura di coglioni, voglio iniziare quante più persone possibili al drama. Ku ku ku (–> piano malvaggggio!)
luglio 14, 2008 alle 9:03 PM |
Guarda anche questo! Ciao!
http://www.blog.nanoda.com/it/japan/viaggio_giappone_tokyo.html
luglio 14, 2008 alle 9:27 PM |
Segno tutto tutto.
Siete degli angeli.
Questa cosa della verosimiglianza…in effetti è vero che non conta TROPPO l’aderenza al reale. E’ che mi viene la paura. Penso, per assurdo, a cosa penserebbe un giapponese leggendomi. O penso a cosa penserei io leggendo un romanzo giapponese ambientato a Roma…:) Mi faccio passare le paranoie, dai.
luglio 15, 2008 alle 11:19 am |
Le pippe mentali negli scrittori fanno sempre bene. Certo, dobbiamo sempre mettere in conto che non potremo mai essere 100% fedeli, e comunque alcuni particolari magari non sono in accordo con la storia e li trascuriamo (uso il plurale perché anch’io scrivo sul Giappone). Il fatto di curare l’ambientazione però potrebbe aiutarci: informandomi a me vengono tante idee su come rifinire i punti meno chiari della storia!