Se non fosse per una mail (utilissima, preziosa, fantastica nella sua lucidità) che ho appena ricevuto…beh, il mio morale sarebbe decisamente sotto le scarpe.
Credo che settembre mi faccia male. Questo per me è sempre stato un momento critico: torno dalle vacanze e la mia autostima si sgretola, i miei progetti per il futuro mi sembrano inconsistenti e io cado in una specie di letargo dove mi lecco le ferite e guardo dalla finestra.
Perfetta caricatura dell’eroina romantica: che schifo.
Per risollevarmi, sono andata a trovare un vecchio amico, molto più grande di me e molto saggio, che vive in campagna. E la terapia è stata utile, almeno fino a quando non sono tornata a casa (un momento critico non si risolve mica così: troppo facile!).
Ieri, però, mi ha detto una cosa che mi ha fatto pensare. Mentre mangiavamo noccioline e bevevamo vino rosso davanti al camino (faceva freddo, sì), abbiamo parlato di scrittura. Lui è abbastanza vicino al mondo editoriale, anche se, almeno all’inizio, si è rifiutato di leggere Esbat (e ha fatto benissimo: “se non dovesse essere buono – mi aveva detto – ne soffrirei: come faccio a giudicare il romanzo di un’amica?”. Adesso lo leggerà, mi ha promesso). E mi ha detto questo: “Mi chiedo come mai tanta gente che ha scritto quello che ritiene un capolavoro perda un considerevole lasso di tempo a scrivere agli editori, a depositare il manoscritto alla Siae e a volte, persino, a farselo timbrare da un notaio. Tempo che potrebbe utilizzare per migliorare quel che ha scritto: ma questo pensiero non gli sfiora neanche il cervello”.
Strozzandomi con la nocciolina, gli ho detto: “Probabilmente, perchè si ritengono già scrittori”.
E lui, guardandomi con un viso molto serio, mi ha chiesto: “E tu, cosa ti ritieni? Cosa ti aspetti da questa storia e da te stessa?”.
Pausa. Lunga, lunga pausa.
“Niente – gli ho risposto alla fine – io non mi ritengo una scrittrice. Io non voglio essere una scrittrice. Voglio soltanto raccontare storie. E voglio conservare il desiderio di farlo, più a lungo che posso. Tutto qui”.
Dev’essere stata una buona risposta, perchè mi ha versato un secondo bicchiere di vino. E sembrava persino contento.
Tag: Esbat
settembre 22, 2008 alle 10:42 am |
“Un amico molto vecchio e molto saggio”
Sei stata da Yoda? O_O
settembre 22, 2008 alle 10:58 am |
Giuro di no! Anche se mi avrebbe fatto piacere! xD
settembre 22, 2008 alle 11:14 am |
Ti invidio il tuo guru XD
Sinceramente… “narratrice di storie” suona molto meglio di “scrittrice”, per come la vedo io. E’ più onesto, più umile e più bello.
settembre 22, 2008 alle 11:31 am |
Io a Settembre invecchio, pesa te che bello…
Mhmh… (Medita una mezzoretta su un pezzo)
Allora, penso che il nodo cruciale sia: la differenza tra ciò che vuoi e ciò che succederà.
Sopporterai tutto? Rimarrai con i piedi ben piantati nella tua testa?
Io penso di sì e lo spero. Non azzardarti a deluderci.
settembre 22, 2008 alle 11:33 am |
Ma è OVVIO! Io sono una che si fa a pezzetti da sola e che pensa sempre di aver sbagliato tutto, figurati come potrei tenerli in aria, i piedi? xDDD
Il mio guru…non è un tipo facilissimo a dire la verità: ma quando sono triste c’è sempre, e c’è sempre stato, e questa è una grande cosa.
settembre 22, 2008 alle 1:18 PM |
Oltre che il pregevole compito di avvertirmi che l’estate è ormai finita (cosa tragica per me che vivo sul mare); Settembre è così simpatico da ricordarmi che sono invecchiata di un anno…E va bè.
Dai, pensa al lato positivo: almeno tu hai un amico guru! Una bella persona sulla quale fare affidamento..Ti dice cose che sono spesso incomprensibili ma che, inspiegabilmente, fanno sentire meglio. XD
PS: poi facci sapere cose ne pensa di Esbat!
settembre 22, 2008 alle 4:46 PM |
Oh! Un´epidemia di settembrine! Compresa la sottoscritta, ovviamente! A me settembre piace… l´autunno in genere mi piace un sacco.
C´è una cosa, Lara, che capisco: che differenza fa chiamarti scrittrice oppure no? La competenza e l´umiltà non stanno in un titolo: stanno nell´ultima frase che hai detto al tuo buon amico.
settembre 22, 2008 alle 4:52 PM |
Io penso di avere una risposta da quel tipo: perché ha paura che qualcuno gli rubi il “capolavoro”. Fra plagi e copiature, direi che la paura è fondata (io stesso ho deciso che se davvero voglio pubblicare qualcosa di quello che scrivo, la prima cosa che farò sarà spedirmi il romanzo a casa timbrato). Senza contare che se vuoi pubblicare un romanzo, eh, agli editori devi pure scriverci!
Mi piace la tua risposta, Lara 😀 E’ la stessa cosa che penso io. Amo scrivere, amo raccontare storie, ma non sono uno Scrittore con la S maiuscola che prenderà mai il Nobel. E’ un’ottima risposta XD
settembre 22, 2008 alle 5:50 PM |
Ah, no, non ho visto fanciulle armate di spada girare per casa di recente (che peccato!).
Ehi-ehi comunque!! Ammesso e nient’affatto concesso per la saggezza, ma non sono “molto vecchio” ç_ç Ho solo 1 anno più di Lara (11 mesi a voler essere precisi). Ammesso che comunque fin da ragazzino me ne andavo in giro a dire di esserci nato, vecchio XD …
Comunque raccontare storie è una delle più nobili e antiche attività dell’uomo – senza saremmo davvero una ben povera cosa. Perciò, risposta migliore non poteva starci!
settembre 22, 2008 alle 8:23 PM |
Sai perché il tuo guru era contento? Perché il tuo amore per le storie non pretende nulla in cambio: quello dello scrittore è un lavoro, un’attività il cui fine in teoria sarebbe il guadagno o almeno il consenso generale, chi racconta storie e basta non ha pretese. Ama raccontarle e non esige che lo scrivere ricambi con soldi e fama tale dedizione. Complimenti per la tua risposta, penso che tu sia sulla strada giusta in tutti i sensi: sia per il racconto (bellissimo!), che per l’atteggiamento… che dire? Sono sempre più ammirata!
settembre 23, 2008 alle 7:52 am |
Yoda, tu sei il mio guru prediletto, tienilo a mente. 🙂
Grazie gente! Vi assicuro che non è falsa modestia: è che proprio non riuscirei mai a dire…uhm…sono una scrittrice, e per tutto il resto c’è Mastercard. Mi scapperebbe da ridere, quanto meno. 🙂