Scena: la libreria Feltrinelli di piazza Colonna, a Roma. Ore: le diciannove circa. Personaggi: Lara e Marta, in cerca di libri e di un aperitivo per svagarsi un po’. Lara ha gli occhi a palla perchè ha quasi finito il capitolo diciotto di Sopdet e vorrebbe scrivere anche di notte perchè ha tutto nella testa e non è abbastanza veloce per farlo uscire subito fuori come vorrebbe. Marta cerca libri. Ma…ahi…si ferma davanti al banchetto Moleskine. E qui cominciano i guai.
Marta: Non sono belle le Moleskine?
Lara: Uffa, “i” Moleskine. Sono taccuini.
Marta: Uffa lo dico io. Noiosa.
Lara: Lo so. E comunque, no. Li detesto. Se vuoi dico “le” detesto.
Marta: E perchè? Sono così comodi per gli appunti. Ho detto comodi, maschile plurale, hai visto?
Lara: Ma scusa, tutto è comodo per prendere appunti. Io scrivo persino sul retro dei fogliettini del Bancomat!
Marta: Poi li perdi.
Lara: No, io non perdo nulla. Ammucchio tutti i fogliettini nell’agenda e poi li ricopio sul computer. E’ persino divertente, perchè nel mucchio ci sono tovagliolini, fogli di calendario, carta della stampante piegata in otto…
Marta: Ti regalo un Moleskine?
Lara: Sei un tesoro, ma no, grazie.
Marta: Ma perchè?
Lara: Perchè sono sociopatica.
Marta: Beh, questo si sa ampiamente.
Lara: E anche paranoica, nevrotica, antipatica, egoist…
Marta: La vuoi o no questa Moleskine? Mi viene meglio al femminile…
Lara: NO! Odio gli status symbol! Odio quelli che tirano fuori il taccuino nero dalla borsa e si sentono già premi Nobel per la letteratura! Mi fanno odiare persino quel poveraccio di Bruce Chatwin che non ne sapeva niente!
Marta (alza gli occhi al cielo e tace)
Lara: Scusa. Sono insopportabile, sociopatica, nevrotica…
Marta: Ti regalo un libro?
Lara: E io ti offro l’aperitivo con gli stuzzichini?
Marta: Che ne pensi di questo? La casa di foglie.
Lara: Non l’ho letto ma me ne parlano bene (sperando che non succeda come Ragazze lupo...che ho abbandonato). Grazie
Marta: Sei una peste.
Lara: Lo so. Accidenti se lo so.
Tag: La casa di foglie, Moleskine
settembre 25, 2008 alle 10:04 am |
(non mi stupirei se risparmiasse più con il libro che con il moleskine…)
Però mi devi presentare questa tua amica così pronta a fare regali XD
settembre 25, 2008 alle 10:14 am |
(infatti)
Quando vuoi! xD
settembre 25, 2008 alle 11:10 am |
Le moleskine [LE, femminile, perché per me sono agende e non taccuini xD] non mi piacciono un granchè. Sono nere e tristi. E costano assolutamente troppo per non avere nient’altro che un nome.
settembre 25, 2008 alle 12:52 PM |
x°°°D
Ma sai, il Moleskine è comodo. Perché c’è tanto spazio. Solo che io non ce l’ho mai fatta a prendere appunti, per le mie storie uso dei quadernoni giganti. Sempre quando mi ricordo di prenderli, e perché delle volte, semplicemente, non ne ho voglia.
Solo che dopo aver usato per un anno il Moleskine per l’università, l’ho trovato triste, così quest’anno ho preso l’agendina dei pittori, con Gustav Klimt. E con questa mi ricordo più spesso di scrivere, chissà perché.
settembre 25, 2008 alle 1:21 PM |
Guimi e Lau, vero: sono TRISTI. E poi…essendo una peste, come detto, non sopporto l’idea di dover scrivere su una cosa che è stata concepita per scrivere cose di scrittura…xDDD
Ok. Diciamo che non amo le icone, ecco.
Lau, bella l’agendina di Klimt!!!!! *_*
settembre 25, 2008 alle 1:31 PM |
Io ormai sono passata ai quadernini a quadretti spiralati. Finché dura la scorta bene… poi si vedrà. *risata malefica*
Ma, ehm, spiega un po’ la cosa di Ragazze lupo?
settembre 25, 2008 alle 2:47 PM |
Non mi piace…non so come mai…Magari non sono dell’umore giusto, ma mi sono fermata quasi subito..xD
settembre 25, 2008 alle 6:24 PM |
..io adoro le moleskine xD
settembre 25, 2008 alle 8:32 PM |
A me i Moleskine piacciono un sacco. A dir la verità mi piace quello piccolo, tipo formato A6, tutto bianco dentro, che sta nella tasca del camice senza rimperla nè infierire col peso. Poi ha l’elastico attorno e ci si può mettere in mezzo tanti fogliettini e non si perdono. E c’è anche la taschina alla fine giusta giusta per la tesserina della mensa, banconota da 5-10 euro per il bar (non sempre si fa in tempo per la mensa!) e qualche spicciolo per il caffè. Ed è nera e semplice, anonima, così uno se la personalizza come più gli piace. Chi ha detto che sopra ci si debba scrivere di letteratura o disegnare? Io ci scrivo quello di cui ho bisogno… che generalmente è molto prosaico. Pratico.
L’ho scoperto dopo anni che erano taccuini x artisti. Per me era solo un bel quadernino. Ce la farò mai a scrollarmi di dosso l’ingenuità? (anche se, con l’età che avanza, si inizia a chiamare in un altro modo…)
settembre 26, 2008 alle 8:09 am |
Oh, Ross e Blackvirgo xD
Beh, io non ce l’ho con le, i, vabbè, con “Moleskine”. Ce l’ho con chi le esibisce come il patentino di chi scrive…Insomma, come quelli che ti guardano negli occhi e ti dicono: “ma tu scrivi di notte? Perchè la vera creatività si esercita solo di notte”. E io di notte DORMO! xDDD
settembre 26, 2008 alle 8:34 am |
E’ la prima volta che sento questo termine XD io all’inizio ho provato a scrivere sui fogli volanti, poi ho avuto la SPIACEVOLE esperienza di essere in cima alle scale, tirare fuori il libro di Fisiologia L-A in mezzo a cui c’erano una quindicina di fogli di cronologia, e…beh, diciamo che hanno nevicato fogli e bestemmie in giro per la facoltà XD io ho trovato un’agendina di quelle che si chiudono con l’elastico e hanno il posto per la penna, la tengo vicino al letto e quando durante il giorno ho un’idea, prima l’appunto su un foglio volante, poi la riscrivo lì sopra u_u in questo modo è tutto più ordinato e semplice, almeno per me…
E comunque sì, la creatività si esercita solo di notte è___é peccato che io di notte o mi addormento sui libri, o mi sparo delle maratone di film horror XD
settembre 26, 2008 alle 9:23 am |
Personalmente, il Moleskine lo adoro.
Perchè non c’è l’ho e vederlo fare bella mostra di sè fra agende, agendine e quadernetti vari mi fa fare un bel salto indietro. Quando, a Settembre, non c’erano gli esami, ma le file nelle cartolerie. Perchè la scuola ricominciava e la cosa bella, dei primi giorni di scuola, era la parata di quaderni, quadernini e penne nuove.
Ecco: adoro il Moleskine. Ma non ce l’ho e non vorrei prorpio, avercelo.
Un surrogato di agendina l’ho dovuto adottare per cause maggiori (gli orari ballerini della facolta. Ci pocco provare, ma tutti, in testa, non ci stanno mai), ma è più facile che la dimentichi a casa o possa darla per dispersa nei meandri della borsa.
Il Moleskine mi piace, perchè “servirebbe” per prendere ordinatamente appunti, e mi ricorda che io, per gli appunti (quelli di storie e idee vari, non quelli di scuola), ordinata non sono. Per niente. Scrivo dove capita. Nel vero senso della parola. Sempre ammesso che mi ricordi di scrivere. così mi ritrovo fra le mani, magari a distanza di anni, appunti presi chissà quando e chissà perchè. E mi piace. Perchè l’idea sta lì, ma io sono cambiata e l’idea (che stava lì) è cambiata con me.
Ed è strano, ecco. Strano.
Per quanto rigurda la notte…Io vorrei fosse sempre notte! E non per dormire (e nemmeno per andare in discoteca, sia chiaro!). Ma la notte mi piace, mi mette allegria, un po’ come la pioggia. E mi mette paura. Quella paura che ti piace. Oh, va bene! Sto facendo un controsenso gigantesco.
Tralasciando il fatto che, personalmente, l’ispirazione (chiamiamola così) ritengo che sia legata a nulla se non al contingente, la notte è perfetta per distrarsi, ma assieme, con il silenzio, è perfetta per impazzire. Di giorno non puoi impazzire. Di notte sì.
settembre 26, 2008 alle 9:44 am |
Oh Avalon, che bello rileggerti!
DUnque…passo subito alla notte. Io sono come Teiresias…crollo. Però impazzisco ugualmente: solo che non di notte. Di giorno, preferibilmente mentre cammino in mezzo alla gente, vado proprio “altrove”.
E per quello scrivo sui foglietti del Bancomat…xD