L’appetito vien mangiando, anzi scrivendo. Mentre limo il racconto, mi è venuta in mente una piccola storiella di fine anno che, se sono brava, posterò domani.
Il problema è che sto diventando una ladra. Il che può anche voler dire che sto imparando a scrivere. Non ricordo più chi lo aveva detto (in questo periodo le citazioni non mi riescono molto bene: sarà il freddo): ma sembra che per raccontare sia imprescindibile appropriarsi delle altrui esistenze, e ultimamente frugo negli atteggiamenti, nelle parole, nelle vite degli altri con un’avidità che non mi conoscevo.
O forse invece esisteva e le davo un altro nome.
Quando ero piccola, mio padre mi raccontava sempre che il segreto per rendere meno noiosi i tragitti in autobus era origliare le conversazioni degli altri. Qualche volta l’accompagnavo: e mi sembra di vederlo ancora adesso, con il suo mezzo sorrisetto ironico e gli occhi grigi ammiccanti, mentre, alle sua spalle, due signore in pelliccia commentano i difetti di un’amica assente.
Dna. Sicuro. O, semplicemente, amore per i sogni, che scorre nelle mie vene come un tempo nelle sue.
Ps. Umore malinconico, sì, avete indovinato.
Tag: Scrittura
dicembre 30, 2008 alle 11:36 am |
“Gli scrittori veri sanno cosa vuol dier rubare e non hanno paura di farlo, ma spesso hanno paura di vivere” – Gemma Gaetani
dicembre 30, 2008 alle 3:02 pm |
Belli questi ricordi fanciulla, quando il futuro era pieno di possibilità, tutte le porte erano di fronte a te, e non avevi che da scegliere quale inforcare…solo che non ti dicono mica che inforcandone una ne elimini due, e po quattro, e poi otto, con una crescita esponenziale…
qualcuno ha parlato di malinconia?
dicembre 30, 2008 alle 3:33 pm |
Malinconia. Vero. Ormai dovreste conoscermi: l’umore laresco sale e scende. XD
Bella la frase di Gemma Gaetani, sì.
dicembre 30, 2008 alle 11:41 pm |
Sai cosa mi piace, del posto? Il titolo. La prima parte in particolare.
E non perchè è il titolo di un libro di King (il primo) che ho letto; nè perchè potrebbe essere una reminiscenza irrazionale. Mi piace perchè lo trovo ideale. Ovvero: la parola adatta per modernizzare l’essenza (e qui mi prenderai per fissata, ma non ci posso far nulla! Per me, la letteratura antica è base. Base base. Malta, mattoni e fondamenta) del pensiero di aedi e poeti antichi.
Rubi vite? Fai tue esistenze altrui? E che male c’è? Le eternizzi. Le mastichi, le digerisci e poi le butti fuori. E allora sono “realismo”. Quello che si trova disseminato qua e là e ogni tanto (spesso) manca.
Non è reale perchè non c’è (nel senso che non ci sei andata a sbattere contro e hai riscritto quanto visto pari pari); non è finzione perchè qualcosa da cui hai ripreso essite [ehhh…Teocrito docetXD].
Quindi: ruba, sbocconcella, mordi, arraffa dove vuoi, quello che vuoi. E origlia. Serve. Per non distrarsi. Altrimenti la fantasia (un gatto, un folletto o come la immagini) ti sfugge di mano. Se non ti “distrai” è facile e ti scordi che c’è qualcosina oltre la serietà.
[Perdona la banalità del post.]
Me approfitto! Tanti auguri di Buon termine e Buon principio.
Un abbraccio!