Preferisco l’altro Italo

Mi sono comprata il giornale, ho letto della morte di Michael Jackson, e la cosa mi ha fatto impressione, forse perchè a questo punto pensavo che sarebbe vissuto per sempre, bianco bianco e sempre più irreale.
Poi ho letto i temi di maturità, mi sono chiesta che ci facesse Alberoni insieme a Dante, Leopardi, Gozzano, Catullo (la traccia sull’amore), e ho ritrovato la mia bestiaccia nera nella traccia letteraria. Svevo, La coscienza di Zeno.
Ne ho sempre discusso molto su aNobii, perchè non ho mai capito perchè la scuola italiana abbia questa fissazione per Svevo, e sia, da quanto capisco, molto meno interessata a  Calvino (per non parlare di Landolfi).
E siccome parlo pro domo mea, penso che tutti quelli che frequentavano il fantastico non siano molto graditi dalle persone serie. Forse.

Ps. Se date uno sguardo alla sezione fanart, ho appena aggiunto lo Hyoutsuki di cosinonero!

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25 Risposte to “Preferisco l’altro Italo”

  1. Laurie Says:

    Ohh, è bellissimo Hyotsuki… bravissima cosinonero!! Devo trovarci un soprannome, facciamo Tsu-Tsu? E’ più etereo di noi-sappiamo-chi ma mi piace. Ci sta bene con la tua storia.
    Oh è verissimo. Povero il mio Italo, lo adoro. Pensa che, quando presi in prestito Le città invisibili dalla biblioteca della scuola, la proffa di filosofia era sconvolta: “Ma sei sicura?” mi chiese XDD E quando le dissi che mi era piaciuto… aveva una faccia sconvolta XDDD

  2. Lara Manni Says:

    Cooosa? Ma cos’hanno le prof. contro Calvino? 😦
    Ps. Tsu-tsu è magnifico xD

  3. Rew Says:

    Ahhh, grazie (Cosino Nero è il mio secondo nick .w.)
    La morte di Michael Jackson mi ha lasciata con un “….Ah?”. Anche io credevo che sarebbe vissuto per sempre…

  4. Laurie Says:

    Non ne ho idea. Anche in italiano si parla pochissimo di Italo, ma be’… è anche vero che il programma dell’ultimo anno di liceo è così pieno che a malapena si raggiungono i poeti del novecente ù_ù A mio parere toglierei spazio a Svevo e Rapagnett… ehm D’Annunzio pur di far spazio al mio pucci Italo (che però ha grande successo alle medie e alle elementari xDD). Un altro grande sottovalutato: Dino Buzzati. Quell’uomo mi fa venire i brividi.
    Povero Michael. E’ un esempio di come un’infanzia di merda possa rovinare la vita, anche se sei bello e talentuosissimo (sì, Michael era molto bello quando era giovane e del suo colore naturale di pelle ù_ù).

  5. Lara Manni Says:

    Rew, ma grazie a te! La fanart è bellissima!
    Jackson…sì, era bello e bravo. E’ una storia che sembra inventata, la sua…

  6. Laurie Says:

    Noo, Laruccia, è una storia così reale che più reale non si può. Chiara come il sole per chi bazzica nei dintorni della pisco-psico.

  7. avalon9 Says:

    Calvino.
    Eh, già. Calvino. Sto facendo in questi giorni la stesura della programmazione finale, e mi vengono in ritornano in mente le reazioni dei ragazzi in classe quando lo abbiamo letto. Indifferenza, all’inizio. Anche noia. Sì; perchè si arriva con un’idea (presa chissà dove e da chissà chi) che Calvino sia un qualcosa di “a parte”.
    Lo puoi amare o odiare, certo. (Per carità!)
    O, forse, noia perchè alle medie di Calvino i ragazzi ormai fanno indigestione. Non parlo di testi, no. Non necessariamento. Parlo di discorsi, di idee, di sentito dire (ed è la morte, per un testo, allora). Quel è il testo calviniano delle medie? Mmmm. Marcovaldo; quasi sempre. E -chissà perchè- non piace molto. Sa di facile; sa di banale; di déjà-vu. Ma provate a farglielo sentire letto da Marco Pasolini, sulle musice dei Tanit (visto, Lara? Sei ovunque XD); provate a dir loro che è una favola.
    Ma Calvino, a scuola, resta una “bestia nera”. Dolorosamente “nera”. Perchè? Io temo che sia perchè è complesso. Calvino è, per me, la magia della lingua. Il gusto, la capacità di creare, di guardare un semaforo, una luna, un colore (giallo) e dirti: “Ecco, ecco. Una luna di plastica. Il semaforo. La luna della città. Giallo.Giallo. Giallo. E la città è matrigna; e i sogni e le cose vere (come nelle favole) non te le lascia vedere. Non subito. Non davvero.”
    Ecco. Calvino è “complesso”.
    E, davvero, come dice Laurie, all’ultimo anno delle superiori forse ci vorrebbe un po’ di più di Calvino, di Buzzati; ma anche Sanguinetti, Zanzotto, Caproni, Porta o (perchè no?) Moccia. Non come modello, sia chiaro. Ma come antimodello è ottimo, non vi pare?
    Ma. Ma resta il problema. Clavino è Calvino perchè prima ci sono stati Pascoli, Foscolo, D’Annunzio (il silenzio. Il rumore del suo silenzio). Se Calvino è “visionario” (lo posso “etichettare” per un istante?) forse è perchè Leopardi ha cantato di una gallina e Baudelaire ha inzaccherato l’ellenico cigno.
    Va bene: divago. Ritorno.
    Personalmente, non ho nulla contro Svevo. Gli devo, anzi, molto del mio modo di approcciarmi a un testo narrativo. Quell’andare a cercare i risvolti nascosti, il non fermarsi agli elementi letterali. Lo devo a lui perchè è su di lui che ho fatto pratiche, che ho studiato. Lo avessi fatto su un altro autore sarebbe lo stesso. Senza Svevo, penso, non si potrebbe capire Calvino. Perchè la scittura di Calvino (fatastica, visionaria, delirante. Comunque la si voglia definire) è mente. Testa, immagini, associazioni, procedimenti che escono così –puff!– dalla testa perchè ci inciampi per caso. E per studio, certo. Nemmeno la più leggera delle righe si ottiene senza notti di lima.
    E’ la mia opinione, va bene. E sono d’accordissimo che Calvino va assolutissimamente (e sì, qui il superlativo esagerato ci sta^^) rivalutato, ripreso in mano e forse (sicuro) riletto a scuola per quello che è: non l’autore di “Marcovaldo” (e allora è da lasciar cadere); non l’autore di “Lezioni americane ” (e allora no, non è granchè. Perchè sono semplicistiche. Dimenticandosi che il pubblico, quello americano, era abituato solo a quelle lezioni semplicistiche); non l’autore de “La trilogia degli antenati” (e allora diventa un trobador svegliatosi per sbaglio nel XX sec.). Calvino è l’autore che mischia le carte; e non lo incateni facilmente ad un genere.
    C’è il fantastico, va bene. Ma c’è il neorealismo; c’è un percorso autonomo. E i generi e le etichette se ne vanno in fumo.
    Penso che sia anche per questo che è un po’ “snobbato”. Anche alla maturità. Perchè dove lo metti, Calvino? Non lo puoi incasellare (Oddio! Non puoi incasellare niente, a voler esser sinceri). Calvino si è creato. Stile; metafore (=immagini); lingua; corrente; genere. Un po’ come Gadda.
    Penso che Calvino faccia paura. Perchè, se lo si vuole “leggere”, bisogna imapare un genre preciso: il “genere Calvino”. E, forse, alle superiosi non tutti i ragazzi hanno la voglia e la pazienza di farlo.

    [Perdonate l’ennesimo papiro. Ma certe volte io parto e…Ecco. Questi i risultati. Scusate se vi tedio^^]

    E complimenti vivissimi a Cosinonero per la fanart. Spendida!

  8. demonio pellegrino Says:

    Ho avuto conversazioni interessanti su vari forum a proposito di quello spaccapalle di Svevo. Secondo me la coscienza di Zeno e’ una cagata pazzesca. L’ho letto tre volte. E lo ribadisco: fa cagare. Quando lo dico i soloni della Verita’ Indiscutibile (quella per cui non si possono criticare Moravia, et similia) si lanciano all’attacco come faine. Prima accusano dicendo che non l’ho letto (e’ impossibile, sostengono, leggerlo e non amarlo); poi, quando capiscono che l’ho letto davvero, allora vuol dire che non l’ho capito (non sei alla sua altezza, sostengono).

    E invece e’ una cosa molto semplice: FA CAGARE.

    Su Calvino e Buzzati concordo con quanto gia’ detto. Marcovaldo va letto da adulti, non da bambini (certo, ci sono anche libri pallosi di Calvino: tipo gli amori difficili).

  9. Teiresias Says:

    Personalmente, io non impazzivo per Calvino, mi piacevano soltanto le avventure di Marcovaldo, che venivano trattate pochissimo: la famosa Trilogia non mi ha mai detto nulla, solo noia e nient’altro. L’ho letto e mi è stato anche chiesto in sede d’esame, ma non mi ha mai entusiasmato, così come non mi sono mai piaciuti i neorealisti come Moravia (che mi faceva SCHIFO) o i veristi. Tante cose dell’ultimo anno non mi sono piaciute in italiano…
    Amavo Pirandello, però. Era fantastico leggerlo, amavo sia i suoi lavori teatrali (terrificante nel senso di eccezionale il suo Enrico) che i suoi romanzi.

    Svevo è un discorso a parte…questo perché, almeno per me, è stato presentato nella mia classe come la “risposta italiana a Joyce”, quindi avevo grandissime aspettative, avendo amato questo scrittore irlandese (mi sono letto addirittura l’Ulysses in lingua originale, che resta per me uno dei più bei libri mai scritti): e ne sono rimasto delusissimo. Non mi piaceva, e se dovevo confrontarlo con quel maestro che era Joyce, lo disprezzavo ancora di più.

    Devo dire che, almeno al quinto anno di liceo, ho amato più la letteratura inglese rispetto a quella italiana XD

  10. Teiresias Says:

    Dimenticavo.

    R.I.P. Michael Jackson.
    E’ stato e sarà sempre l’unico, il più grande e inimitabile re del pop in tutto il mondo.
    Una disgrazia che la sua vita sia stata piena di dolori e di sfortune: era un genio, un uomo incredibilmente sensibile e meritava mille volte più di quanto abbia mai avuto nei 50 anni in cui ha camminato su questa terra.
    Uomini del suo carisma non esistono più.

    (Scusate, ma questo merita un post a parte, come minimo.)

  11. Lara Manni Says:

    Merita un post a parte, sì.
    Avalon, commento da applausi.

  12. Mele Says:

    Bah. A me piacciono tutti (Moravia NO. Lui avrei preferito ignorarlo). Però Calvino non l’ho letto alle elementari (se non conto l’estratto su una antologia) e alle medie. La coscienza di Zeno mi ha divertito e mi ha parlato (la parte finale, poi… allucinante!). Riguardo al confronto con Joyce: il paragone è improponibile, perché lui fa un lavoro linguistico che non interessa a Svevo e le loro analisi psicologiche viaggiano su due binari diversi (sempre binari sono, ok, ma le mete non si trovano nemmeno sullo stesso mappamondo).
    Però per l’analisi testuale Svevo era perfetto, anzi, di più: una botta di culo.
    Riguardo Calvino, io sono convinta che sia anche uno scrittore per bambini, perché la prospettiva che loro hanno sul mondo degli adulti rende la loro comprensione del testo mostruosamente profonda. E poi, perché i bambini hanno un gusto per le parole che parecchi adulti perdono, ma in Calvino era particolare.
    Ma forse sto idealizzando l’infanzia.
    (Quoto assolutamente Avalon, per inciso)
    A proposito di infanzia: vogliamo davvero parlare di Jackson? Io potrei solo dare un’opinione da cantante e da ballerina, perché per me lui è preistoria. Ma cosa si può dire di un uomo il giorno dopo la sua morte?

  13. demonio pellegrino Says:

    scusate, ma lo vogliamo dire che Michael Jackson era un pedofilo di MMMM??? O il fatto che fosse un buon cantante giustifica anche questo?

    Dio solo sa quanto io odi i moralisti. Pero’ sui molestatori di bambini mi viene davvero i lprurito alle mani.

    E per chi piange la morte del talento Michael Jackson: avcvreste dovuto piangere molto tempo fa. E’ da parecchio che il suo talento era morto.

  14. ross Says:

    coff coff posso intromettermi? no mi sento in pò tirata in causa perchè…io ho fatto il tema su svevo *_____* X°D
    e devo dirvelo oh, io adoro la coscienza di zeno
    certo, l’ho letto forse prematuramente (2° liceo) però l’ultima pagina mi fa venire i brividi.
    “Quando i gas velenosi non basteranno più, un uomo fatto come tutti gli altri, nel segreto di una stanza di questo mondo, inventerà un esplosivo incomparabile, in confronto al quale gli esplosivi attualmente esistenti saranno considerati quali innocui giocattoli. Ed un altro uomo fatto anche lui come tutti gli altri, ma degli altri un po’ più ammalato, ruberà tale esplosivo e s’arrampicherà al centro della terra per porlo nel punto ove il suo effetto potrà essere il massimo. Ci sarà un’esplosione enorme che nessuno udrà e la terra ritornata alla forma di nebulosa errerà nei cieli priva di parassiti e di malattie.”
    bhè sono stata proprio contenta che sia uscito (anche perchè me l’ero preparato bene prima lol), spero di rattopparci la seconda prova X°D
    ps: uno dei miei libri preferiti è “se una notte d’inverno un viaggiatore” =P

  15. Alice Says:

    Dunque…non centra nulla con il tuo post, ma ho il tuo libro in mano.
    Ieri sera, per puro caso ho accompagnato un amico in libreria e girovagando, mi è caduto l’occhio su quella strana copertina…
    Ora è qui, accanto al mio pc, che attende solamente che io finisca di scriverti questo commento. 😀

    Direi che ha atteso anche troppo…vado a leggerlo!

    Ciao ciao
    Alice

  16. Lara Manni Says:

    Alice, grazie! (comunque è un libro paziente, eh: sa aspettare) 🙂
    Ross: il punto è che io non voglio demonizzare Svevo, nè sminuirne l’importanza. Solo, mi sembra che la scuola si focalizzi quasi esclusivamente su di lui, fra gli italiani, tralasciandone altri. E questo mi piace poco.

  17. Erika Says:

    Salve, se posso dire la mia, credo che il problema fondamentale con Svevo è che a scuola più che la coscienza di Zeno si studino le interpretazioni del romanzo. Questo naturalmente succede con tutti gli autori, si studia la critica delle opere senza aver mai studiato la critica in sé (e quindi serve a poco), ma in Svevo si sente molto di più, per via della natura “psicoanalitica” della storia.
    Secondo me Calvino si fa poco perché, banalmente, in moltissime scuole non ci si arriva. Come in storia non si arriva nemmeno agli anni ’60, per fare un esempio. E, a parte questo, le sue opere che ho letto (Cosmicomiche, Città invisibili, Barone rampante…) non sono facilmente inquadrabili nei rigidi canoni della critica letteraria canonica. Ci vorrebbe una riforma mentale, prima ancora che scolastica, per poterlo studiare decentemente a scuola. Fermo restando che a scuola è difficile studiare decentemente letteratura, se non si ha la fortuna di avere prof in gamba e motivati.

  18. Lara Manni Says:

    Quoto, Erika: hai centrato il punto. La critica più che il testo (o addirittura “invece di”).

  19. ross Says:

    mmm non penso di essere d’accordo
    se proprio dovessi scegliere un autore direi che si focalizza più su montale, visto che alla maturità esce un anno si e uno no, non svevo che non esce mai
    oltretutto noi svevo l’abbiamo esaurito in due lezioni, mentre magari su leopardi, manzoni e foscolo siamo stati tre mesi
    purtroppo come dice erika noi (come molti altri penso) a calvino proprio non ci siamo arrivati, come non siamo arrivati a gadda o a pavese.
    la mia professoressa è brava, e spiega bene, solo che ha voluto fare cose minori e inutili (come monti, porta e belli..ma secondo me pure la scapigliatura poteva essere saltata *e qui si attirò addosso una serie infinita di insulti*) e chiaramente c’è arrivata stretta coi tempi.
    poi, altra cosina
    secondo me è giusto che si studi l’interpretazione del romanzo. mi spiego: se io volessi leggermi il romanzo lo potrei fare benissimo per conto mio (come peraltro avevo già fatto) ma l’interpretazione mi ha fatto apprezzare pezzi del libro che prima non avevo notato.
    allora io demonizzerei di più tutta la lettura e l’interpretazione dei promessi sposi (che tra l’altro odio con tutto il mio cuore), non svevo.
    poi, io vivo in casa con una professoressa di italiano, quindi probabilmente le mie idee sono un tantino influenzate dalla sua presenza 🙂

  20. Loredana Says:

    Uhm… lessi “La coscienza di Zeno” ormai dieci anni or sono, l’ultimo anno di liceo (come mi sento vecchia…), e devo dire che a suo tempo non mi dispiacque affatto; anche a me, come a ross, l’ultima pagina fece venire i brividi. Detto questo, personalmente sono uscita dalle superiori con una strana sensazione di incompletezza: avevo l’impressione di non saperne di letteratura e di critica letteraria molto più di cinque anni prima. Solo all’università mi resi conto che, in effetti, non mi erano stati forniti quegli strumenti metodologici che la scuola avrebbe dovuto fornirmi. Non credo per mancanza degli insegnanti, quanto per un approccio del tutto sbagliato allo studio della letteratura. Non so… secondo me si dovrebbero rivoluzionare un pò di cose nell’insegnamento di questa materia (ma anche di altre).
    Passando a un argomento che non c’entra nulla col post, sono arrivata a metà (o poco più) di “Esbat”, e ho solo un commento da fare: geniale. Geniale e inquietante (in senso positivo, ovviamente). Da un un punto di vista linguistico, innanzitutto (hai una scioltezza incredibile nel passare da un registro all’altro a seconda del contesto); inoltre mi ha colpito molto la struttura narrativa, e ancor più la psicologia dei personaggi (molto complessi), e in generale le molte riflessioni di fondo che vengono fuori sull’umana natura… perché gli esseri umani… “desiderano”, giusto? 😉
    Credo che lo finirò e poi lo rileggerò di nuovo. E’ uno di quei libri che devi rileggere più di una volta per poterli assaporare fino in fondo, almeno per me.
    In ogni caso, i miei più vivi complimenti. Mi rifarò viva a romanzo concluso! 😉

  21. Lara Manni Says:

    Grazie mille Loredana!!!!!!! Sono felicissima che ti abbia colpito la complessità dei personaggi: era uno dei punti su cui ho lavorato di più, e a cui tengo di più!!!!!!
    Quanto a Svevo, e all’interpretazione…ah, Ross, che bell’argomento! Credo che molto, ovviamente, dipenda dall’insegnante. Però a volte a me piacerebbe che parlasse prima il testo, e poi la critica…voglio troppo?

  22. ross Says:

    bhè, in teoria, il testo era stato dato la leggere per l’estate, dunque doveva aver già parlato =P

  23. Lara Manni Says:

    Allora mi arrendo. xD

  24. celeste Says:

    ciao sapete indicarmi un sito dove posso trovare il commento del libro “Marcovaldo”? grz 1000

  25. Lara Manni Says:

    Celeste, ma mica è yahoo, questo xD
    Personalmente non lo so: spero che qualche passante possa esserti d’aiuto.

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