I personaggi che mi piacciono sono personaggi feriti.
Sono personaggi che hanno subito un dolore, un trauma, un mutamento che li ha segnati.
Davvero, però.
I personaggi che mi piacciono hanno un prima e un dopo: qualunque sia la strada su cui cammineranno, nella storia, hanno un sentiero che hanno già percorso, e quel sentiero è buio.
I personaggi che mi piacciono cambiano.
Questa volta rilancio: quelli che sto affrontando ora non hanno ferite leggere. Per la prima volta, devo immergere il braccio in acque gelate e tirarli su per i capelli, strattonandoli per non lasciarli andare nel lago. Come vorrebbero.
Non so ancora cosa ne farò: ma mi piace.
Tag: Fiction, Personaggi
dicembre 21, 2009 alle 2:36 PM |
I tuoi gusti rispecchiano i miei… E visto che in questo periodo sono abbastanza sadico (Ti basterebbe leggere il mio racconto di natale XD) io lascerei sprofondare qualcuno nel lago…
dicembre 21, 2009 alle 2:47 PM |
Ngh, un personaggio che ha un problema (o trauma) e che lo supera ha fascino perchè ha una forza . Anche se non è facile descrivere questa risalita, ho sempre paura di cadere nel banale “perchè sì”, che magari sta bene in un cartone animato ma in un libro no. Poi non tutti ce la fanno, ma ci vuole anche coraggio a lasciare uno dei propri pg in fondo al lago epr sempre |’ è di impatto ma non è sempre facile
dicembre 21, 2009 alle 2:49 PM |
Ma lasciar sprofondare nel lago, quando si riesce a fare, è uno dei punti di forza del raccontare.
Giustamente, mi è stata citata una volta – non in ambito libresco – la morte di Aeris in Final Fantasy. Non torna. Muore “davvero”. Non sorriderà più, appunto.
Difficilissimo riuscirci senza diventare retorici. In un romanzo, almeno.
dicembre 21, 2009 alle 4:20 PM |
Occhio allo spoiler per chi non ci ha giocato e vuoel farlo |)
***
Su FF7 era bello il parallellismo tra lei e Cloud, che entrambi sprofondano in uno stato di morte o morte apparente, ed entrambi ne escono fuori. Uno superando le sue insicurezze e debolezze (ricorda molto i film di Kon, in cui i protagonisti sono tentati di restare dentro un sogno pur di non affrontare la realtà), l’altra usando il Lifestream in cui si era coscientemente buttata e in cui non si è persa, ma ha mantenuto la sua coscienza (era spiegato anche nei racconti che sono usciti successivamente)
dicembre 21, 2009 alle 8:35 PM |
Sai che non ho letto i racconti, Ireland?
dicembre 21, 2009 alle 9:44 PM |
Che pensieri romantici!
Su questa scia, visto che non posso consigliarti libri, ti consiglio due spettacoli: Lucrezia Borgia e Rigoletto. (Se poi hai il fegato di leggerti le tragedie di Hugo da cui sono stati tratti… la pelle è tua.)
dicembre 22, 2009 alle 1:36 am |
Mi pare siano abbastanza recenti, riguardano la compilatin di FF7
Hoshi o Meguru Otome (Maiden who Travels the Planet), a novelization written by Benny Matsuyama and appearing in the Final Fantasy VII Ultimania Ω guide, follows Aerith immediately after her death in Final Fantasy VII. [Wikipedia]
http://finalfantasy.gamesurf.it/koala/index.php?m=download&c=15 <- qui ci sono alcune traduzioni in italiano, per l'inglese basterà fare una ricerca e spunteranno, per chi è interessato =)
dicembre 22, 2009 alle 9:15 am |
Mele, pensa che le tragedie di Hugo, ai tempi, le ho lette. Purtroppo non ho mai visto in teatro le due opere: però le ho ascoltate. Incazzandomi, nel secondo caso, per quella zuccona di Gilda…:)
Ireland, GRAZIE! Volo!
dicembre 22, 2009 alle 10:34 PM |
piace molto anche a me.