Potevate dirlo prima

Heroic fantasy? No.
High fantasy? No, sicuramente no.
Romantic fantasy? Macchè.
Dark fantasy? Oddio. Questo potrebbe essere.
Gotico? In effetti…
Horror? Per me sì, ma a pensarci bene, il canone non corrisponderebbe.

Ebbene, dopo mesi di dubbi, adesso so di quale etichetta posso fregiarmi.
Quella del monnezzone.

Ps. Il che non aumenta certo la mia stima nei confronti di alcuni Scrittori Letterati. Oltretutto io Benzina della Stancanelli l’ho anche letto. E quello, al paese mio, si chiama noir.

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44 Risposte to “Potevate dirlo prima”

  1. Elfo Says:

    Ah ah, io pagherei per scrivere un bel monnezzone. Ma di quelli coi fiocchi, eh. D’altronde il monnezzone è uno dei miei generi prediletti.

    Quanto al resto, Lara, io da semplice lettrice a volte sorrido, a volte mi indigno della spocchia diffusa nel mondo letterario. A tutti i livelli. Dico tutti. Probabilmente, avere la firma su un testo cartaceo conferisce un “patentino di intelligenza superiore”, chissà. Questo si riallaccia un po’ al tuo post dell’altro giorno, ma credo che il discorso sia collegato.
    Criticare, distruggere, smontare è qualcosa di molto semplice ed il perchè è presto detto: non si può applicare troppa oggettività alla letteratura, ci saranno sempre voci discordanti. E allora, mi chiedo, perchè recitare la parte di quelli che hanno la verità in tasca? Sia in un senso che nell’altro, penso proprio che non sia possibile. Inutile accanirsi, inutile prendersi così sul serio da considerarsi gli unici depositari di verità evidenti. No, nemmeno se si conosce bene l’argomento. Altrimenti, puoi essere un genio come Umberto Eco e scrivere capolavori o lo scemo del villaggio che scribacchia insensatezze ma la figura che si rischia è la stessa.
    Detto questo, rispetto l’opinione altrui qualunque essa sia. Solo, immagino, ci possano essere molti modi diversi di esprimerla e il buon senso di solito si misura da sè. 😉

  2. Lara Manni Says:

    Ma sai Elfo. Io vorrei solo sapere una cosa: la signora Stancanelli ha mai letto uno dei monnezzoni che la disgustano tanto?
    Tutto qui.

  3. Elfo Says:

    Magari l’ha letto e magari le fanno schifo. Ma non vedo perchè – se non piacciono a lei – tutto il genere debba rivelarsi spazzatura. Mi sembra una considerazione un po’ troppo alta di sè. Di certo se ne intenderà, sarà una persona del mestiere, avrà letto chissà quanto. Ma perchè utilizzare questi termini di assolutezza? E bada, non c’è solo lei. Io leggo molti forum e blog, non rispondo quasi mai quando leggo deliri di onniscienza. A volte sorrido, a volte mi fanno tristezza. A volte i flame si scatenano e danno colore ad argomenti che altrimenti sarebbero ignorati, ma più spesso quando i toni trascendono nel “E’ così perchè lo dico io!” passa la voglia di continuare a leggere. 🙂

  4. Carlotta Says:

    Elfo sei così saggia che mi commuovi ç__ç
    Lara io non ho letto il tuo libro, ma anche se fosse monnezzone cambierebbe il fatto che qualcuno lo ha apprezzato? Che a qualcuno i personaggi sono rimasti? Che la trama ha catturato? Che magari abbia generato una qualche riflessione (su un termine usato, su una nuova visione delle cose, sui rapporti umani)? Io non credo.
    Io ho adorato Dragonlance che, diciamocelo, non è esattamente un capolavoro di letteratura. Ma ciò non toglie che per alcune cose mi sia rimasto. L’importante per ME è quello.
    Quando qualcuno comincia a fare accademia sui generi, taglia le gambe alla scoperta e alla creatività. Io dico che è il caso di smetterla di sentenziare e tornare a leggere. Mia opinione, ovviamente.

  5. Lara Manni Says:

    Ma no, certo, non cambia nulla. Però dispiace. E’ come se i lettori dovessero tutti sempre e per forza leggere le cose che altri trovano giuste e pertinenti.
    E poi c’è il fatto che in Italia si fa una fatica enorme a parlare di fantasy e di horror, che ci si riesce da relativamente poco e appena si apre un varco si viene inondati di disprezzo. Mah.

  6. gnappetta Says:

    Ma lasciare libera la gente di scrivere un po’ quel che vuole, pare brutto?
    Se uno volesse scrivere di un delitto della camera chiusa in un ospizio della Brianza durante un’apocalisse zombie che dovrebbe fare?
    (Chiaro poi se viene una schifezza peggio per lui… ma in quel caso probabilmente sarebbe venuta una schifezza anche con un soggetto più ragionevole.)
    … piccolo sfogo estemporaneo…

  7. Lara Manni Says:

    Gnappetta, carina l’idea 🙂

  8. Marco Says:

    Perchè solamente in Italia si parla così? Perchè? Perchèèèèèè?!?!? 😉
    Perchè i critici sanno solo criticare, è il loro mestiere – diranno. Anche senza aprire alcuni bei libri. Dove non funziona la scrittura creativa nelle Scuole.
    Perchè no, non è così che funziona, non è così che doveva andare, oh Italia! 🙂

  9. eleas Says:

    bah… son pieno di monnezzoni a casa allora, è un problema temo molto antico forse antico quanto il mestiere più antico del mondo. Ci sono persone che sanno e persone che non sanno. Le seconde debbono fare quello che dicono le prime. Se non lo fanno sono dei cretini e sono passibili di pubblica umiliazione. Stop. Ho sempre detestato la censura (che questa è censura eh!) e sempre la detesterò. Se voglio leggere una porcata cazzi e soldi miei, nessuno e sottolineo nessuno ha il diritto di dire niente. Ritengo che abbiano purtroppo il diritto di dire che trattasi di monnezzoni, ma il problema è che un giudizio espresso per parziale conoscenza (sono ottimista) è un giudizio superficiale.
    Non si può recensire un genere che non si conosce, così come non si può recensire un libro che non si è letto in toto. È una questione di serietà e di onestà intellettuale. Ho recensito dopo tre mesi e tanta fatica un libro di David Grossman, se anche ne avessi lasciato indietro una sola pagina non lo avrei recensito. Chi critica un genere senza conoscerlo è lui il monnezzone.

  10. Lara Manni Says:

    Marco, non lo so, non lo so, non lo so.

  11. eleas Says:

    ma perché la wolksvagen è meglio (a prescindere) della Fiat? Ma perché andare in vacanza a Sharm è meglio che visitare una città italiana? Perché un libro di fantasy o dintorni firmato da uno straniero è MEGLIO SEMPRE della stessa cosa firmata da un italiano?

  12. Elfo Says:

    Mi sembra che Eleas abbia centrato il punto: la soggettività di certe affermazioni che, nonostante lauree, esperienze mistiche o quant’altro sempre soggettività resta. La libertà di opinione è una cosa, specie quella di opinione negativa. E ci mancherebbe altro. L’assolutezza in certi campi mi sembra fuori luogo.

  13. gnappetta Says:

    ” Perché un libro di fantasy o dintorni firmato da uno straniero è MEGLIO SEMPRE della stessa cosa firmata da un italiano?”

    — un fondo di verità c’è anche, soprattutto per il fatto una parte infima della produzione totale viene tradotta …

  14. eleas Says:

    gnappetta: è sicuramente vero che non tutto l’estero viene tradotto, ma siamo sicuri che Twilight rappresenti il meglio dell’estero? Ma insomma possibile che non una penna italiana valga lo straccio di una recensione decente? Che sia tutto monnezza?

  15. gnappetta Says:

    Assolutamente no. Non è nemmeno da escludere che ci sia una vivace vena di rosik che scorre poco sotto la superficie di certi critici. Però è anche vero che qualche italiano si lascia spaventare dalla ristrettezza di vedute dei recensori, osando meno di quel che potrebbe…

  16. gnappetta Says:

    ok, messo così il discorso suona allusivo e fastidioso. quello che intendo è che poca legittimazione (da parte della critica)–> poco coraggio (da parte degli autori)–> ancora meno fiducia (negli italiani da parte dei critici) –> ancora meno coraggio –> moccia.

    .. così suona anche peggio -.-

  17. eleas Says:

    concordo e mi spingo anche a dire che ovviamente non tutto il pubblicato italico è bellezza, e qui potremmo riesumare in molti blog amici il discorso sull’editing eccetera, ma spesso mi è parso di osservare un qual certo gioco al massacro che non mi è parso giustificato.
    Quanto all’osare non so. Quando scrivo non penso ai censori possibili del mio lavoro. Scrivo e basta, lo faccio per piacere mio in primis, quindi non credo che gli altri si pongano il problema “che faccio? Scrivo sta cosa oppure evito sennò poi mi stroncano?”, ma si sa io sono un ottimista 😉

  18. eleas Says:

    gnappetta no moccia no please così uccidi il mio ottimismo

  19. Lara Manni Says:

    Be’, secondo me la questione non è da porre nei termini della nazionalità. Io non voglio essere recensita o trattata coi guanti in quanto italiana. Non sono un panda da salvaguardare. La questione secondo me è sempre e solo nei testi.

  20. eleas Says:

    lara scusa ma qui non è questione di salvare i panda, è questione di onestà intellettuale e di trattare i libri italici conla stessa correttezza con la quale si trattano quelli esteri. Io trovo che non sia così specie da parte di “certa” critica.

  21. Marco Says:

    E pensate che l’Accademia di Svezia (sì, quella del Nobel) accusa gli americani di “chiusura” e di NON tradurre i libri europei meritevoli. Anche la letteratura è spettacolo, è un dato di fatto! 😉 See you, Lara

  22. Lara Manni Says:

    Io non lo so se sia spettacolo e non so se i libri esteri si trattino sempre meglio. A me pare che non si trattino proprio “certi” libri, a meno che non facciano notizia, tipo il discendente di Bram Stoker riscrive Dracula. Ma quello è andare al di là di com’è il libro…

  23. eleas Says:

    lara mi sembra che tu stia confondendo il sensazionalismo alla twilight con la critica letteraria. Io ho visto e vedo un atteggiamento nei confronti della produzione letteraria fantastica italiana a dir poco devastante, vergognoso, sia a livello di quella che GL definisce Accademia sia a livello di critici improvvisati. Questo è il nocciolo della questione, che gli italiani vengono trattati peggio. A meno che non siano amici di amici o a meno che il loro libro non sia economicamente utile.

  24. Lara Manni Says:

    Eleas, anche io ho letto e condivido completamente il post di GL: ma mi sembra che il problema non sia, insisto, di nazionalità, ma di genere. Il genere NON viene trattato, o viene trattato a pescioni in faccia. Anche se si tratta di King, o di Matheson. Qui, davvero, non ce n’è per nessuno, sia nato ad Amalfi o a Santa Monica.

  25. eleas Says:

    Concordo con la questione del genere appieno Lara, ma ci aggiungo un secondo livello di sputtanamento. Già sei sputtanato se scrivi di SF o fantasy, ma lo sei due volte qualora tu sia italiano perché gli ortaggi non te li toglie nessuno. Ho letto solo qualche giorno addietro un pezzo di UNA delle tante mail deliranti che arrivano a GL. Se uniamo l’approccio di certa critica, ci manca che gli tirino in faccia la statuetta di barad-dur e poi siamo a posto. 😉

  26. Lara Manni Says:

    Ma quello è delirio, sono perfettamente d’accordo. Intendo: gente disturbata e frustrata, perchè le hate mail quello indicano.
    Quanto agli ortaggi per gli italiani, sì, può pure essere, anzi sicuramente è: però non mi sta bene neanche la difesa d’ufficio degli italiani in quanto tali perchè ho visto in giro molta porcheria che non si sento affatto di difendere in nome della patria, Eleas.

  27. eleas Says:

    ma infatti io non sto dicendo italiano allora capolavoro, quello che chiedo è:

    1. fantasy? allora non è merda
    2. fantasy italiano? non è sempre ipermerda

    Poi ci possono essere opere degne e opere meno degne per carità, non si discute, ma quello che manca SPESSO è il rispetto per il lavoro fatto dagli autori. Bello o brutto che sia un libro l’autore ha lavorato e parecchio per scriverlo. Rispetto per il lavoro. Sarà che ho appena avuto una discussione con un cliente che non sa cosa sia… 😉

  28. Lara Manni Says:

    Sul rispetto hai ragione, Eleas.

  29. selerian Says:

    Consolati: essere nella monnezza con Mieville, Asimov e Mathenson… diciamo che si può immaginare di peggio. Riguardo alla produzione letteraria italiana nel fantastico, và detto che il livello è disgustoso. Personalmente Esbat non mi è piaciuto, ma oggettivamente non è uno schifo, né dal punto di vista stilistico né contenutistico. Lo stesso vale per Pan di Dimitri, ma in pratica per niente altro. A questo punto è difficile non diventare razzisti verso il fantasy italiano. Il Libro del Destino, Bryan di Boscoquieto e Gli Eroi del Crepuscolo sono esperienze che segnano.

  30. Lara Manni Says:

    Selerian, così non si va da nessuna parte perdonami. Le riserve che ho nei confronti dei libri, italiani e non, che si mettono nella scia di Tolkien le ho espresse in un post due giorni fa. E riguardano proprio il passo uno: scrivo una storia piena di elfi o cose che gli somigliano, che siano scritte bene, male o malissimo.
    Ma il tiro al piattello ci aiuta? Aiuta chi scrive fantastico, oggi, ad acquistare consapevolezza di quel che sta facendo?
    A mio parere, no.
    A mio parere – e può essere sicuramente un parere sbagliatissimo – serve di più ragionare su cosa potrebbe essere fatto, e sulla responsabilità che uno scrittore deve imparare ad avere nei confronti di quel che fa. Anche in un blog, eh.

  31. selerian Says:

    Il tiro al piattello? Non dico che sia utile, eh. Cioè, sono convintissimo che dire “il fantasy italiano fa schifo” non migliorerà il fantasy italiano. Però un amico mi chiede cosa prendere quando và in libreria. Gli consiglio un paio dei miei autori preferiti, poi cosa aggiungo? “mah, prendi un pò quello che vuoi. Ma punta sugli stranieri, fammi un piacere!”. Questo non perché le esalazioni venefiche di marghera, milano eccetera ci rendano automaticamente e en masse degli incapaci nella scrittura fantasy. Ma che il livello attuale del fantastico pubblicato in italia sia mediamente infimo và detto.

    Se poi parliamo di “come migliorarci”, il discorso perde immediatamente ogni connotazione nazionale. Un libro decente si scrive in francese come in tedesco come in italiano – ma questa è un’altra faccenda.

  32. Lara Manni Says:

    Selerian, un discorso del genere somiglia molto a quello fatto da Cortellessa all’inizio dei famosi trecento commenti. A parte il fatto che io stessa non ho letto TUTTO il fantastico italiano che si pubblica, cosa che ritengo complicata per chiunque abbia una giornata di 24 ore a disposizione. In secondo luogo, la distinzione fra italiani e non italiani a me non piace, nè nel bene nè nel male: non voglio essere “salvata” come un panda in quanto italiana, non voglio essere sbeffeggiata in quanto italiana.
    Che all’interno del fantastico ci siano libri buoni, buonissimi, decenti e pessimi è un fatto, così come lo è all’interno del mainstream.
    Che le case editrici, molto spesso, puntino a pubblicare tutto il pubblicabile, è un altro fatto.
    Ma dentro il fantastico italiano c’è roba buona e buonissima. E’ questa che mi interessa.

  33. selerian Says:

    No, piano, fra quello che dico e le parole di cortellessa c’è una differenza fondamentale: io parlo solo e soltanto di qui e ora. Se continuo a tenere sott’occhio il fantastico italiano (vabbè, a parte quei libri talmente idioti che compro solo per farmi quattro risate) è appunto perché aspetto che mi sorprenda in positivo. Per ora, con “Pan” ed “Esbat” mi è quasi andata bene, e suppongo che aspettando abbastanza andrà anche meglio.
    Ma consideriamo i titoli “di punta” del fantasy italiano per le principali case editrici:
    – Mondadori: la saga della Troisi
    – Einaudi: Gli eroi del crepuscolo (agh!)
    – Newton Compton: Bryan di Boscoquieto
    – Piemme: Il libro del destino (allucinante :S)
    – Fazi: Buio (non l’ho ancora letto, ma se mai ho visto un libro che promette MALE…)
    Il quadro è assolutamente negativo. Conclusione: non so se per colpa degli editori, dell’eccesso di radiazione ultravioletta o che altro, attualmente il livello medio del fantasy italiano è ORRIBILE. Ulteriore conclusione: quando vado a comprare un libro e voglio provare qualcosa di nuovo – ma sto cercando un BEL libro – finirò per puntare, anche inconsciamente, sugli stranieri

    “In secondo luogo, la distinzione fra italiani e non italiani a me non piace, nè nel bene nè nel male: non voglio essere “salvata” come un panda in quanto italiana, non voglio essere sbeffeggiata in quanto italiana.”

    E qui non ci sono problemi. UNa volta che ho letto il libro, non mi pongo il problema della provenienza del suo autore (a parte quando lo leggo tradotto, nel qual caso và messa in conto – per quel che pesa – la traduzione). Il problema è quando devo prendere un libro nuovo: difficilmente punterò sull’italia con sincera fiducia.

  34. eleas Says:

    accidenti mi son distratto un secondo…

    selerian io dico solo una cosa: il settarismo sta stancando, i muri contro muri sono totalmente inutili. A parte che l’elenco che tu proponi è a dir poco risibile. Siamo poi sicuri che detto elenco è la schifezza che tu sostieni? Conosco il lavoro di Licia libro per libro, quindi su di lei potrei a lungo discettare e ti potrei tranquillamente dimostrare (ma non lo faccio che non è il luogo) che è errato assimilarla al peggio, la Strazzulla ha toppato il suo primo libro su questo quasi tutti sono concordi, ma occhio che del secondo ho sentito dire bene, e poi? Tu finisci lì io continuerei cintando il Wunderkind, Estasia, il lavoro di Dimitri, di Azzolini, di Cecilia Randall, della de Mari, di… continuo? Tutte merde?
    La generalizzazione e gli assolutismi non hanno il minimo senso.

    se poi invece vogliamo discutere di certo atteggiamento degli editori è un altro paio di maniche, e qui non posso non concordare con lara, e potrei anche aggiungere che a volte un editing più cazzuto e pignolo non potrebbe che giovare a lavori che potrebbero essere ancora più buoni di come sono. Ma anche lì non servono gli assoluti. Mi rifaccio a un intervento di qualche tempo fa di GL, in cui giustamente lui diceva che un buon editor deve anche saper lasciare dare le craniate all’autore. Errando docet.

  35. selerian Says:

    Sostengo che quell’elenco faccia schifo? Sì, e se vuoi posizioni pienamente argomentate le trovi nel link a cui porta il mio nome. Abbiamo recensito Troisi, Rosso, e Ghirardi. Strazzulla e D’Andrea sono coming soon. Estasia ci rifiutiamo di stroncarlo perché ci fa troppo schifo, cecilia randall l’ho abbandonata alla decima pagina consecutiva di infodump. Volendo la De Mari è meno peggio, potrei annetterla alla lista “si salvano”, con Lara Manni e Dimitri (che, appunto, ho nominato). Se vuoi parlare di qualcuno specifico di questi, nessun problema. Siamo a una percentuale significativa del fantasy italiano? Temo di sì. Sicuramente dei titoli che si trovano effettivamente in libreria.

    Non penso – sul serio – che sia un dato così importante. Non c’è motivo per cui l’anno prossimo non dovrebbe arrivare un capolavoro italiano, o per cui la qualità non dovrebbe alzarsi (anche se qui c’è lo zampino degli editori, temo). Ma se la domanda è “qual’è la qualità media attuale del fantasy italiano?”, la risposta è “allucinante”. Abbiamo molte cose assolutamente mostruose (ghirardi, rosso, strazzulla), molte di semplicemente brutte (sostanzialmente gli altri che ho nominato) e come vetta dei libri carini (Esbat, Pan, e proprio a pugni potrei infilarci la De Mari). Brutti libri ce ne sono anche in narrativa straniera, ma in genere evitiamo gli incubi. Prendiamo Twilight ed Eragon, due libri che fanno davvero schifo. Non hanno la totale illogicità né la grammatica stentata di (rispettivamente) Gli Eroi del Crepuscolo o Bryan di Boscoquieto. Poi abbiamo una grande massa di libri dignitosi, che magari non colpiscono molto, e alla vetta abbiamo delle meraviglie: che ti piacciano o no (alcuni di questi a me non piacciono, per dire) spero ammetterai che PRatchett, Martin, Mieville, Erikson, Gaiman, King e Rowling, per fare qualche nome, sono un altro livello rispetto alla produzione italiota.

    Questa è un’osservazione utile per gli scrittori italiani? No. Però è vera, quindi se parliamo del fantasy italiano mi sembra necessario dirla.

    L’atteggiamento degli editori? Avanti, prendi in mano qualcuno dei libri che ho nominato sopra. Richiedere un minimo di logica, un linguaggio decente, qualche tamarrata in meno & co sarebbe “essere cazzuti e pignoli?”. A me, come lettore, non importa una mazza se l’editore è formativo e artisticamente utile per l’autore. Vorrei che il libro che mi capita fra le mani fosse leggibile.

    Quanto agli autori: per ora da parte loro non ho riscontraro l’atteggiamento più positivo del mondo. Per il nostro sito cerchiamo sempre di contattare gli autori stroncati. Per ora siamo a due reazioni isteriche (GL e Rosso – trovi i resoconti precisi nei post “duello con l’autore”), una di malcelato fastidio, ma tutto sommato cortese (Ghirardi) e una molto gentile e interessata ai commenti negativi (Luca Centi). Devo dire che Lara Manni ci è sembrata molto più disponibile al dialogo, ma non essendo nella lista nera di K&P non abbiamo una recensione da proporle. Dalle reazioni che abbiamo osservato – queste sì sono un campione piccolo, lo ammetto – qualche sospetto che pure fra gli autori di fantasy l’autocritica non scorra a fiumi, ci è pure venuto.

    Scusate la lunghezza abnorme di questo post!

  36. Lara Manni Says:

    Il punto è: sicuramente c’è una strategia editoriale secondo la quale si sta cercando la nuova Meyer o il nuovo Meyer. E dunque: libri più che semplici, storia con gli ingredienti giusti, innamoramento e lieto fine assicurato su sfondo epico oppure un tantino tenebroso.
    Questo è vero e innegabile. Però, appunto, in questo preciso momento, e dopo i famigerati trecento commenti, davvero penso che ci serva altro, proprio per non essere stretti a tenaglia. Ci serve come scrittori, ecco: per questo motivo, in questo periodo, preferisco, e altri con me, scrivere di chi mi piace. Alcuni dei libri che Selerian ha citato due commenti fa li ho letti e, no, non mi sono piaciuti. Però non mi aiuta parlarne: e non perchè voglio “fare cricca” o “fare pompini”. Semplicemente perchè penso una cosa: credo che avremo un’annata felice per il fantastico italiano. Ci sono parecchi segnali di attenzione, anche editoriale: e diversa dal “confeziono il simil-Meyer”. Forse, e sottolineo forse. Ho la sensazione che sia un momento delicato. Non ho voglia di sciuparlo. Anche da lettrice, sai?

  37. G.L. Says:

    Selerian: tu arrivi sul mio blog e mi dai del coglione e dell’incapace (vedo, per tua ammissione, prima di aver recensito il mio libro – molto serio). Lo chiami atteggiamento positivo? Comunque: la risposta, da parte mia é: ha ragione Lara. L’unica cosa che mi scoccia è che i Criticoni quando pensano ai “fan” del genere, pensano ai ragazzini come te, non ai lettori. Quelli veri. Quelli che, chessò, i libri li leggono. Per il gusto di leggerli, dico, non per “ah, io sì che saprei”.
    Quindi: prenditi pure i tuoi manoscritti del cazzo (sì, quelli che mi mandi con un altro nick – ma identico IP) alla mia casella mail e schiaffateli nel culo.

    PS
    Vedi? a Giocare sporco siamo tutti bravi. Adesso, a cuccia.

  38. selerian Says:

    Un’annata felice? Non mi dispiacerebbe, se ne sente la mancanza – anche se le pubblicazioni più recenti da case maggiori (skyland, buio e i cacciatori del tempo mi sembra siano gli ultimi titoli) vanno nella solita direzione.

    Se parlarne fa bene? Mah, dal punto di vista dei lettori secondo me sì. Il nostro blog esiste più che altro per finalità umoristiche, e quindi evito discorsi alti sulla critica distruttiva e la sua utilità. Però penso che identificare cosa faccia schifo, per i lettori, sia utile. In ogni caso, il problema della qualità del fantasy italiano era stato sollevato, e ho risposto per questo.

    Nell’interminabile diatriba “il fantasy è un genere per quindicenni brufolosi o no” non sono entrato. Quello che posso testimoniare è che i miei problemi di acne sono risolti da un pò, e la maggiore età – da non molto – l’ho raggiunta. E quoto Lara riguardo al fatto che criticare il signore degli anelli come se per qualche misteriosa ragione rappresentasse tutto il fantasy è del tutto assurdo. Ma mi sembra una di quelle diatribe condannate a rimanere sterili dalla partenza. Non potremo mai dimostrare che un genere letterario sia “degno” oppure no (certo, quando Cortellessa dice che il “kafka accende più sinapsi rispetto a Sturgeon”, vorrei chiedergli a chi ha infilato gli elettrodi nel cervello per scoprirlo…).

  39. selerian Says:

    Prima di tutto: scusa Lara se rispondo a qui a GL, davvero! Ma ci sono accuse contro di me e vorrei avere una replica pubblicamente visibile. Cercherò di essere breve.

    Eh? Manoscritti? Signor GL, posso chiedere cosa sta delirando? Non solo io piuttosto che inviare un manoscritto a lei berrei una buona dose di cianuro, ma quello che dice è tecnicamente impossibile: la mia connessione ha un IP dinamico, a meno che invii i manoscritti nello stesso momento in cui invio i commenti apparirebbero IP diversi. E davvero, perché dovrei? Cioè, se volessi mandare manoscritti a un italiano, li invierei a lara e a dimitri, i due che preferisco o almeno che non mi hanno schifato, no? Lara, hai ricevuto manoscritti da me?? Quindi, GL (vuoi che ti dia del tu, se ben ricordo) evita le accuse a vuoto. O spiegami quale motivazione razionale starebbe dietro le mie azioni.

    Volevo farti delle critiche prima della recensione – ma non prima di aver letto il libro, OVVIAMENTE – per darti la possibilità di includere immediatamente la tua replica, come faremo (se ci faremo un articolo) con le cortesi risposte di Luca Centi ai nostri dubbi sulle sue storie.

    Atteggiamento positivo? A me non importa nulla di avere un atteggiamento positivo. Il nostro blog si chiama “massacri fantasy” per qualcosa. Ma come si può facilmente notare dallo scambio di battute sul tuo sito – e riportato sul nostro – quello che ha cominciato con le reazioni isteriche sei stato tu. Non voglio iniziare un altro discorso infinito, ma non rovesciare la realtà. Ancora una volta, ciascuno interpreti come vuole, però la realtà oggettiva è questa: lo scrittore GL d’Andrea si rifiutato in linea di principio, anche prima di sentirle, di rispondere alle critiche che avevo riguardo al suo libro. E ha insultato i critici ben prima che questi insultassero lui. Se non ci credete, vi invito a leggere il duello con l’autore sul nostro blog – che troverete in versione originale anche su quello di GL, comunque.

    P.S.: visto che questo è il blog di lara, e stiamo discutendo di uno scambio fra me e te, proporrei di proseguire su K&P (c’è un post apposito, no?) o via mail.

  40. G.L. Says:

    🙂

  41. selerian Says:

    GL, aspetterei una risposta. Per quale assurdo e incomprensibile motivo dovrei spedire dei manoscritti a un autore con cui:

    a) ho personalmente litigato
    b) il suo libro mi ha disgustato, e preso apparirà un recensione negativa sul mio blog in proposito?

    Ultimissimo intervento sull’argomento (scusa per l’ennesima volta Lara), a meno di ulteriori risposte di GL. Sono stufo di sentire distorsioni assurde della realtà. GL è andado a cercare la mia identità reale (che peraltro non è un segreto, quindi non vedo dove fosse il problema), ha minacciato ritorsioni legali su basi misteriose ed è stato estremamente scortese verso di me. Quando tutto quello che avevo fatto, fino a quel punto, era chiedergli se intendeva rispondere a critiche che non avevo nemmeno iniziato a porre.

    Chi vuole la possibilità di giudicare da sé è pregato di seguire lo scambio di battute nel mio blog su “duello con l’autore: knight vs GL”. Passo e chiudo, sperando che la discussione continuerà in altra sede.

  42. G.L. Says:

    Sei uno spasso ragazzo mio, uno spasso.

    Cuccia, dai, sù.

  43. selerian Says:

    Penso che anche quest’ultimo scambio dia la misura della disposizione di GL a rispondere a domande di qualunque genere.

  44. lisse Says:

    secondo il mio modesto parere di lettrice (che tra l’altro ha passato da un po’ l’adolescenza), i problemi sono due: 1) l’ignoranza di chi commenta un intero genere senza averlo studiato a fondo (e in questo senso trovo ridicolo affarmare che un genere tanto vasto, con tante sfaccettature, sia tutto “monnezza”. Comunque è ridicolo fare affermazioni di questo tipo per qualunque genere della letteratura).
    2) il problema della scarsa qualità del fantasy italiano esiste. Non ho i mezzi per analizzare i come e i perchè e non voglio fare di tutta l’erba un fascio, ma posso dire che alcune produzioni nostrane mi hanno lasciato francamente perplessa. E questo non aiuta a dare dignità al genere agli occhi dei profani.

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