Due parole sull’editing

Dunque, l’editing.
Visto che mi rendo conto di aver intrapreso un discorso decisamente impopolare nel post di ieri, tengo per me le preoccupazioni e mi faccio gli affaracci miei, come mi è stato caldamente consigliato in privato.
Ma sull’editing ho un paio di cose da dire.
Leggendo qua e là, noto che l’editor è visto come un mostro invasivo che cambia i romanzi dalla prima all’ultima parola per omologarli (oh oh!) al Verbo Dominante. Ovvero, secondo la percezione diffusa, trasformerebbe il Puro Genio dell’autore in una lingua di plastica, che rende tutto uguale a tutto.
Bene, non è così.
Comunque, per me non è così, e anche per qualche altro autore (compreso Zio Stevie) che agli editor deve  dire solo grazie. E King lo fa, in ogni romanzo sceso sulla terra e dotato di codice ISBN.
L’editor è uno sguardo terzo e imparziale. Non è il tuo fidanzato, non la tua migliore amica, non  la mamma. Non ti fa i complimenti per farti contenta. Ti aiuta. Ti fa capire dove ci sono incongruenze, dove hai esagerato, dove hai scritto distrattamente, dove puoi migliorare.
E l’ultima parola spetta, sempre, a te.
A volte un editor può chiederti di riscrivere, è vero. E’ sempre un male? Vi faccio un esempio. Quando l’editor di una raccolta di storie fantastiche ha letto il mio racconto di fantasmi, mi ha fatto non una, ma molte osservazioni. Pur apprezzandolo. Mi ha detto, infine: “riscrivilo”.
Sul momento ci sono rimasta molto male, perchè a me il racconto piaceva e piace molto.
Poi ci ho pensato. E, sì, lo riscriverò da capo. Per un semplice motivo: perchè può venire MEGLIO. E perchè accoccolarsi su un risultato, per uno scrittore così come per un pasticcere, è sempre stupido. Sempre.
A meno di non cercare, nella scrittura, solo un atto di autogratificazione: in questo caso, non parlo più.

Tag:

25 Risposte to “Due parole sull’editing”

  1. Vocedelsilenzio Says:

    Io credo nell’Editor, anche se non ho mai avuto esperienza sul campo.
    Ho però rifiutato un contratto con una piccola casa editrice perché non offriva l’editing. Io credo che questo sia un servizio indispensabile, appunto perché viene da un’occhio imparziale e che anzi, credo/spero, vuole solo il meglio per il testo su cui sta lavorando.

    Detto questo, i pasticceri devono sempre fare di meglio, così io posso assaggiare cose sempre nuove e dolci! 😉

  2. Lara Manni Says:

    Hai fatto benissimo, sai? Oltretutto, l’argomentazione più corretta a favore dell’editing l’hai appena data: per quale misterioso motivo l’editor dovrebbe rovinare un testo?
    Poi, appunto, ci sono questioni sullo stile che si possono discutere. A me è stato chiesto di riscrivere il racconto in prima persona e ho detto no. Ma su altre obiezioni, invece, sto lavorando.

  3. Vocedelsilenzio Says:

    Penso anch’io di aver fatto bene.
    Ed credo anche che sia logico un discorso di ‘pareri’. L’editor propone determinate cose e ci si riflette insieme… in fondo, deve essere anche un lavoro di squadra per poter arrivare ad un buon risultato.

  4. Lara Manni Says:

    Esatto 🙂 Solo che è taaanto più comodo dire che l’editor è tanto cattivo e non capisce niente 🙂

  5. Vocedelsilenzio Says:

    Eh, questo è un atteggiamento che risulta comodo anche se non si parla di editor, mi sa…

  6. Carlotta Says:

    Intanto mi chiedo chi ti ha consigliato in privato di farti gli affari tuoi e perché non viene a farlo in pubblico visto che stiamo parlando di materiale pubblicato su post, in libri, ecc…
    Poi, non vedo per quale arcano motivo un editor dovrebbe mettersi a stravolgere un libro quando potrebbe semplicemente cassarlo. Di gente che scrive ce n’è anche troppa, qualcosa si trova.
    Inoltre quando pubblichi con una CE è come andare a convivere con una persona. Ci si viene incontro, si cercano le vie di mezzo, ma se i miei principi vanno contro i tuoi, ognuno sta a casa sua perché è evidente che non siamo fatti per stare insieme.
    Non dico che gli editor abbiano sempre ragione, per carità. Ci sono i cattivi panettieri come i cattivi editor. Mi sembra che qui però le cose stiano diversamente.
    Concorderrimo anche col fatto che i pistolotti ideologici vanno bene per i saggi, ma nella narrativa vanno studiati bene altrimenti sono noiosi e la gente li salta a piè pari.

  7. Lara Manni Says:

    Già: se un editor ti consiglia una sostanziosa riscrittura significa che vede comunque del buono in quello che fai.

  8. Melmoth Says:

    E se non consiglia nulla? Significa che sei un genio?
    Lo chiedo perchè (forse sono strano) diffido dell’editor che non fa editing.
    Purtroppo, nella mia esperienza, sono tre su cinque.

  9. Lara Manni Says:

    Mai conosciuto un editor che non consiglia nulla, a dire la verità. E mi preoccuperebbe.

  10. chiara Says:

    A proposito di editing, per divertirsi e riflettere, una proposta di qualità:

    http://www.anobii.com/books/A_mille_miglia_da_Kensington/9788845910739/019bbcbf15d6a3e7ec/

    L’ho letto anni anni fa… impagabile!

  11. Lara Manni Says:

    Lo voglio! Ora! 🙂

  12. chiara Says:

    🙂

  13. Ema Says:

    Io qualche idea su editor che lasciano passare tutto ce l’avrei (a loro stessa detta) ma lasciamo perdere se no Lara mi banna 😉
    Comunque, per tornare in tema. E’ razionalmente vero dire che quando ti suggeriscono “riscrivilo” significa che credono almeno nella bontà dell’idea e nelle tue capacità di realizzarla meglio. Però, ecco, anche da scrivente a tempo perso ho visto la Riscrittura sempre come un sommo fallimento. Anche se tutti i professionisti mi dicono che è fondamentale, ed è anzi un fenomeno con cui convivere.

  14. Lara Manni Says:

    La riscrittura non è mai un fallimento: anzi, è il contrario. Esbat l’ho riscritto cinque volte, fra una cosa e l’altra. Il fallimento è, semmai, quando non può salvarsi nulla di una storia, e capita anche ai pluripubblicati.
    Riscrivere, secondo me, è indispensabile: certo, può capitarti una storia dove ti limiti alle rifiniture perchè è venuta decisamente bene. Ma è raro, raro, raro.

  15. Ema Says:

    ma quando riscrivi… cioè, quando dici che hai riscritto esbat 5 volte intendi da zero, penna in mano e via? o che hai riscritto dei capitoli? o da zero seguendo lo scheletro già impostato con le scritture precedenti?

  16. Lara Manni Says:

    Intendo che riscrivo da zero, prima lavorando di penna sul manoscritto e poi al computer. Ovviamente non riscrivo tutto: alcune parti le riscrivo completamente, in altri casi mi limito a modificare alcune frasi.Dipende.

  17. Fabrizio Valenza Says:

    Ciao Lara. Complimenti per il blog, che da un po’ di tempo leggo con vero piacere!
    Concordo con quanto scrivi circa l’editing.
    La mia esperienza con gli editor è stata, finora, varia. Mi pare (e dico “pare” perché sono convinto di aver ancora tanto bisogno di crescere come scrittore) che il principale compito dell’editor sia quello di cogliere le vibrazioni dello stile personale dell’autore e aiutarle a suonare chiare e potenti. L’editor è quello che porta al massimo livello possibile (nella fase storico/personale in cui si trova lo scrittore) le sue capacità, senza coprirlo, sostituirlo o lasciarlo a se stesso.
    Concordo anche con quanto dici della riscrittura. La necessità di riscrivere e sviluppare è fondamentale, così come l’umiltà di uno scrittore che, per farlo, deve scendere a patti con se stesso.
    Grazie per il post.

  18. Lara Manni Says:

    Ciao Fabrizio, e grazie a te! 🙂
    Perfettamente d’accordo: è la “risonanza” fra autore ed editor quella che deve crearsi. Poi, certo, ci sono editor più…brutali e editor più garbati, editor che si sovrappongono e altri rispettosi. Ma anche rispetto ai sovrapponenti, la sfida è interessante.
    Per dire: sempre l’editor del racconto di fantasmi ha una visione del fantastico più sfumata e ambigua rispetto alla mia.
    Mi sono detta: e perchè no? Proviamo.

  19. Anonimo Says:

    @Lara. Io ne ho conosciuti. Posso fare anche i nomi delle case editrici se vuoi. Non sono piccole. E attenzione: dare qualche consiglio sulla struttura è ragione necessaria e non sufficiente per chiamarlo Editing. Sufficente è solo quando si copre tutta la varietà dell’opera: la corenza stilistica, quella logica, lessicale, grammaticale, l’impianto narrativo, il tema, tutto. Ciò non significa che un editor deve aver da ridire su tutto, ma deve saper DIRE su tutto, con proprietà di linguaggio. Conosco editor di case editrici che fatturano miliardi i cui consigli sulla riscrittura sono stati (non invento e non aggiungo nulla): “perchè non riscrivi un po qua e là”. Qua e La, dixit.
    Eh sì: è grave.

  20. Melmoth Says:

    L’ultimo intervento era il mio.
    M.

  21. .{La LIbreria Immaginaria}. Says:

    Come non condividere questo post.
    Io che ho sempre sognato di fare l’editor.

  22. Alessandro Forlani Says:

    Editor santi subito! Quelli veri. Quelli di spietatezza clinteastwoodiana. 🙂

  23. Fabrizio Valenza Says:

    Rispetto ai “sovrapponenti”, come dici tu, la sfida può essere interessante a patto che si sovrappongano a ragion veduta. Si può anche essere brutali (anzi, forse si deve) ma con lo scopo di rendere il testo qualcosa ancor più dell’autore rispetto a prima, non “più dell’editore (o dell’editor)”. Il rischio con i sovrapponenti è questo: che trasformino il testo in qualcosa più editor-friendly che author-friendly, se mi passi il modo di dire.

  24. Laurie Says:

    mi faccio gli affaracci miei, come mi è stato caldamente consigliato in privato
    Proprio oggi mi è venuto in mente che qualcuno potesse dirti questo. Che gente. Forse non sarò sempre d’accordo con te ma ti vorrei sostenere sempre, come persona.
    Comunque, editing, molto giusto quello che dici. Non ho mai pubblicato niente ma l’altro giorno ho letto un articolo* di un editor americana e se fanno tutto quello che racconta tanto di cappello!!
    Mettiamo che siano figure inutili e dannose; tutti quegli scrittori che li ringraziano per il loro lavoro saranno forse dei masochisti? Io non credo XD

    * di quelli segnalati dalla mitica secondopiano!

    Per il resto, qui si cominciava a parlare di chi è un testo (o di quante persone ha bisogno un testo): l’autore, l’ideatore, l’editor, la casa editrice, il lettore… insomma il romanzo moderno non è infondo di tutti? L’autore potrebbe riuscire nel suo lavoro di scrittore da solo? E l’autore può essere l’unico a rivendicare diritti sul testo?
    Non è forse l’onnipotenza di certi scrittori ad essere deplorevole? Così poi ci ritroviamo un autore che al solo nominare il ghost writer si indigna manco l’avessero accusato di omicidio, vicenda che tutti si ricorderanno, spero.
    Mi pare che Lara di questo ne abbia parlato svariate volte.

  25. Lara Manni Says:

    Ah, Secondopiano! Grandissima: il suo blog andrebbe letto da tutti quelli che scrivono, tutti i giorni.
    Lau, e certo che il testo è di tutti. Parole sante.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...


%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: