Come si fa a non farsi distrarre mentre si scrive? La domanda mi arriva via mail da una blogger, e mi costringe a pensare.
Perchè io mi distraggo, eccome. Ho sempre invidiato quegli scrittori che si mettono a tavolino alle otto di mattina e non staccano fino alle tre del pomeriggio, felici di galoppare in altri mondi e totalmente immemori di quello in cui ci tocca vivere.
Io non ci riesco. Quando apro il file della storia che sto scrivendo, comincio con assoluta dedizione a buttare giù le prime venti-trenta righe. Poi mi fermo. Accendo una sigaretta. Controllo la posta. Riprendo.
Altre venti righe, e mi rifermo. Gironzolo per la rete. A volte gioco. Accendo un’altra sigaretta.
Riprendo.
La faccenda continua con varianti (bicchiere d’acqua, cambio di scarpe con le pantofole, telefonata). Infine, stremata, arrivo alle cinque cartelle che mi ero prefissa di scrivere. E, sì, mi capita – ma a tratti – di “staccare” completamente per ritrovarmi nello stesso altrove di cui sto raccontando. Mi capita più spesso per strada, però, quando cammino e mi sembra di sapere perfettamente dove la storia deve andare. Quando sono davanti allo schermo, entro ed esco continuamente.
Ultimamente la mia capacità di concentrazione sembra persino diminuire, peraltro. Forse perchè la revisione del racconto mi sta facendo soffrire un po’. Forse perchè il romanzo nuovo pesta i pugni per essere cominciato, vai a capire.
Comunque, credo che la cosa più importante sia porsi una dead line: entro la tale data, devo essere arrivata a tale punto. In questo senso, aver cominciato in un sito di fan fiction mi ha aiutato molto: mi ero prefissa un aggiornamento settimanale, e così è sempre stato. Anche l’esperienza dell’Oca è stata utile per lo stesso motivo: poneva una scadenza, e la medesima andava rispettata.
Quando ci si pone da soli un paletto, si ha sempre la tentazione di andarlo a piantare un po’ più in là.
Tag: Il gioco dell'Oca
marzo 22, 2010 alle 9:25 am |
et voilà non sono morto ogni tanto ritorno… che bel tema. E come lo sento vivo, non sto più riuscendo a scrivere mannaggia a me e ai casini lavorativi, ho un capitolo appena iniziato ma la testa in questi giorni è altrove, anche la dead line che mi ero dato è andata a farsi benedire da mo’, insomma organizzativamente sono un disastro…
marzo 22, 2010 alle 9:53 am |
Fissa una nuova dead line e rispettala. 🙂 E’ l’unica soluzione, credimi.
marzo 22, 2010 alle 10:03 am |
E la cosa assurda in tutto ciò è che io invidio tantissimo la tua costanza e la tua velocità, quindi quanto sono messa in dramma…XD?
marzo 22, 2010 alle 10:05 am |
Ad avere tutto il giorno. Ad averlo.
marzo 22, 2010 alle 10:09 am |
E chi ce l’ha tutto il giorno, Melmoth? 🙂
Ele, velocità, io?
marzo 22, 2010 alle 10:12 am |
Sì, dannata!! xD Io invidio tantissimo chi è veloce, ma ultimamente comincio a pensare di essere velocissima, io, solo che mi dilungo davvero tanto…XD (non inutilmente, però. Spero. Dovrei aver imparato la lezione!)
marzo 22, 2010 alle 10:14 am |
Ma io non sono veloce. Posso essere veloce in prima stesura perchè sono impulsiva. Ma poi ci metto anni a rivedere. Se penso alle cinque stesure di Esbat, alle attuali quattro di Sopdet e alla terza del racconto…testi su cui lavoro, ridendo e scherzando, da due anni…
marzo 22, 2010 alle 10:16 am |
Beh, dipende anche da quanto tempo una persona ha per scrivere.
Se è tutta la giornata, perché scrivere è l’unico lavoro, lo capisco.
Se invece hai 4 ore al giorno, dalle 21 alle 01 di notte, la situazione cambia e non ti puoi permettere troppe pause o distrazioni 😉
marzo 22, 2010 alle 10:28 am |
Fino a un certo punto: non sempre ho tutta la giornata a disposizione, e non riuscendo a scrivere di sera (proprio impossibile, ci ho provato ma non esce niente), devo ritagliarmi le mie tre-quattro ore di giorno…è una questione di metodo, temo…
marzo 22, 2010 alle 11:24 am |
Al momento sto avendo problemi enormi con l’incompentrabilità di lavoro/scrittura. Niente, è sempre più difficile. Da piccolo mi chiedevo perchè gli scrittori erano spesso poveri e in bolletta; la risposta la so adesso: perchè lavoravano poco per gli altri e scrivevano spesso per se stessi.
Ho il sospetto che una delle ragioni principali di questo Blog (una delle) è quella di voler creare un patto con i tuoi lettori in modo da darti delle scadenze. Se non funziona puoi chiedera agli editor Feltrinelli o al tuo agenti di dartele.
Altro discorso va fatto su Internet: dovresti avere un accesso a tempo, non illimitato. Questo limiterebbe enormemente la possibilità di distrarsi.
Poi bisogna capire anche quando ti distrai. Io ho notato che paradossalmente quando sto ‘imbroccando’ una scena, provo sempre l’impulso irrefrenabile di alzarmi. Probabilmente è perchè ho raggiunto un livello di saturazione emotiva. O perchè ho paura di entrare dove sto entrando. Cerca di capire come e quando entra la distrazione: non cred0o che distrarsi sia sempre inutile, anzi, una distrazione controllata è sempre creativamente fertile…
marzo 22, 2010 alle 11:45 am |
Ti viene mai voglia di “staccare” per periodi interi? Ad esempio, decidere che per un po’ la scrittura se ne starà da parte? Una specie di indigestione di parole, ecco: ti viene mai voglia di chiudere il computer e non riaprirlo per qualche settimana?
marzo 22, 2010 alle 11:55 am |
Mimmi, sì, mi viene voglia. Avevo in effetti deciso di staccare e poi ci ricasco sempre.
Melmoth, sulla connessione a tempo ti dò perfettamente ragione. C’è però una cosa strana: a me questa distrazione, in effetti, aiuta. Perchè mi rendo conto che mi trastullo finchè non sono “entrata” davvero. Nel mio caso, non per saturazione emotiva, ma forse per insicurezza. Della serie: riuscirò a rendere questo capitolo esattamente come lo volevo? Ci provo o non ci provo?
Considera un’altra cosa: il primo romanzo si scrive con baldanza, ad ogni parola ti sembra davvero di stare creando il giardino dell’Eden. Poi arriva la consapevolezza, e cominci a prestare orecchio alla tecnica. Il che è più che giusto, ma bisogna trovare una nuova misura.
marzo 22, 2010 alle 1:29 PM |
Io scrivo in pausa pranzo e la sera. Quindi mangio di strafogo e la tastiera del portatile (perchè la pausa la passo in ufficio) è piena di briciole. Che schifo!
marzo 22, 2010 alle 1:55 PM |
Comprare pennellino per tastiera e infischiarsene 🙂
marzo 22, 2010 alle 2:25 PM |
mangiare davanti alla tastiera è oltremodo godurioso.
Domanda per gli scrittori: scrivere su più fronti contemporaneamente è distruttivo? o dipende da persona a persona? o è anche meglio? 🙂
Intendo ovviamente lavorare a più storie insieme, tutte nella fase di prima stesura (mentre iniziarne una mentre se ne revisiona un’altra immagino sia la normalità per tutti). Come vantaggi, vedo che l’autore può “zompettare” dall’una all’altra inseguendo l’ispirazione, o la sensazione del momento. Come svantaggi… difficoltà di concentrazione? Dispersione delle idee? Miraggi?
PS Per la VELOCE LARA: ma ‘sto SOPDET???
marzo 22, 2010 alle 2:29 PM |
I paletti! Come li odio. Riesco a lavorare solo sotto pressione, per cui arrivo sempre al giorno prima della scadenza (che solitamente è una data tirata a forza dalla mia testa) senza aver effettivamente lavorato. A parte che io non lavoro, le mie scadenze riguardano questioni sciocche.
Il distrarsi aiuta, è sostanzialmente una perdita di tempo, ma aiuta. E’ la solita storia “ti fai la passeggiata e poi rivedi tutto con occhi diversi”, ma è utile.
marzo 22, 2010 alle 2:31 PM |
Dipende, Ema: credo che davvero la cosa sia diversa da persona a persona. Io non ci riesco, per esempio: devo lavorare a una cosa per volta, almeno in prima stesura. Poi, appunto, la revisione può procedere parallelamente a un’altra scrittura.
Quanto a Sopdet: la revisione è finita, la lentezza è dovuta a un cambiamento di cui parlerò.
Cosino nero: anche tu? Per me essere sotto pressione è indispensabile. 🙂
marzo 22, 2010 alle 3:12 PM |
ciao mi chiamo francesco e sono un grande fan di esbat… ho urlato in faccia a il mio libraio di fiducia perchè mi diceva che un libro chiamato sopdet non esiste prima di scoprire che è stato solo postato online… ma non lo trovo!!! per favore mi potresti dire dove posso leggerlo?
grazie in anticipo
Ciao
marzo 22, 2010 alle 3:15 PM |
Ciao Francesco! 🙂
Anzitutto grazie di cuore!
Quanto a Sopdet, in rete non è disponibile e sulla pubblicazione dirò qualcosa davvero in breve tempo. Promesso!
marzo 22, 2010 alle 3:24 PM |
uh…i paletti. Che incubo. Un classico rapporto di amore-odio. A volte mi sembra di passare la vita ad organizzare scadenze e piantare paletti che poi puntualmente se ne vanno a male… Nel discorso delle distrazioni mi riconosco in pieno…anch’io funziono più o meno così…un tot di righe e un giretto…altro tot di righe altro giretto. Il che però si aggiunge al fatto che a volte attraverso dei periodi talmente morti dal punto di vista dello scrivere che neanche la lista della spesa… Ho da poco pensato all’idea di un blog…un esperimento che non avevo mai fatto…magari serve come stimolo ad essere costante…come antidoto per i periodi morti… 🙂
marzo 22, 2010 alle 3:40 PM |
Vdm, per me il blog è stato ed è fondamentale: come diceva Melmoth, è anche un modo di prendere impegno con chi legge, di non tradire fiducia e aspettative per quanto riguarda le cose che scrivo. E anche un modo per essere costanti: un post al giorno, salvo catastrofi, va fatto.
marzo 22, 2010 alle 4:45 PM |
grazie! scusami avevo letto che era stato postato in rete -.- aspettero con impazienza allora… a presto Ciao!
marzo 22, 2010 alle 5:08 PM |
Oddio, forzarsi al computer per delle ore non è molto salutare. E se la concentrazione dura venti minuti, è nella norma…
Per quanto ho sperimentato, spezzare rende più dell’immersione completa… e sono una fan delle secchiate dell’ultima ora!
Per il resto, deve dipendere tantissimo dal carattere (o dal segno XD!).
Le scadenze mi ammazzano voglia e creatività.
In altri ambiti è la competizione che mi salva. Ma colla scrittura non serve a molto…
marzo 22, 2010 alle 5:34 PM |
Grazie a te Francesco. Non so se saranno brevissimi i tempi, visto che (posso dirlo) ci sarà comunque un cambio di editore, ma appena so qualcosa lo dico. 🙂
Mele…sì, dipende dal carattere. Io mi autovincolo alle scadenze o so che non combinerei niente 🙂
marzo 22, 2010 alle 7:22 PM |
Ma scusa Lara eh ma guarda che sei piuttosto rigorosa. Guarda il lato positivo: hai scritto tre libri, quattro racconti, un progetto per l’Oca… Quindi sì, ti distrarrai anche tanto ma alla fine riesci a produrre.
Quindi sì, forse il tuo compito potrebbe essere prendi una dose di autostima giornaliera?
Always look on the bright side of life? xD
marzo 22, 2010 alle 7:55 PM |
Un pennellino per tastiere dici? Mah…a me servirebbe un aspirapolvere 🙂
marzo 22, 2010 alle 9:09 PM |
Esistono anche quelli. Con USB.
marzo 23, 2010 alle 6:15 am |
Devo comprarne uno, allora. SUBITO.
marzo 23, 2010 alle 9:22 am |
Lau, in effetti la mia autostima è sempre dannatamente vacillante 😦
marzo 23, 2010 alle 10:49 am |
Pensa a quanto lavoro hai fatto e quanto hai raggiunto quando ti senti sconfortata *abbraccia* e poi hai noi! *riabbraccia*
marzo 23, 2010 alle 11:03 am |
*abbraccia stretta stretta stretta*