Il tempo non esiste, dice il fisico Carlo Rovelli su Repubblica di oggi. Teoria di enorme fascino (oltre che di interesse molto vivo per me, che sto mettendo le mani sul concetto di tempo ormai da due anni, da quando Sopdet ha iniziato a essere qualcosa di più di una scaletta su un file). Il tempo non esiste. Bene, ieri sera ne ho avuto una parzialissima prova. Mi ero fermata a scrivere fino a tardi in riva al lago. Erano andati via tutti. Non c’erano neanche più le luci dei pescatori. Solo il monitor del computer, almeno finchè la batteria non ha deciso di spirare. Il lago buio era una porta nera. Un occhio spalancato e atterrito. Le stelle erano enormi. Non c’erano rumori. Neanche il crac di un ramoscello spezzato. Non c’era vento. Eppure, non mi decidevo ad andarmene. Ho chiacchierato su Facebook per un po’, e infine la paura è passata. Quando ho rimesso il portatile nello zaino e mi sono addentrata nel boschetto per arrivare al paese, mi sentivo stranamente bene. Il tempo, come per il vecchio Galileo, erano i battiti del mio cuore. Poi, che ci crediate o meno, una cornacchia è arrivata vicino a me. Non dormiva, non scappava. La fiamma dell’accendino si è riflessa in un occhio più nero del nero. La cornacchia mi ha becchettato la scarpa e mi ha seguita per un po’, fino al paese. Poi, è volata via.
Non so come si chiami tutto questo. So che per un’assurda coincidenza stavo rileggendo La bambina che amava Tom Gordon. E so che il Subudibile è, a volte, gentile.
agosto 3, 2010 alle 11:09 am |
pure io sono in montagna a tentare di finire una storia horror, un paio di sere fa ho provato a scrivere all’aperto, e tornando indietro devo aver disturbato dei caprioli. Il verso del capriolo è qualcosa di veramente agghiacciante e mostruoso quando spezza il silenzio al buio, anche se sai cos è. Mi sono talmente spaventato che ho deciso che devo assolutamente tornare a scrivere lì 🙂
agosto 3, 2010 alle 1:45 PM |
A me piace moltissimo passeggiare quando cala l’oscurità, qui nei boschi delle langhe. Naturalmente occorre fare molta attenzione e tenere in tasca una pila a led, per ogni evienienza. 🙂
agosto 3, 2010 alle 1:48 PM |
Dopo aver letto quel libro ricordo di aver spiattellato il concetto del Subudibile all’ora di religione. Fermamente convinta che in La bambina che mava Tom Gordon King avesse centrato in pieno il punto.
Mi sono arrivate trenta occhiate in tralice.
Ah, Lara? Te l’avevo già chiesto per un’altra storia, ma non sono mai arrivata al punto. Quindi ri-richiedo.
Posso citare Esbat in una storia su EFP?
agosto 3, 2010 alle 2:57 PM |
Hannah: certo che puoi. Su Efp c’è persino una sezione dedicata a Esbat 🙂
Val. Sono di nuovo sul lago e stavolta ho la pila. Si sa mai.
Giobix: hai mai sentito il verso della lepre? Quando è terrorizzata? E’ sconvolgente.
(Voglio sapere tutto della storia horror, va da sè)
agosto 3, 2010 alle 3:23 PM |
Grazie! =) E darò di sicuro una buona occhiata alla sezione.
E buona idea portarsi dietro la pila.
agosto 3, 2010 alle 3:24 PM |
Poi fammi sapere, eh!
(pila carica!)
agosto 3, 2010 alle 4:47 PM |
Che bello, Lara!
Disantropizzazione (ne parlavo in un post da GL)
Mi è piaciuto immaginare la scena di te che torni in compagnia della cornacchia.
(a me piacciono, le cornacchie)
agosto 3, 2010 alle 4:47 PM |
Will do ;] C’è un link sulla mia bacheca di fb, se vuoi, intanto.
batterie di ricambio? ù.ù
(si sa mai. Vendetta di Pan XD)
agosto 3, 2010 alle 4:57 PM |
Sto leggendo Hannah, mi pare molto molto interessante.
Vale, la cornacchia è ancora qui, mentre comincia a piovigginare sul lago. Mi sto innamorando di lei. Aiuto.
agosto 3, 2010 alle 4:59 PM |
…*si va a nascondere*.
Grazie Lara.
Hai già dato un nome alla cornacchia? ❤
agosto 3, 2010 alle 5:02 PM |
Uh. Ancora no.