Scrivere come Brancati

E questa da dove spunta? Perchè Vitaliano Brancati, scrittore considerato minore, scrittore considerato realista e che nulla ha a che vedere con le digressioni precedenti sul fantastico?
Proprio sicuri? Avete letto Don Giovanni in Sicilia? O Il Bell’Antonio? Avete letto l’oscuro, cupissimo, Paolo il caldo? Lasciate perdere le trasposizioni cinematografiche, parlo dei romanzi. Sono romanzi sull’eros come immobilità. Come sguardo fisso e disincarnato. I personaggi di Brancati preferiscono creare il fantasma di una donna immaginando che riempia la propria vita, anzichè viverla. Anzichè amare davvero una donna. Sono disperati, sono  inchiodati a un’ossessione. Poco importa che il modo di raccontare l’ossessione medesima sia “realistico” o addirittura “comico”: personalmente, gli uomini di Brancati, prigionieri di una malìa che non spezzeranno, non mi hanno mai fatto ridere. Mi hanno inquietata, semmai, perchè l’ossessione – El Zahir – inquieta come tutto ciò che cristallizza la vita in uno stato di non-realtà.
Mischiare i piani (reale e apparentemente impossibile) è quel che rende una storia degna di essere raccontata. E l’ossessione è una delle chiavi. Perchè, come scrive Rick Moody nell’introduzione a Il velo nero (che voglio leggere), “Imbattersi in un’ossessione è come imbattersi in una persona nella sua interezza; l’ossessione ha i suoi punti bui, a volte è inesplicabile, inquietante, sorprendente, e in altri momenti affascinante, è sia ingannevole che leale”.

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2 Risposte to “Scrivere come Brancati”

  1. Melmoth Says:

    Don Giovanni in Sicilia era da sturbo. E c’è tutto il pezzo di lui che nel tunnel dell’amore ha l’intuzione fugace di quello che è ed è stato che fa venire i brividi.

  2. Lara Manni Says:

    Evviva, Melmoth. Puro orrore, volendo. Pura distorsione del reale, anche. E un grande scrittore, non a caso così amato da Sciascia.

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