Il video è stato realizzato da Gipi. Non ci sarebbe stato bisogno di precisarlo, dal momento che non è il nome (nel caso, quello di uno dei più intelligenti e sensibili disegnatori italiani) a contare, ma il video medesimo. Lo faccio solo per far capire che non si tratta di buonismo, indignazione di chi non frequenta la rete (Gipi ha un blog bellissimo), ipocrisia da anime belle.
Più egli contempla, meno vive; più accetta di riconoscersi nelle immagini dominanti del bisogno, meno comprende la sua propria esistenza e il suo proprio desiderio (Guy Debord, La società dello spettacolo).
Tag: Gipi
ottobre 11, 2010 alle 8:57 am |
Aveva ragione Quasimodo (il poeta e non il gobbo eh), siamo ancora quelli della pietra e della fionda. Barbari. Ora poi sul mio profilo di FB sto discutendo con una mia amica su questo fatto, io ho detto chiaramente che per me queste persone non sono tanto diverse dall’assassino, che sono barbari, secondo lei io non avrei “[…] nessun diritto di sputare sentenze su qualcuno che la pensa in maniera diversa, tutto qui.” Ma loro hanno il diritto di fare fare le belve assatanate. Qualcosa non mi torna.
X-Bye
ottobre 11, 2010 alle 9:27 am |
Magari scorrendo i profili di quegli utenti si trovano messaggi pieni di TVB e SMAK, e questo li fa sentire “buoni” sul serio…
ottobre 11, 2010 alle 12:11 PM |
Sembra ci sia in giro molta gente che si sente quasi obbligata a sottolineare la distanza morale che la separa dal “mostro”.
Quello che è agghiacciante è che la procedura ottiene risultati opposti a quelli sperati.
ottobre 11, 2010 alle 3:25 PM |
E’ il problema della folla, sempre. La folla e’ una bestia. Sempre e comunque. E FB e’ folla, bestia.
Poi queste stesse persone magari firmano appelli contro la pena di morte, no?
ottobre 11, 2010 alle 4:52 PM |
@demoniopellegrino: sai è la stessa cosa che ho pensato io, sul fatto che di firmare appelli contro la pena di morte…
X-Bye
ottobre 11, 2010 alle 4:55 PM |
In verità in verità vi dico che fa più senso l’eccelsa proprietà di linguaggio esibita in alcuni di quei commenti, piuttosto che il loro contenuto.
Per il resto, rilancio con ‘”Diffida di tutti coloro in cui è potente l’impulso a punire” (Nietzsche).
ottobre 12, 2010 alle 5:24 am |
E’ rabbia quella espressa, non mi sconvolge di certo.
E d’altra parte pochi giorni fa i carabinieri hanno salvato dal linciaggio un ragazzo che ha violentato una bimba di 2 anni. Io non mi sarei comportata diversamente dalla madre della piccola, lo dico onestamente.
Non firmo nemmeno contro la pena di morte, perchè so perfettamente che se qualcuno fa del male a una persona a me cara e me lo trovo davanti, io voglio vederlo morto.
Come sempre è consigliabile conoscere da vicino certe situazioni per esprimersi, senza comunque pretendere di conscere quale reazione è la migliore o peggiore.
ottobre 12, 2010 alle 7:31 am |
Anche tu lettrice di Debord, Lara? 🙂
ottobre 12, 2010 alle 7:54 am |
Anche io, e devo dire che è alquanto spaventoso pensare che quel libro è stato scritto svariati decenni orsono.
Giulia: è molto difficile questo esercizio di identificazione, secondo me. Considera che l’identificazione è la prima cosa che ti schiaffano in faccia non appena provi a parlare di stato, di società civile e di tutto quello che ci distingue dal sangue chiama sangue. Ma una comunità non può e non deve basarsi sulla “pancia”.
ottobre 12, 2010 alle 10:22 am |
Aggregazioni forcaiole o modaiole?
Una volta esisteva la maggioranza, adesso esiste l’onda. Ma se una volta la minoranza si contrapponeva alla maggioranza, adesso chi o cosa si contrappone all’onda? All’istinto, alla pancia?
La dimensione privata e intima del dolore è stata spazzata via.
Tutto è stato divorato dalla comunicazione di massa.
Vedere e mostrare il lutto alla piazza è la nuova pratica di rispetto per i morti.
“Anche lei avrebbe voluto che tutto fosse condiviso”.
ottobre 14, 2010 alle 9:07 am |
Gipi ancora una volta si dimostra di una sensibilità toccante senza fronzoli nè artifici dialettici…