Perchè poi ci sono le Dame del Lago. E la prima fu Teti, una nereide. Una ninfa. Figlia di Nereo e di un’Oceanina. Teti alleva Achille. Un’altra Nereide, Galatea, si innamora di un pastore. A entrambe la sorte è nefasta. Entrambe ricordano un’altra dama, quella che appare nel ciclo arturiano. E un’altra ancora, una figlia del fiume che ritroveremo in Tolkien.
Ma nella Calabria greca le dame del lago hanno il nome di Anarada: ha corpo di donna e piedi di mula. E divora i viandanti.
“Di giorno stavano coricate, la sera uscivano per mangiare le persone. Perciò a Rochudi la sera chiudevano la porta verso Agriddea e le Plache e così quelle non potevano entrare in paese. Le anarade andavano a cavalcioni di un ramo di sambuco”.
Siamo, sempre, in bilico.
gennaio 4, 2011 alle 11:51 PM |
Anarada, adagana, aquana, anguana. Tutte figure liminali, tutte duali (piedi caprini o ritorti o con coda di serpente) ma tutte con un cruccio, con una remora e tutte con la stessa radice ANGH, ossia “serpente” ma anche “stringere” E il serpente sta simbolicamente tra due mondi Sotto le sembianze di serpente Zeus si accoppia con Persefone (ma guarda!), tramite tra umano e divino in quanto Kore, ossia fanciulla. Rappresentazioni apotropaiche? Qualcuno sostiene che si tratti di “ragazze madri”. Sono tutte legate alla perdita di un figlio (o come dici, vincolate alla genitura per relazionarsi con il mondo “culturale” in opposizione al mondo “naturale”). Di certo non sono figure sciamaniche. Pur essendo figure soprannaturali non sono meta-naturali. Sembra quasi che provino una nostalgia (nella più totale aderenza all’etimo, cioè il desiderio di tornare a casa, ove casa è sovrapposta a umanità) dell’umano. Porca pupazza Lara, se in Sopdet ci hai messo anche soltanto un decimo di quello che sembra tu ci abbia messo, potresti far schizzare molto in alto la tua opera nel mio personalissimo indice di gradimento! Ecco, ora ho veramente voglia di leggerlo.
gennaio 5, 2011 alle 10:37 am |
Che bello, Filippo. Per quanto riguarda Sopdet, non vorrei creare false aspettative: il corpus mitico è, appunto, un fondale. Magari una leggenda narrata in cinque post si ritrova in una sola riga 🙂
gennaio 5, 2011 alle 11:15 am |
Ma sarà una sola riga intensissima! : )
gennaio 5, 2011 alle 11:22 am |
😀
gennaio 5, 2011 alle 11:42 am |
Con il termine Dama del Lago mi vengono in mente i miti arturiani