Alice, ovvero la madre di Ivy. E poi Rosa la contadina, le due infermiere Angela e Olena, Fernando e Margherita, attori girovaghi slavi, e Zoltan il ribelle e l’impiegato comunale Vittorio Prini, e Billy che legge i tarocchi a piazza Navona e la ragazza dell’Internet Point di Gorizia.
Sopdet è fatto di tante piccole storie: storie di persone qualunque, pavide o coraggiose, infelici o innamorate, grette o generose. Quel che volevo è mettere in contatto il mondo dei Demoni e degli Dei con l’umanità degli umili, degli sconosciuti, che in tanti modi diversi entrano nell’affresco della Storia. Volevo che lo sguardo cadesse anche sugli sconosciuti che sono chiamati a partecipare, anche con piccoli gesti, ad una vicenda che non hanno deciso. Eppure, il contributo di molti di loro sarà inconsapevolmente determinante. Ho sempre pensato che i Demoni camminino fra noi, senza che ce ne accorgiamo: e che, con loro stesso stupore, le nostre vite cambino qualcosa nella loro.
Come il battito d’ali di una farfalla.
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gennaio 21, 2011 alle 11:32 am |
Sì, tutto è interrelazione, tutto è legato: non esistono elementi separati tra loro.
gennaio 21, 2011 alle 11:37 am |
Infatti 🙂