“Perché gli scrittori ricordano tutto. Specialmente quello che fa male. Denuda uno scrittore, indicagli tutte le sue cicatrici e saprà raccontarti la storia di ciascuna di esse, anche della più piccola. E dalle più grandi avrai romanzi, non amnesie. Un briciolo di talento è un buon sostegno, se si vuol diventare scrittori, ma l’unico autentico requisito è la capacità di ricordare la storia di ciascuna cicatrice2.
So di aver già citato questo passo di Misery, ma ogni volta che riprendo in mano Lavinia, o Mietitura che dir si voglia, mi si riaffaccia alla mente. Specie nelle giornate di pioggia, come queste.
Tag: Lavinia
febbraio 16, 2011 alle 2:35 PM |
Ma Lavinia non si chiamerà… Lavinia?
Peccato, mi piaceva come titolo.
febbraio 16, 2011 alle 3:26 PM |
“mietitura” da un po’ l’idea del gotico rurale alla Baldini, mi aspetterei
credenze rurali e fasi lunari 🙂
febbraio 16, 2011 alle 5:19 PM |
A me piace. ^_^ Mi ricorda Grano rosso sangue da un certo Stephen King.
febbraio 16, 2011 alle 4:07 PM |
Hai ragione! In fondo Montaigne diceva: Scrivere non provoca tormento, ma nasce dal tormento…
Sono d’accordo con te!
ps ma piove ovunque?? 🙂
febbraio 16, 2011 alle 6:17 PM |
Piove ovunque. 🙂 Sul titolo, nulla di definito, ci sto giocherellando mentalmente.
febbraio 17, 2011 alle 5:55 am |
Ah, quanto, quanto mi piace Misery. E quanto amo quel particolare punto del libro. Di Re Stefano non mi stancherò mai. 🙂