Pier Damiani era un teologo dell’anno Mille che molto si dedicò alla morte dei papi, all’epoca assai frequente: Non supererai gli anni di Pietro fu il suo monito e la sua constatazione, verificando che un Pontefice rimaneva in carica, e dunque in vita, per quattro-cinque anni, contro i venticinque di Pietro. Ma perchè tanta angoscia presso il popolo, si chiese Pier? E rispose: quando muore un re resta vacante solo l’amministrazione di un paese, ma se muore il papa l’universo intero è privato del padre comune. Al contrario dei decessi di re di piccoli regni sperduti, la notizia del decesso papale subito travalica i regni poichè egli è Episcopus Universalis di tutte le chiese. E ancora: la gente non è tanto spaventata dalla morte di un re perchè questo è quasi scontato muoia di spada, e ciò ci fa sentire (noi che non siamo re) al sicuro. Ma la morte di un papa “avviene sempre secondo legge di natura”, ed è proprio questo che genera il panico nell’orbe: una morte simile dovrebbe toccare ai più.
Leggevo ieri alcuni di questi scritti perchè mi sono fatta la stessa domanda. In Lavinia c’è la morte di un papa, così come c’è nell’ottimo horror di Andrea G. Colombo, Il diacono. E c’è in moltissimi romanzi, di genere e no. Evidentemente, la morte di un papa tocca la stesse corde, la stessa “forma sotto il lenzuolo” che è alla base del nostro scontento, e del nostro orrore.
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febbraio 22, 2011 alle 2:19 PM |
Quindi a te Il diacono è arrivato? Devo forse segnalare una potenziale censura…alla libreria mondadori dichiarano che la gargoyle non consegna.
febbraio 22, 2011 alle 7:28 PM |
Non ha nulla a che fare con il post, ma ci tenevo a dirti che ho comprato Sopdet (e ho iniziato a leggerlo : D Johan mi gusta moltissimo). Tra l’altro ho dovuto girare un po’ prima di trovarlo, nella libreria dove vado sempre l’avevano esaurito : O
febbraio 23, 2011 alle 9:28 am |
Ehi, CosinoNero 🙂
(felice che ti gusti Johann!)
Paolo: l’ho comprato!