Alla fine di una lunga giornata di mare e letture, una segnalazione: la bellissima recensione di Laura Costantini su Sopdet, che trovate qui:
http://lauraetlory.blogspot.com/2011/08/sopdet-di-lara-manni.html
Poi, una domanda. Cosa c’è di così malvagio nel granturco e nei furgoni rossi? Un parallelo fra i canoni kinghiani e L’estate della paura di Dan Simmons si impone. Con qualche divagazione sui concetti di “horror” e “magia”, anche alla luce della discussione su Odifreddi.
Domani, però.
agosto 23, 2011 alle 5:59 am |
Il rosso è associato spesso al fallimento, all’errore, all’evitamento
Il granturco cresce in fretta e forma una specie di barriera semipermeabile: lascia intuire ma non vedere.
I furgoni sono ambienti chiusi, quindi inconoscibili.
Mischia, sbatti in un estate torrida ed aggiungi un’olivetta
agosto 23, 2011 alle 6:30 am |
Da bravo bipolare posto due volte: penso che più che al malvagio, l’associazione “granturco furgone rosso” rimandi alla divinità. All’inconscia paura del diverso.
agosto 23, 2011 alle 7:05 am |
Forse canno colossalmente, ma credo che il furgone rosso sia anche uno status symbol, per quanto forse ormai passato, che è divertente far ritorcere contro chi lo ha desiderato e visto come tale.Il pick up rosso, il macchinone rosso, come oggetto tamarro e appariscente che il ragazzino redneck vuole portarsi al prom, un po’ l’equivalente maschile del vestito provocante o del naso rifatto.
Anche in American Gods di Gaiman ad un certo punto c’è una presa in giro del clichée del macchinozzo rosso appartenuto al ragazzone americano ora cresciuto.
Così, due cent mattutini. probabilmente una uaccata.
agosto 23, 2011 alle 9:04 am |
Il granturco non è associato ai cerchi nel grano? X””’D
agosto 23, 2011 alle 10:39 am |
Beh, il granturco una volta cresciuto mette soggezione. Quest’estate in Austria siamo passati accanto campi di mais alto anche tre metri (ne ho una foto, e mentre Ale la scattava pensavo – guardacaso – a te… ti sarebbero piaciuti!).
Ah, nella stringa del link manca una “l” alla fine. 🙂
agosto 23, 2011 alle 11:08 am |
il granoturco può essere legato ai culti agrari, nei campi si consumava l’eterna lotta tra il bene e il male, tra stregoni e benandanti, in palio c’era la riuscita del raccolto e la sopravvivenza di intere comunità. E come già detto sono i campi più sinistri, al loro interno può esserci di tutto (dai demoni alle piantagioni di canapa indiana).
ill furgone l’ho sentito ricorrere più volte, anche nel caso della scomparsa di Yara Gambirasio, decine di segnalazioni riguardo un fantomatico furgone bianco che girava per le campagne a molestare le ragazzine.
Anche qui abbiamo la riproposizione di antiche leggende, nel film Custodes Bestiae c’è la leggenda di un carro che attraversa le campagne del friuli trasportando una bestia diabolica, a cui sono offerte per l’accoppiamento le vergini dei villaggi.
agosto 23, 2011 alle 5:20 PM |
Una volta, in un’intervista, King ha detto che il giallo è il male. E il granturco è giallo. Credo che siano un po’ tutte le cose che avete detto a contribuire al concetto.
Sul furgone, non avevo mai pensato a quello che dice Shingo Tamai Viola, al macchinone rosso come oggetto appariscente…in Simmons il furgone è spaventevole, perchè è quello che raccoglie le carcasse degli animali investiti, per esempio.