Bram, pensaci tu

Guerra, guerra! Anne Rice fa un affondo contro Twilight, dopo quello del 28 ottobre sul suo profilo Facebook (“Lestat and Louie feel sorry for vampires that sparkle in the sun. They would never hurt immortals who choose to spend eternity going to high school over and over again in a small town —- anymore than they would hurt the physically disabled or the mentally challenged. My vampires possess gravitas. They can afford to be merciful”) , e posta un video su YouTube:

Segue intervista con The Daily Beast, che trovate qui, dove c’è un attacco anche a Charlaine Harris, accusata, come Meyer, di  “aver addomesticato il genere. Il mio vampiro veniva dal Vecchio mondo; era potente, colto e pieno di esperienza, sempre circondato da glamour e mistero, mentre la Bella di Twilight si limita a seguire la vecchia e intramontabile formula dell’amore romantico usata da Charlotte Brontë in Jane Eyre: una giovane ragazza che s’innamora di un tipo misterioso, minaccioso e insieme protettivo”.

Ora, gli insulti contro Anne Rice si sono sprecati, come era prevedibile, da quella parte del fandom che non tollera si tocchino le proprie beniamine.  Però la deriva denunciata da Rice è, come ognun vede, reale.  E il genere è bello che addomesticato, non solo per quanto riguarda i vampiri. Ne prendiamo atto, infine, e voltiamo pagina, cercando di trovare strade nuove? Chi altro deve intervenire, Bram Stoker in persona?

 

 

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23 Risposte to “Bram, pensaci tu”

  1. Paolo E Says:

    Senza scomodare Bram, pennso che sia solo una questione di tempo, perchè quelli della Meyer non sono romanzi di genere, ma operette rosa che pescano da quel genere. Come la moda commerciale cambierà bersaglio (e presto o tardi lo farà), tutti i pecoroni glli andranno dietro e non verrano più pubblicati romanzi di questo tipo. Quali resteranno? Quelli che sono DAVVERO di genere. Bram Stoker e Anne Rice continueranno a essere letti anche quando il tritacarne comincerà a nutrirsi di Noir o di romanzi storici.

    P.S. Appena finito La Materia Oscura. Di Michelle Paver. Libro molto godibile, una ottima segnalazione.

  2. Ema Says:

    prendine in mano uno tu, di vampiro, e mostraci come la pensi 😉

  3. Valberici Says:

    Mah, io credo che ognuno sia libero di scrivere quello che gli pare. Alla fin fine sono i lettori e il mercato a decidere.
    Certo, se poi arriva uno/a scrittore/ice che scrive un libro che, da solo, riesca ad “aprire” nuove porte del nostro immaginario….

  4. Valberici Says:

    Ah, preciso che comunque gli scrittori possono certamente confrontarsi tra loro. E mi piacerebbe che sul web si sviluppasse qualcosa di simile a certe riviste letterarie di ormai antica memoria. Però sono convinto che tutto ciò che gli artisti si dicono non influenzerà minimamente i fruitori delle loro opere. Infatti solo le opere stesse possono influire sull’ immaginario. Invece per intervenire sul mercato occorre un’azione politica, per chi ci crede, o rivoluzionaria, come io credo. Se poi è “supportata” dalle opere degli artisti, beh, tanto meglio. 🙂

  5. Lara Manni Says:

    Ema, non lo farò. Non ora, almeno. Anche se avessi avuto la tentazione – e l’ho avuta, in effetti, molto tempo fa – credo che occorra far decantare l’orgia in corso (idem per angeli, licantropi e, sì, demoni).

  6. Il solito Filippo Says:

    Credo che la degenerazione della figura del vampiro sia iniziata con la massificazione del suddetto a mezzo della TV. Per essere precisini, con Buffy e i suoi amorazzi con Angel e Spike. Da questo la gente ha cominciato a farci i “what if” e ( odiami per questo, Lara) fanfic. La voce alla fine è giunta a qualche creativo che ha deciso di attualizzare il vampiro e “sbestialirlo”. Se prima il vampo era un predatore, ora è diventato una preda.

  7. Lara Manni Says:

    Non date alle fanfic tutte le colpe del mondo, please. Ci sono fanfic e fanfic. Così come ci sono romanzi e romanzi. Meyer è un’autrice di romanzi.

    • Filippo Tapparelli Says:

      Non do la colpa alle fsanfiction, ci mancherebbe altro. Dico solo che se cominci a parlare di fragole e di quanto stan bene coll’aceto balsamico, prima o poi il cazzatone qualcuno lo fa. Poi, se ci metti una CE che vuole lanciare un nuovo prodotto… Il punto è che il Vampiro di Stoker ha il fascino dello straniero, quelli della Meyer hanno il fascino dell “amore che durera forevah and evah”. quelli della rice invece son figli dei millenni sociomimetici e darwinisti: quelli che non si adattano o crepano o si ibernano.

      • Lara Manni Says:

        Ma, appunto, questo avviene in un filone specifico, che è il paranormal. Non tutte le fan fiction lo sono.

      • Il solito Filippo Says:

        Be’, chiaro. Mi sono espresso male. Non era mia intenzione generalizzare (anche se ahimè ci sono riuscito tanto egregiamente quanto involontariamente). 🙂

  8. M.T. Says:

    Sull’amore romantico, la ragazza che s’innamora del tipo misterioso e convoglia a nozze ne ha parlato G.L.D’Andrea nell’incontro tenuto a luglio a S.Lazzaro: http://www.lestradedeimondi.com/?p=1256

  9. Giobix Says:

    a me è sembrato che il vero modello sia stata la serie Roswell, metti un vampiro o un lupo mannaro al posto dell’alieno e il gioco è fatto.

  10. Paolo1984 Says:

    comunque, piuttosto che attribuire “colpe” a questa o a quella serie tv, a me interessa far capire ai lettori convinti che Twilight sia horror “perchè ci sono i vampiri” che il paranormal romance è un genere letterario pienamente legittimo, per carità, ma non è horror, ma confesso di non avere idea di come si potrebbe fare

    • Paolo1984 Says:

      ed è importante ricordare che non è raccontare una storia d’amore ma come la racconti che fa la differenza fra horror e storia sentimentale con vampiro e/o lupo mannaro e/o mostri varii

  11. Giovanni Arduino Says:

    Imho il vampiro è un archetipo potentissimo. Se non stai attento, come scrittore, rischia di cannibalizzarti (di prosciugarti?) il romanzo, come ha anche sottolineato Stephen King (sempre lui, il maledetto) dopo Le notti di Salem. Però, per l’autore pigro, un simile pericolo si trasforma in un incredibile bonus: metti un vampiro e lui, come un’architrave, ti regge tutto.
    Anne Rice è Anne Rice, nel bene e nel male. Per proseguire nella tautologia, Stephenie Meyer è Stephenie Meyer. E il filetto non è polpettone.
    Il paranormal romance, genere in sé degnissimo, rivela le sue intenzioni a partire dal nome: romanzo rosa (romance) soprannaturale (supernatural). Dargli contro sarebbe come prendersela con Danielle Steel (romanzi rosa, o “per signore”, di nuovo) per le sue trame zuccherose. Sparare contro la croce rossa. Se poi lo si spaccia per qualcosa di diverso, per mille motivi (di marketing, riposizionamento o altro) allora il discorso cambia. E ci si incazza, certo, ma come ci si dovrebbe incazzare quando cercano di gabellare, che so, Tracy Chevalier per qualcosa di più di un… romance, appunto.

  12. Lara Manni Says:

    Quoto in pieno Giovanni: quel che è importante e non confondere i piani. Immagino che l’indignazione di Rice venga da qui: dalla deriva di una sua interpretazione del vampiro (ah, le notti di Salem!) nel camuffarsi di un genere. Il paranormal, in Italia, viene occultato dietro la dicitura urban fantasy. Due generi diversi. Questo è il punto.

  13. M.T. Says:

    Giovanni Arduino: assolutamente d’accordo. Sempre bisogna ricordare il significato e la potenza di questo archetipo, non ridurlo a misero mezzo per raccontare storie sentimentali. Niente contro di esse, ma si chiamino con il loro vero nome (come scrivono Paolo e Lara), non si cerchi di sfruttare altre etichette per fare più soldi possibili: è una mancanza di rispetto verso il genere e verso i lettori.

  14. Luigi Says:

    w anne rice

  15. ramthadenigredo Says:

    Grazie per queste informaizioni, Lara. Le sto raccogliendo piano piano!

    Scilla

  16. Lara Manni Says:

    Ma prego. 🙂

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