Durante il week end, sul mio profilo Facebook si è giocato: ma il gioco aveva un sottotesto serio. E’ andata così: sabato sera mi sono imbattuta in una fotografia. Questa:
Lo scopo di chi l’ha postata era quello di dar vita a un Secret Santa, ma l’immagine mi ha suggerito un’altra cosa. Ovvero, che nel fantastico mondo del paranormal romance d’importazione, dopo vampiri, angeli, demoni, zombies, licantropi, divinità greche e non, mancava Babbo Natale (a meno di non rifarsi direttamente a Odino: ma, al momento, non mi risulta che il medesimo sia stato trasformato in divinità sexy).
Dunque, abbiamo giocato. In due giorni, con il coinvolgimento di una decina di persone (molte delle quali autori e autrici), abbiamo scritto status che sono diventati la parodia di un paranormal con Babbo Natale, o meglio Claus, più folta schiera di: liceali sfigate, reincarnazioni di guerriere mutaforma, streghe bisex, villain perversi. I due capitoli sono su Facebook, e magari, prima o poi, potrebbero finire on line da qualche altra parte.
Qual è il punto? Che, leggendoli, non differiscono quasi in nulla da un vero paranormal. Lo scopo (mio, almeno), oltre al piacere del divertimento e della scrittura collettivi, era anche quello di sottolineare cosa significhi “scrivere a comando”. E non certo per gioco, stavolta.
Tag: Babbo Natale, Facebook
dicembre 5, 2011 alle 9:52 am |
Da rifletterci decisamente su.
E comunque per le sexy divinità norrene son pronto a dar battaglia legale, eh! 🙂
dicembre 5, 2011 alle 10:13 am |
Al momento, mi risulta che non esistano altri Claus come quello da te delineato, Filippo 🙂
dicembre 5, 2011 alle 1:45 PM |
Sia lode agli Olimpici.
dicembre 5, 2011 alle 10:24 am |
Bello.
Bella l’iniziativa; bello il gioco; bella la sfida.
E interessante l’idea dello “scrivere a comando”. Un po’ quello che stanno facendo adesso i miei ragazzi: tema in classe^^
In fondo, tutti noi sui banchi di scuola abbiamo dovuto “scrivere a comando”. Solo che ce ne siamo dimenticati.
Rimettersi in gioco e provare è stimolante. E “complicato” sotto un certo punto di vista.
Di quella seducente complicazione che è lo scrivere in sè.
Bravi! A te, Lara, per l’idea.
E ai partecipanti. Per il coraggio.
(me ne rammarico che non ne sapevo nulla, ma ormai facebook è diventato una scatola coperta da polvere e ragnatele. Come troppe cose).
Per la mitologia norrena…Non stuzzicare! Sei terribile!
dicembre 5, 2011 alle 10:42 am |
P.S.
Scusate: ho notato adesso che il nome non è comparso. Sono avalon9
dicembre 5, 2011 alle 10:54 am |
Lo metteremo on line. Per scrivere a comando si possono intendere tante cose: dal tema al gioco su sollecitazione. Più pericolosa la deriva editoriale sul tema 🙂
dicembre 5, 2011 alle 4:58 PM |
Ho ancora in mente qualche periodo tratto da Twilight.
Quello che davvero preoccupa è che anche persone qualsiasi perdendoci due minuti e mezzo tra una sghignazzata e l’altra, riescono a tirar fuori roba di qualità non troppo inferiore alla Meyer. Significa che davvero siamo di fronte non a qualcosa che richiede sforzo e passione, ma alla risposta ad un bisogno commerciale, ne più ne meno che fettare due etti di mortadella. Niente contro la mortadella (quella di Bologna soprattutto), ma se va a togliere spazio risorse e tempo a libri di qualità superiore e più utili, allora è un problema.
L’altro rischio è che milioni di persone si sentono autorizzate a sentirsi “scrittori” leggendo questa roba, inondando le case editrici di paccottiglia e riducendo le probabilità di chi lavora con talento e passione raggiungere i lettori.
P.S. io NON sono uno scrittore e non intendo diventarlo, sia detto per inciso.
dicembre 5, 2011 alle 4:59 PM |
Ho scritto come un alunno al primo tema di terza elementare, per l’appunto.
dicembre 5, 2011 alle 6:30 PM |
Paolo, Bingo. Il sottotesto era quello 🙂