Sempre su Facebook, sabato, avevo segnalato un articolo di Repubblica sui titoli dei libri. Mi è stato chiesto di copiarlo e adesso ho trovato il tempo di farlo. E’ interessante e indicativo, secondo me. E’ stato scritto, a proposito, da Benedetta Marietti.
Ps. Io, con i titoli, ho sbagliato tutto.
“Tra gli editori va di moda il contagio se è vero che negli ultimi due anni i banconi delle librerie ospitano romanzi con titoli molto simili, che sembrano clonati. Dopo le copertine con i volti di donna, è l´ora delle parole chiave sempre più simili. A metterli uno in fila all´altro, i romanzi, fanno impressione. Il profumo delle foglie di limone (Garzanti), Il profumo delle foglie del tè e dell´amore (Newton Compton), Profumo di spezie proibite (Piemme), Il profumo dello zucchero a velo (Newton), Il profumo dei fiori in Iraq (Newton). E poi: Il linguaggio segreto dei fiori (Garzanti), La scuola degli ingredienti segreti (Garzanti), Gli ingredienti segreti dell´amore (Feltrinelli), La cucina degli ingredienti segreti (Corbaccio). E ancora: il grande successo de Il gusto proibito dello zenzero (Garzanti) che ha creato Il gusto proibito della cannella (Newton) e Il gusto segreto del cioccolato amaro (Sperling).
Va per la maggiore l´aggettivo “proibito”: La biblioteca dei libri proibiti (Garzanti), La città dei libri proibiti (Newton), Il monastero dei libri proibiti (Sperling), Il sussurro della montagna proibita (Piemme). Per non parlare della tendenza al suffisso in -ore dal primo, fortunato, di Carrisi Il suggeritore (Longanesi) a L´inseguitore (Longanesi), Il predicatore (Marsilio), Il mummificatore e Il divoratore (Newton). In editoria è il marketing a farla da padrone. E i libri, soprattutto quelli mainstream, sono ovviamente prodotti di consumo e tendenza.
“È vero che esistono titoli sempreverdi”, spiega Elisabetta Migliavada, direttore della narrativa straniera di Garzanti, cui si deve l´invenzione, fra gli altri, di Il profumo delle foglie di limone, titolo più venduto (e copiato) nel 2011 con 400.000 copie all´attivo, in originale Lo que esconde tu nombre. “Funziona l´abbinamento cucina e amore, come funzionano alcuni aggettivi evocativi che spostano il lettore in un´altra dimensione. È vero anche che copiare serve a poco perché ogni editore deve considerare ciò che in passato ha avuto successo per lui. In Garzanti un titolo in inglese, come Twilight, non venderebbe. Ma bisogna stare attenti a non incorrere nel pericolo opposto: l´autocitazione continua. Adesso abbiamo detto basta ai ‘profumi´ per un po´”. Maria Giulia Castagnone, direttore editoriale di Piemme, racconta come non ci sia niente di male nei titoli somiglianti: “Non c´è da scandalizzarsi che tanti titoli si somiglino. Il prodotto di narrativa commerciale ha bisogno di rendersi riconoscibile al lettore inserendosi in un filone ben preciso. Fino a un po´ di tempo fa si vendevano bene titoli con la parola ‘bambino/a´, adesso preferiamo ‘profumi´ e ‘spezie´. Il nostro Profumo di spezie proibite strizza l´occhio a chi ha amato Il profumo delle foglie di limone. Ma è difficile capire chi ha copiato chi. Nel 2001 abbiamo pubblicato The Map of Love, romanzo finalista al Booker Prize, e l´abbiamo intitolato Il profumo delle notti sul Nilo“.
E il lettore? non si confonde in libreria? E cosa nasconde questa corsa all´omologazione? Romano Montroni, fondatore delle librerie Feltrinelli ora consulente delle Coop, è categorico: “Nessuna confusione nel lettore. Quello che conta è solo l´emozione che i titoli suscitano”. Sandro Ferri di e/o, editore di qualità ma attento al mercato, è una voce fuori dal coro: “Al di là della crisi delle vendite esiste una crisi più generale dell´editoria. Il lettore è disorientato non dal numero eccessivo di novità ma dalla mancanza di guida nelle scelte. Oggi l´offerta editoriale è appiattita e livellata. I titoli uguali sono solo la punta dell´iceberg di un fenomeno più vasto. Da parte di tutti, editori, critici, librai, ci vorrebbe uno sforzo di selezione, originalità e approfondimento anche andando contro quello che il mercato richiede ossessivamente. E parlo della letteratura commerciale, non solo di quella più raffinata. Soltanto rischiando si conquistano lettori”.
dicembre 6, 2011 alle 9:43 am |
Grazie per aver copiato l’articolo, non sono mica poi riuscita a comprare il giornale l’altro pomeriggio!
Sì, fa un po’ impressione vedere tutti i titoli in fila. …anche alcuni titoli fanno un po’ impressione. *C*
dicembre 6, 2011 alle 9:49 am |
Articolo interessante, me l’ero perso.
Ecco perché ogni tanto, in libreria, quando sbircio fra le nuove uscite sono vittima di strani déjà vu.
dicembre 6, 2011 alle 9:56 am |
e d’altronde, i libri stessi cui essi fanno da titoli sembrano proprio uguali…
dicembre 6, 2011 alle 10:39 am |
Non tutti uguali. “Il profumo delle foglie limone”, per esempio, è diversissimo dagli altri testi aromatici. Così come non c’è paragone fra Suggeritore ed emuli. Le mode. questo è il grandissimo problema degli editori (e pure di non pochi autori, via).
dicembre 6, 2011 alle 10:44 am |
Sopedet: il profumo delle stelle, la stella proibita, il viaggiatore nel tempo, il cacciatore di stelle, il profumo del demone selvatico
dicembre 6, 2011 alle 11:21 am |
*ghigna sulla cosa del “profumo di demone selvatico”*
Effettivamente è un po’ che noto appiattimento in tutti i generi… Ora, io leggo quasi solo fantasy, quindi forse sono di parte, ma ora sono quasi tutti uguali: stesse trame, stesso andazzo. Non parliamo poi dei libri di *sussurro* vampiri.
Da una che si è letta tutta la Rice in preda alla fregola, e che ha divorato letteralmente anche la serie di Anita Blake, giunge un appello: ma un libro commerciale – perchè dai, quelli di Anita Blake SONO commercialate- degno di questo nome? Originale, fresco, leggero e pesante, emozionante! Non è il piattume che attira…
dicembre 6, 2011 alle 12:18 PM |
Il profumo del demone selvatico?????
dicembre 6, 2011 alle 7:19 PM |
il profumo del mosto selvatico, il più vecchio e bel titolo di questo tipo ( che ricordo)…potevo scrivere profumo di ningen, ma credo che hyoutsuki avrebbe storto il naso 🙂
dicembre 7, 2011 alle 9:53 am
🙂
dicembre 6, 2011 alle 12:56 PM |
mi diceva un amico che ha pubblicato con Newton Compton lo scorso annoche ha dovuto obbligatoriamente cambiare il titolo in uno che avesse dentro la parola “libri” perchè tirava molto…
dicembre 6, 2011 alle 1:56 PM |
Alcuni titoli:
Abbraccio Immortale
Il fascino della notte
Il bacio eterno
Il bacio di mezzanotte
Il bacio cremisi
Il bacio perduto
L’odore della notte
Attrazione infernale
Tutto in ambito paranormal-romance, si capisce 😉
dicembre 6, 2011 alle 2:35 PM |
Che strano, io da quando c’è il governo tecnico, sento solo puzza di merda
dicembre 6, 2011 alle 6:44 PM |
Fatemi fare due conti: Baci, Libri, Profumi. E, compare J, condivido. Chissà come mai, non se ne parla che in rete. Strano, vero?
dicembre 7, 2011 alle 1:43 PM |
Perché il più della gente vuol chiudere gli occhi e mettere la testa nella sabbia. Solo che a stare in questa posizione, si può solo andare incontro alla sodomia.