C’è un mio articolo su Carmilla, in risposta a un articolo precedente di Simone Sarasso. Parla di fan-fiction.
Tag: Carmilla, Simone Sarasso
C’è un mio articolo su Carmilla, in risposta a un articolo precedente di Simone Sarasso. Parla di fan-fiction.
Tag: Carmilla, Simone Sarasso
dicembre 10, 2011 alle 9:58 am |
ottima la tua risposta, quello che non mi piace di Carmilla è l’impossibilità di commentare gli articoli, ne ho giusto adocchiati un paio che dicono cretinate bestiali.
dicembre 10, 2011 alle 10:02 am |
Io sono una fan di Carmilla da tempi lontani. Penso che la chiusura dei commenti si debba, a volte, al numero di aggressori che si attirano. Ho linkato l’articolo proprio per poterne eventualmente discuterne qui.
dicembre 10, 2011 alle 11:45 am |
Punto di vista che condivido e da cui nasce la domanda se uno scrittore può essere considerato tale solo se pubblica. Non sono di questo avviso, naturalmente, dato che ritengo che scrittore sia colui che ha una storia da raccontare e abbia voglia e passione per farlo. Dopo viene tutto il resto (modo d’esporre e sviluppare trama e intreccio, tecnica, pubblicazione, ecc.), ma è questo il nucleo che deve sempre esserci e da cui si parte.
dicembre 11, 2011 alle 12:39 PM |
La definizione di scrittore è sfumatissima, secondo me. Di sicuro, la parola “professionista” si presta a parecchi fraintendimenti.
dicembre 11, 2011 alle 6:39 PM |
Sarasso si autodefinisce sul suo blog “professional writer”. E’ quel tipo di definizione che mi provoca reazioni che vanno dal “Ma mi faccia il piacere !!!” al “Ma va a cagare !!!”, soprattutto dopo la lettura di “Settanta”, che denota come il professional writer di sta ceppa gli anni settanta non li abbia nè vissuti nè capiti.
Ho sempre pensato alla scrittura come arte, necessità di esprimere qualcosa di profondo, bisogno di comunicare …
Chi la percepisce come un mestiere non può essere che una persona arida.
dicembre 11, 2011 alle 7:44 PM |
se ti pagano è un mestiere.
e il mestiere di raccontare storie se svolto con passione e dedizione e amore per ciò che si fa non è incompatibile con l’arte nè denota aridità
dicembre 11, 2011 alle 8:45 PM
Aspetta, Paolo.Scrivere è un mestiere, un gesto artigianale, e su questo siam d’accordo. Non siamo d’accordo quando si considera professionale solo la scrittura retribuita. Laddove quella retribuzione non è bastevole a vivere se non in un numero ristrettissimo di casi. Intendo la narrativa. Non contano sceneggiature et alia.
dicembre 11, 2011 alle 7:25 PM |
Ale, rispettiamo però le opinioni e non attacchiamo le persone. Please.