Noi che il vinile

Ho passato la domenica a sistemare e spolverare i miei dischi in vinile: ne ho parecchi e avevano bisogno di un po’ di pulizia. Così, mentre mi passavano fra le dita John Lennon e Villa-Lobos, mi sono fatta qualche domanda.
Perché mi piacciono i vinili? Per la copertina, intanto.  Molto spesso un piccolo capolavoro visivo. Poi, per la sensazione – non comprovata tecnicamente, non sono un’esperta in materia – che la musica sia “migliore”. Più piena, non so spiegarlo bene.
Questo significa che non ascolto musica in altri formati? No. Ascolto CD quando guido l’automobile. Ascolto mp3 quando sono in autobus o cammino. Ma quando voglio ascoltare non distrattamente, mi rivolgo al vinile.
Naturalmente questo vale per me e soltanto per me. Però un pensiero mi è venuto: perchè mai, per quanto riguarda il libro, la lettura in eBook viene considerata come totalmente sostitutiva dell’esperienza cartacea? E non sarà, invece, che proprio la diffusione degli eBook potrebbe riportare al piacere del “bel” libro su carta (quello senza pagine che si staccano, magari, senza troppi refusi e con una copertina ben fatta)?
Questo, prescindendo da qualsivoglia paragone  fra industria discografica e industria del libro. Paragone molto, molto possibile, peraltro.

Tag: ,

20 Risposte to “Noi che il vinile”

  1. Giobix Says:

    Il 33 lo devi mettere sull’altare (Il piatto) e poi ci metti la puntina sopra. é un vero e proprio rito 🙂
    Ti prepari all’ascolto, leggi i titoli dei brani con la copertina in mano, quindi è un esperienza molto più piena dell’ascolto come sottofondo in macchina o mentre cammini.
    Tecnicamente non so, di certo un mp3 non ha la qualità di un wave perchè è un formato compresso, e per comprimerlo vai a togliere info e sfumature ai suoni. (Tipico che nell’mp3 non si sentano i piatti appena sfiorati della batteria).
    Io ho fatto il grafico pubblicitario e ho imparato che il testo in un formato, piuttosto che in un altro, cambia il modo di leggerlo e le sensazioni che trasmette. è banale dirlo, o forse non troppo, visti i discorsi che sento negli ultimi tempi.

  2. Lara Manni Says:

    Infatti è per quello che ho scritto il post. I riti non sono sempre e comunque malvagi. E, certo, nuovi riti sostituiscono i vecchi. Però, a proposito di sfumature, credo che non sia giusto buttare bambini (e libri, e vinili) con l’acqua sporca.:)

  3. isabellamoroni Says:

    come ti amo Lara!!!! anche io adoro i vinili e credo che sia tecnicamente confermatissimo che il suono ha una profondità maggiore ed una gamma più articolata.
    E per il resto, come abbiamo detto, il vinile convive con mp3, il cinema con la televisione, e l’ebook conviverà con il cartaceo.
    L’importante è che l’ebook non diventi un’esperienza monopolizzata, credo.

  4. Cecilia Says:

    “E non sarà, invece, che proprio la diffusione degli eBook potrebbe riportare al piacere del “bel” libro su carta (quello senza pagine che si staccano, magari, senza troppi refusi e con una copertina ben fatta)?”

    E’ proprio quello che spero io ^^
    Uscite “normali” in ebook, edizioni “di lusso” (le ultime di tutta la produzione di Tolkien, per intenderci, non so se hai presente) in cartaceo, curate nei minimi dettagli in modo da renderli quasi oggetti da collezione. Un po’ come le edizioni stra-deluxe dei fumetti americani, che peraltro contengono anche extra di tutti i tipi e generi (approfondimenti, interviste etc).

    Io sono molto pro ebook, ma il cartaceo non lo abbondonerò mai per una mia particolare fissa: più e più volte riapro i libri a caso e rileggo da lì in poi. O sfoglio avanti e indietro finché non trovo quella particolare scena. Raramente rileggo dall’inizio alla fine.
    E questo purtroppo con gli ebook è scomodissimo da fare ^^

  5. GiovinScrittoreAnonimo Says:

    Qua ci inculano tutti, a noi scrittori, cara Lara. Self publishing, ebook a prezzi infimi, royalties minime, pirateria (Latronico in testa). Ci saranno grandi database di scritti elettronici pubblicati da aspiranti venduti a 0,99 neuri, guadagno minimo per chi scrive, massimo profitto per chi offre lo spazio virtuale.
    Sarà una lotta tra poveri.
    Cartaceo come garanzia di qualità, oh sì, questa è l’unica ancora di salvezza (ma come educare i lettori?).

    • M.T. Says:

      Per educare i lettori occorre ricominciare dal basso, partendo dalle basi, ovvero quando sono piccoli: scuola, famiglia. Soprattutto deve cambiare la mentalità che ha visto diffondersi reality et similia e il ritenere che l’apparire anche solo cinque minuti in televisione sia sentore di valore della persona.
      A costo di divenire petulante e ripetermi, deve cessare quest’era dell’economia, del consumismo e dell’apparenza, ricominciando da capo, dando un’educazione vera, non quel liberismo (che non significa affatto libertà) che ha portato caos e instabilità.

  6. Lara Manni Says:

    Cecilia e Isabella, sì, sono esperienze diverse: mi chiedo però come verranno perseguite. E vengo a GiovinScrittore. E’ vero quel che dici: ma è già lotta fra poveri da diversi anni, con la moltiplicazione dei titoli e la casualità di pubblicazione dei medesimi. Per chi scrive, non resta che rimboccarsi le maniche, cercare di fare il meglio e togliersi dalla testa di vivere di libri: ma quello risulta evidente a chiunque pubblichi un libro in Italia, già da tempo.

  7. Paolo E. Says:

    Giovinscrittore: visto l’andazzo ho seri dubbi che l’ ebook avrà mai prezzi infimi, come al solito cercheranno di lucrarci al massimo.
    Non credo comunque che l’ebook significhi la fine del cartaceo, anche perchè per il lettore forte (quello che tu chiami “educato”) la lettura è per cosi dire un’ esperienza fatta con tutti i 5 sensi. va bene il testo, ma vuoi mettere la sensazione della carta sotto i pollici, il suo odore, il piacere di una copertina ben fatta, il colpo d’ occhio di una libreria selezionata?
    A costo di comprare un libro al mese, a queste cose non intendo rinunciare.

    Che dire di quelli che invece vedono la lettura solo come intrattenimento, probabilmente loro si, utilizzeranno gli ebook. Perdono molto, ma quel molto già adesso non sono in grado di apprezzarlo.
    E comunque, finchè Rizzoli pubblicherà in cartaceo un thriller ambientato a Sanremo di Enzo Ghinazzi in arte Pupo, con fascetta celebrante scritta da Mogol, e lo spinge cosi forte da dare un consiglio che in realtà è un ordine alla mia libraia di comprarne dieci-copie-dieci, io penso che le minacce al futuro della buona scrittura siano ben altre.

  8. Paolo E. Says:

    P.S. Protesto contro wordpress. Di fianco al mio commento ogni tanto compare una svastica!! Capisco che è una cosa che fa ridere, ma visti i tempi non potrebbero tirarlo via quel simbolo li?

  9. Lara Manni Says:

    Tutto giusto, ma una cosa da dire ce l’ho. Se i buoni libri pubblicati ricevessero la stessa pubblicità dei pessimi libri saremmo un passo avanti. Leggo del Pupo-Thriller ovunque, e ogni volta penso che invece notizie del genere andrebbero oscurate, per parlare di quel che ci è piaciuto.

  10. Paolo E. Says:

    Mah Lara forse hai ragione tu ma non è che sono sicuro. Volendo esagerare, se a fianco a dognuno di questi parti ci mettiamo un cartello con su scritto “questo libro è una m_____”, forse la gente non lo compra più, e agli editori la voglia di queste iniziative magari un po’ gli passa.

    • Paolo1984 Says:

      scusate, apprendo solo ora che Pupo ha scritto un thriller…con tutto che non è mai stato il mio cantante preferito ma hai già letto il libro per dire che è una m…oppure siccome ha portato a Sanremo assieme a Filiberto e a quel cantante lirico che non ricordo, una canzone che era veramente e senza alcun dubbio bruttissima parti prevenuto? Lo dico perchè sto leggendo Appunti di un venditore di donne di Faletti, (dopo aver letto Niente di vero tranne gli occhi e Fuori da un evidente destino) e devo dire che, non diventerà un capolavoro immortale del noir ma non mi fa neanche schifo (poi vabbè Faletti ha questo modo di scrivere che a volte funziona, quando becca la”bella frase” altre volte ha degli effetti quantomeno bizzarri e non so quanto voluti: ad un certo punto ad esempio parla di “malinconie animistiche” e vorrei potergli chiedere cosa sono). Perdonate se sono OT

      • Paolo E. Says:

        Il problema è che a fronte di esordienti che scrivono libri ellissimi e che se non hanno la fortuna di incontrare, che so, Giulio Mozzi, non riescono neanche a pubblicare per Laurana e vendere su IBS (che la libreria se la sognano), Pupo che in trent’anni non ha fornito NESSUN motivo per dare l’idea di saper scrivere, siccome è Pupo la Rizzoli chiede ai librai di comprarne DIECI copie. Questo mi da un po’ da fare. Comunque si parlava d’altro, meglio fermarsi qui. (Non prima di aver detto che io non ho mai scritto un libro, e quindi non sono mosso da invidia o altro.)

      • Giobix Says:

        Mboh, io a sti esordienti che scrivono libri “bellissimi” e non riescono a pubblicare ci credo sempre meno

  11. M.T. Says:

    “malinconie animistiche”
    malinconia dell’anima ? o di qualche religione animista? 😉

    • Paolo1984 Says:

      eheheh! Forse la prima che hai detto.mi sa che devo trovare il modo di chiederlo a lui, sono curioso anche perchè a parte queste difficoltà, il romanzo finora mi sta prendendo

  12. Paolo E. Says:

    Giobix: Ho fatto il nome di Laurana e di Giulio Mozzi apposta. Ci sono voluti un progetto editoriale apposta ed un colosso della narrativa contemporanea per mettere in piedi un progetto (piccolo) che si occupi degnamente degli esordienti. Romanzi pubblicati da Laurana ormai ne ho letti diversi e devo dire che il livello è sempre molto alto, solo che se li vuoi trovare li devi comprare su IBS, perchè in libreria nisba.

  13. Lara Manni Says:

    E’ vero, Laurana fa buone cose. Però non è il solo a pubblicare esordienti, se date un’occhiata ai cataloghi anche delle grandissime case editrici. E poi ci sono Voland, Nottetempo, Minimum Fax. Insomma, su, non di solo Pupo e di solo Volo vive l’editoria, diciamo pane al pane 🙂

  14. icittadiniprimaditutto Says:

    Reblogged this on i cittadini prima di tutto.

Lascia un commento