4. Fandom (fan art, fan fiction, fan video)
Su Speechless n.2 “Figlia del crepuscolo”, fan fiction di Wu Ming 4.
Valentina Graziani è una dei due vincitori del contest di Tanit. Ecco la sua fan fiction.
Profezia
La stanza. Normale. Banale. Pareti spoglie, il letto però è pulito, per quanto possa esserlo un letto umano.
Ricordo altre stanze. Una grande baita tra le montagne. Pietre, drappi arancioni, candele. Era una stanza calda. Avrei voluto portarci Yobai.
Ricordo l’uomo sul letto.
Rideva.
Quando gli ho chiesto quello che chiedo sempre, dopo l’amore. Non mi serve. Non serve a niente. Non serve a una dea. Lo faccio per divertirmi. Fammi una profezia. Lui aveva riso. Lo avevo guardato mentre soffocava. Mi è piaciuto soprattutto quel lampo negli occhi. Quella domanda, come poteva essere. Come può essere che un uomo giovane e forte come me stia soffocando mentre tu ridi.
Io ridevo.
Un’altra stanza, lusso, velluto e seta, un lampadario con le gocce di cristallo. Lui si è acceso una sigaretta. Gli ho spezzato il collo. Invece di rispondere mi guardava attraverso il fumo. Gli somigliava. Capelli lunghi, neri.
Capita di chiedermi se davvero mi diverta, in questo modo.
Guardo quest’uomo. Non è stato diverso dagli altri. Eppure lo è stato.
«Avrai un figlio e lo chiamerai… lo chiamerai come me, perché ho dato un senso a questa sera. E troverai la pace.»
Ha aggiunto. Troverò la pace. Ma io non voglio la pace.
«Figlia.» dico. «Avrò una figlia.»
Lo guardo mentre si riveste. Molti capelli in meno. Molti anni in più sulle spalle. Non lo ucciderò.
«Si chiamerà Tanit.»
L’altro vincitore è Andrea Cattaneo. Ecco la fan fiction:
In the sky
«Era in kimono?»
«Sì», dice Martha. «Capelli bianchi, bellissimo».
«Un demone?»
«Sì, e stavolta non era Evelyn», fruga nel porta pranzo. «A proposito…»
«Non voglio vedere la foto con la tizia che si è lanciata di sotto da qui, intesi?»
«L’ho disegnata», dice dandoti un album.
«Dovresti fare l’illustratrice, non dovresti stare qui a pulire il terrazzo dell’ottantaseiesimo e a parlare di fantasmi».
«Scherzi? Qui è pieno di presenze».
«Stronzate».
«Per me no».
«Potremmo discuterne a cena una di queste sere».
«Scordatelo», si alza. «Vado in bagno».
Pulire l’Empire State Building è un lavoraccio, ma ti ha fatto conoscere Martha e ti tiene lontano dalla bottiglia. È mezzanotte, la radio manda Lucy in the sky with diamonds.
Una signora esce sulla terrazza e va al parapetto.
La riconosci, ma non può essere lei.
«Non può stare qui».
Non risponde.
«Si sente bene?»
Mette un piede sul parapetto, s’aggrappa alla rete, s’arrampica.
Scatti in piedi, la raggiungi, la afferri per il cappotto e tiri.
Ti guarda incazzata con i suoi tre occhi.
Ti colpisce al volto. Scavalca la parte ricurva della rete, si alza e guarda giù, verso la trentatreesima.
Si tuffa.
Corri al parapetto, la vedi cadere. Diventa piccina, invisibile, aspetti il botto ma non senti nulla.
«Martha», urli correndo all’ascensore. Lei esce dal cesso, la trascini con te. Schiacci il tasto del pianterreno. L’ascensore macina piani, Martha ti guarda in silenzio.
«Sei ferito».
Ventesimo.
«Si è buttata».
Diciottesimo.
«Chi?»
Quindicesimo.
«Evelyn».
Decimo.
«Hai ricominciato a bere?»
Sesto.
«Evelyn, quella del disegno».
Nello schizzo di Martha c’era la macchina con il tettuccio abbracciato alla carne della donna: il parabrezza le ha rotto le calze, il tergicristallo le ha perforato la coscia. Ha gli occhi chiusi. È bellissima.
Martha si allontana.
Pianterreno.
Si aprono le porte, corri verso la strada.
Non c’è nessun corpo, nessuna macchina sfondata.
«Dov’è?»
«Chi?!»
«Evelyn per dio!»
Martha ti guarda dritto negli occhi: «È morta sessantacinque anni fa».
Altre fan fiction che hanno partecipato al contest:
Il Famiglio
di Fabio Catalano
Il fuoco scoppiettava nel focolare, spargendo scintille sul grande tappeto annerito dalla fuliggine. Bloody Manni, avvolta in un kimono argentato, camminava avanti e indietro pensierosa, ignara di non essere sola.
Nell’angolo più buio della stanza il Famiglio teneva d’occhio la sua padrona, aggiustandosi gli occhiali sul naso ogni volta che scivolavano un pochino. Aspettava il momento giusto.
Quando la padrona si fermò a guardare le fiamme, fece un silenzioso balzo in avanti. ‘Buonasera!’ disse a voce alta mostrando i denti aguzzi in una smorfia che avrebbe dovuto essere un sorriso.
La donna sobbalzò, presa alla sprovvista. ‘FILIPPO! Quante volte ti ho detto di annunciarti? La mia pazienza ha un limite.’
Scoprendo maggiormente le zanne appuntite, il Famiglio si esibì in un inchino ostentato, arrivando a sfiorare il tappeto con la punta del naso, che si sporcò di fuliggine. ‘è arrivato’ disse.
La padrona allargò le braccia, in attesa di ricevere il pacchetto. L’allampanata figura del Famiglio si avvicinò simulando leggiadri passi di danza. ‘Per servirla’ disse sogghignando.
Prese il pacchetto e ordinò al servitore di lasciarla sola, gli occhi le brillavano come il giorno in cui per la prima volta aveva assaggiato quella strana bevanda alcolica a base di succo di pomodoro.
Sbuffando rumorosamente il Famiglio si allontanò e, rendendosi conto di non essere osservato, sgattaiolò nell’angolo buio, da dove avrebbe potuto osservare senza essere visto. Sapeva cosa c’era nell’involucro di carta, l’aveva aperto di nascosto per controllarlo. Era “Tanit”, il libro dei Famigli. Dopo lo spiacevole incidente del gatto nel vaso Ming, la padrona se n’era procurata una copia, decisa a castigarlo per tutte le malefatte commesse. Il libro conteneva infatti alcune tra le più dolorose formule di punizione mai pensate dalla mente umana, ma lui, astuto come un folletto, ne aveva modificate parecchie con la magia. Non avrebbe sofferto neanche un po’.
“Puoi tentare quanto vuoi”- pensò il Famiglio – “ ma neanche scatenandomi contro un’orda di demoni cambierò, perché Axieros mi vuole così, e tu non puoi farci niente”.
Bloody Manni sorrise soddisfatta alla vista di Tanit, e notando che le pagine del libro brillavano di un viola intenso, iniziò a ridere di gusto. La protezione anti Famiglio aveva funzionato, il suo servitore credeva di aver manomesso le pagine del libro, ignaro di essersi inflitto da solo la prima di una lunga serie di punizioni. La faccia di Filippo avrebbe presto cominciato a riempirsi di fastidiose macchie purpuree.
Nigredo
di Filippo Tapparelli
È accaduto qualcosa dall’altra parte. Yobai solleva la mano destra, il palmo rivolto all’insù, e ne attinge. Gocce di buio si staccano da ogni sua unghia, colando lungo le dita fin sul pavimento della grotta, mentre fiamme incendiano i suoi nervi.
Il mezzodemone chiude gli occhi e il gocciolio si arresta, invertendo il suo moto.
Ora sottili tentacoli di tenebra brulicano verso l’alto, come lombrichi che si tendono fuori dalla terra prima di un temporale.
Inspira.
Ivy getta la scopa in un angolo del balcone. Poi svuota ciò che resta del disegno in un vecchio vaso sbeccato.
La mia urna delle stronzate, pensa, mentre guarda cadere i frammenti fumanti di carta. Vestigia di altri schizzi giacciono raggrumati sul fondo in una poltiglia così nera che sembra quasi non esistere.
Ivy si accascia sul divano e afferra il telecomando. Le dita ancora macchiate d’inchiostro ne tormentano i pulsanti e i canali rimbalzano tra tele-piagnistei e film che erano già vecchi prima che lei nascesse.
D’un tratto il pollice si paralizza sul tasto di scorrimento.
Cazzo, in compagnia dei lupi di Jordan! Avrebbe sempre voluto vederlo intero, ma il destino glielo ha sempre concesso a brandelli.
Yobai stringe le dita e sente i cinque filamenti fondersi in uno solo, che si allunga acquisendo più solidità. Non è nero: semplicemente ogni colore devia da esso, come temendo di venirne tagliato. La barra oscura è ciò che resta del buio quando anche l’ultima scintilla di luce è fuggita.
Il corpo si solleva proiettandosi in avanti, mentre il braccio destro disegna una spirale che passa ruotando sopra la testa e scende toccando terra. La stalagmite che ha davanti perde consistenza eclissandosi dalla realtà.
Espira.
Ecco, anche questa volta Ivy riesce a vedere solo il finale, quando la voce di Rosaleen recita la sua ultima battuta: «non devi mai fidarti dell’estraneo che si avvicina a te con gentilezza. Mai lui rivelerà i propri intenti. Più dolce la sua lingua, più aguzzi i denti.»
Yobai sorride.
Nutrimi, Ivy.
Questa è la fan fiction di Paolo Evangelisti:
In nomine patris.
di Paolo Evangelisti
“Arrivederci, padre”.
“Alla prossima, Ivy”.
Don Giacomo siede nell’aula vuota, il rumore delle risate dei ragazzi si allontana.
Dovrebbe essere rilassato, invece no: continua a tenere tra le mani il pennello che Ivy ha lasciato sul banco. Quel piccolo oggetto gli parla di una spada luminosa, di capelli bianchi, di foglie d’acero… e di un’ombra nera come la morte, che minaccia l’universo stesso.
Batte il pugno sul tavolo, frustrato.
A Redipuglia era stato uno sciocco illuso. Aveva pietrificato lo spirito del demonio canalizzando su di esso l’ordine divino, senza pensare che nell’universo tutto deve stare in equilibrio; da quello stimolo ne era nato uno opposto. Il demonio Yobai deve essersene accorto, e ha cambiato bersaglio: attaccando Axieros, ha fatto propria quella spinta, traendone forza per rigenerarsi.
Si alza, raggiunge il banco di Ivy. Si ferma, un sorriso triste.
In maniera inconsapevole, anche la ragazza deve percepire l’equilibrio che cambia, risentendone. Quella paranoia di avere tutto in ordine, l’ossessione di non lasciare tutto al caso. Quella non era Ivy, ma la sua immagine rovesciata e schiacciata su un foglio bianco…non sarebbe sopravvissuta a lungo.
Stringe il rosario nel pugno con forza.
La battaglia contro il demone non è finita, ma stavolta sarebbe andato fino in fondo: lo avrebbe affrontato nel suo stesso mondo, sfidando se necessario i letali artigli di quell’altro essere che sembra fargli da contraltare. Esbat: parola orrenda, parola di maligno. Che sarebbe stata la sua.
Quel piccolo pennello. Ivy non avrebbe avuto la forza di mandarlo alla morte disegnandolo (sì, conosceva anche quel potere, lo aveva letto con chiarezza negli occhi della ragazza), ma il cuore gli diceva che c’era almeno un’altra persona che avrebbe potuto, e facilmente.
Capelli biondi, occhiali, jeans, giubbotto marrone.
Roma.
“ Se Dio vorrà, incontrerò questa donna. E allora passerò, e finalmente affronterò l’ombra a faccia a faccia. In nomine patris.”
Filippo Tapparelli ha scritto una finta fan fiction (yaoi) su Tanit. Strepitosa.
Anche Emma Ward ha scritto una bellissima fan fiction (consigliabile per chi ha finito il romanzo). La trovate su Efp.
E questo è l’esperimento di Valberici. Onorata!
Debora Scarico è una bravissima illustratrice e disegnatrice. Ha letto in anteprima un capitolo di Tanit e ne ha realizzato un fumetto. Ogni sabato, posto qui, su tumblr e su Facebook una tavola.
Al concorso indetto da Fazi hanno partecipato fan fiction, fanvideo e fanart. Ne posto qui alcune. Inizio sempre con Debora Scarico e la sua fanart basata sul secondo capitolo di Tanit.
La fanart di Cosinonero: Hyoutsuki.
Il fan video di Erika Naccari:
gennaio 21, 2012 alle 10:08 am |
WOW!!….
troppo gentile lara….te l’hò sempre detto!!! ih ih ih ^_____^
gennaio 21, 2012 alle 10:34 am |
Veramente, sei tu che hai fatto un grande regalo a me 🙂
gennaio 21, 2012 alle 4:02 PM |
…..direi che una dedicuccia sulla copia prenotata del libro sia d’obbligo!!! ih ih ih…..almeno quello!!
gennaio 21, 2012 alle 4:36 PM |
Sarà fatto 🙂
gennaio 21, 2012 alle 5:04 PM |
ci contooooooo!! baci^__^
febbraio 19, 2012 alle 3:04 PM |
ciao….bello grazie!! ^__^
posterai quì anche le fanfiction giusto??
aspetto di leggerle!!
bacio!!
febbraio 21, 2012 alle 10:05 am |
brava valentina!! molto bella!!^__^
febbraio 22, 2012 alle 9:35 am |
Bravissimo Andrea!
febbraio 22, 2012 alle 10:16 am |
Grazie infinite Vale! ^_^
febbraio 23, 2012 alle 10:32 PM |
bravo andrea!!..anche la tua è spettacolare!!
complimenti a entrambi!!…^__^
febbraio 24, 2012 alle 8:38 am |
“Spettacolare!” Wow! 🙂 Grazie Debby!
febbraio 24, 2012 alle 6:53 PM |
Ti scrivo Grazie anche qui, per lo spazio che mi hai concesso, e per tutto quello che fai. Un abbraccio forte forte.
febbraio 28, 2012 alle 10:48 am |
Colgo l’occasione della fan fiction che hai postato per ringraziarti di questo blog, che di fatto ha cambiato il mio modo di leggere e rimane per me un riferimento nella scelta delle mie letture. Questo oltre al grande ringraziamento per l tempo che hai dedicato a leggere le mie poche righe. Ti aspetto presto in libreria!
Faccio i miei complimenti ai vincitori per i bei brani che hanno scritto. Per Lara dovrebbe essere una grande soddisfazione!