8. Bonus chapter: Scary Esbat

Ho cancellato Esbat da Internet. Però mi dispiaceva cancellare anche il Bonus chapter che non si troverà su carta. Quindi, lo metto qui. Completo della vecchia introduzione datata 14 ottobre 2007.

Questo è un piccolo regalo per tutti voi, lettrici e lettori che avete seguito Esbat in questa strana e per me bellissima estate, e avete commentato e mi avete dato entusiasmo. Ufficialmente questo si chiama Oekake: non intacca il testo precedente, ma è un extra. Una parodia, già già. Con la quale, com’è giusto, l’autrice si fa il verso da sola. Spero che vi diverta. In caso contrario, arriverà, prima o poi, la parte seria: il seguito di tutta questa storia. Si chiamerà Sopdet e, per ora, è soltanto un abbozzo di scaletta. Ma al tempo giusto maturerà. Grazie ancora e…enjoy!!! Lara

***

Il problema di Lara era che pensava sempre ad altro. In metropolitana organizzava mentalmente i capitoli di Esbat e mancava regolarmente la fermata. Mentre aspettava che il riso bollisse, scopriva che c’era una frase particolarmente adatta per Yobai e correva a scriverla sul taccuino: l’odore di bruciato che veniva dalla cucina confermava che l’atmosfera, sì, era proprio quella giusta. Oscurità e Inferno (ah, e una pentola da buttare: ma cosa vuoi che sia?).

Così, era assolutamente logico che il file con tutti i capitoli di Esbat fosse rimasto aperto sul computer acceso proprio quando a casa sua si era materializzato il suo secondo problema. Un problema alto un metro e settantatre, con lunghi capelli tinti di rosso fucsia e accuratamente piastrati, e jeans neri a sigaretta e maglietta di Arancia meccanica e Converse con teschi. Giulia era l’adorata nipotina “adottiva” quattordicenne che aveva accesso libero alla casa di Lara: abitualmente prendevano il the e parlavano di libri, finendo a litigare su Twilight e trovandosi perfettamente d’accordo su Intervista col vampiro.

Quel giorno, però, Lara ha dimenticato che Giulia sarebbe passata da lei ed è rimasta in ufficio a scartabellare  (e a prendere appunti sul famoso taccuino per il seguito di Esbat). Poco male, Giulia ha le chiavi. Aspetterò, si dice.

Ma dopo aver mangiato l’ultima mela rimasta, guardato le fotografie di Lara bambina con il salvagente a forma di draghetto e ascoltato un Cd dei Nirvana, beh, comincia ad annoiarsi. Magari, pensa, mi collego un po’ a Msn. Tanto il computer è rimasto acceso, ci giurerei. Infatti.

Masticando una gomma alla fragola, Giulia si accomoda davanti allo scrivania , preme la barra spaziatrice per riaccendere lo schermo. E trova il file.

Ma guarda, la zietta scrive romanzi di nascosto.

La curiosità uccise il gatto, si dice. Ma, alla fine di quel pomeriggio, Giulia era viva, vegeta e immensamente divertita.

Macchè romanzi. Una fan fiction, addirittura! E brava zia.

Però. Però, certo, la zia era vecchia. Insomma, se non vecchia, grande. Una vera fan fiction, pensava Giulia, dovrebbe avere altri ingredienti. Tamburellando con le dita sul piano del tavolo, Giulia riflette. Poi, decide.

L’aiuterò io. Basterà qualche piccola correzione e questo testo, oh gente, diventerà più famoso di Tales of The House of The Moon. Per esempio…

Per esempio, si dice, scorrendo i primi capitoli. Questa scena tra Hyoutsuki e la Sensei, quando lui, sì insomma, la…oddio…seduce…Qui ci andrebbe un po’ di comicità, per spezzare la tensione.

Poggia le dita sulla tastiera.

Una cosa come….

***

Hyoutsuki è pronto. Sapeva che quel momento sarebbe giunto. Nonostante il disgusto che gli torce il nobile stomaco, deve unirsi ad una femmina umana per salvare la propria dignità. Certo, si dice fissando la donna che singhiozza, dandogli le spalle, poteva andare un po’ meglio. Pazienza. Allunga la mano verso il collo di lei, lasciato scoperto dai capelli: poggia appena, con delicatezza, la punta dell’artiglio su quella pelle esposta. Comincia a farlo scorrere.

Dall’alto verso il basso.

Le spalle della donna smettono di sussultare.

Bene. Lo supponevo.

Dal basso verso l’alto, ora.

Le spalle ricominciano a sussultare più forte.

Cosa?

E ancora più forte.

Ma perché?

La donna si piega su se stessa, mormorando flebilmente

“Smettila! Ti prego, smettila!”

Hyoutsuki si immobilizza, stupefatto.

La donna si sta letteralmente torcendo dalle risa.

“D’accordo, lo farò. Disegnerò tutti i finali che vuoi, ma piantala di farmi…il….solletico. Non resisto”.

L’autostima del Demone precipita oltre soglie mai toccate in tutta la sua lunghissima vita.

***

Giulia rilegge. Molto, molto meglio. Ma manca ancora qualcosa. Per esempio, verso la metà, quando Hyoutsuki e Yobai  si fronteggiano in quella specie di caverna. Ah, zietta! Nessuno ti ha mai parlato di yaoi, vero?

***

Il respiro del Demone sfiora il viso di Yobai. Non è mai stato così vicino come ora. Yobai sorride fra sé, e si prepara a giocare la sua carta:

“Vuoi sapere come sottomettere quella ningen? Vuoi vegetare con il disgustoso puzzo di una ragazzina umana al tuo fianco, circondato da bastardi pelosi, fino alla fine dei tuoi giorni? Oppure…”

Ma, improvvisamente, la sua voce pronuncia parole che la sua mente non aveva affatto formulato.

“…oppure vuoi provare quelle lenzuola di seta nera che casualmente si trovano sul mio letto, nella stanza a fianco?”

I due si guardano. Nei loro occhi, orrore puro.

Cosa sta succedendo?

Ineluttabilmente, dalla bocca di Hyoutsuki esce questa risposta:

“Cominciavo a temere che non me lo avresti mai chiesto”.

La tenebra, pietosamente, li avvolge.

***

Benissimo! Giulia batte le mani, fiera del proprio lavoro. Questa sì, è una signora fan fiction. Ci vorrebbe un ultimo tocco, però. Proprio nel finale. Ci vorrebbe, ma certo! Un crossover!

***

Ivy intinge il pennello nella china gialla. Questo è il passaggio decisivo, pensa. Nel momento in cui colorerò i suoi occhi, tutto sarà compiuto.

Occhi d’oro.

Così.

Posa il pennello, tira un respiro profondo. Ora, tutto ricomincerà.

E’ sola nella grande aula. Compagni e professori sono usciti. Ma non si stupisce nell’udire quei passi (pesanti e insieme, sì, aggraziati) che si avvicinano alla porta.

Possibile che sia lui? Possibile che sia qui, che sia passato senza un Esbat?

Se io lo decido, è possibile.

Puoi?

Posso.

Una voce profonda e ferma, come l’eco di un tuono lontano, la raggiunge.

“Spero che ti piacciano i serpenti”.

Cosa?

Serpenti?

Ma cosa c’entra?

L’alta figura si staglia sulla porta. I lunghi capelli svolazzano. I lunghi capelli neri. Gli occhi d’oro ammiccano, divertiti.

“Ciao. Mi chiamo Orochimaru. Vuoi giocare con me, carina?”

***

Perfetto. Giulia è assolutamente soddisfatta del suo lavoro. Non resta che aspettare il ritorno di Lara. La zia sarà entusiasta, si dice, mentre lancia su You Tube il video di Black Parade. Poi si batte la fronte con la mano. Maledizione, me ne stavo dimenticando. Torna al file di Esbat e aggiunge la parola Fine.

Poi, salva.

4 Risposte to “8. Bonus chapter: Scary Esbat”

  1. deerockt94 Says:

    Molto divertente!
    E soprattutto, in perfetto stile fanwriter. Però devo dire che non mi dispiace per niente la versione originale che ho comprato in libreria, proprio no!
    Brava Giulia per lo sforzo, ma lasciamo che sia la Zietta a lavorarci su, eh?

  2. Lara Manni Says:

    Grazie deerockt:)
    Questo era davvero un gioco, ai tempi della fan fiction…:)

  3. Strega_del_lago Says:

    Semplicemente divino XDD
    Volevo semplicemente dire che il libro è stupendo e che mi sono davvero meravigliata che fosse stato scritto da una fanwriter! Davvero complimenti per questo successo^^

  4. Lara Manni Says:

    Grazie Strega. 🙂 Be’, successo…io lo chiamo primo passo artigianale, ecco.

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