Posts Tagged ‘Cime tempestose’

Questo no!

gennaio 8, 2010

Non lo sapevo. Ma in America è già accaduto. Questo:

O, volendo:

Cime Tempestose è esplicitamente citato nella saga della Meyer, e fin qui ci siamo. Avviene che, dopo la bella pensata americana (con copertina ad hoc),  anche in Italia si stiano vendendo le edizioni del libro con il bollino “il libro preferito di Bella e Edward”.
Lo so: ci sarà chi alzerà la mano e dirà “ma come, non sei contenta? E’ un modo di avvicinare le giovani lettrici a un grande classico”.
Non sono affatto contenta. Non così. Per favore.

La cerimonia degli addii

settembre 24, 2008

Quando un personaggio muore, deve restare morto?
Non sono impazzita, meditavo, e sempre in virtù della famosa mail che citavo qualche giorno fa. In quel caso, il riferimento era alla sorte di Aeris, in Final Fantasy, e come al solito mi ha dato da pensare. Naturalmente anche gli adorabili papiri di Yoda hanno la loro parte nelle mie riflessioni: pensavo anche alla sventurata Kikyou e al suo ritorno in vita seguito da morte definitiva.
In effetti devo fare una confessione.  Ci sono morti che tuttora non accetto: quella di Susan Delgado nella Torre Nera (Angelo, non è uno spoiler: si sa dal primo libro che è deceduta), per esempio. E, andando a pescare fra i classici, ci sono casi in cui vorrei essere nella storia per intervenire e salvare il personaggio: la già citata Milady, per esempio (da ragazzina ho odiato Athos e compagni con tutte le mie forze, e avrei voluto fare lo sgambetto al Boia di Lille). O Emma Bovary: non sarebbe stato bello se l’arsenico fosse stato sostituito con lo zucchero? E Catherine Earnshaw, in Cime tempestose? Possibile che nessuno sia in grado di curarla? E Romeo e Giulietta, accidenti a loro? E Amleto? E Cordelia?

D’accordo, Shakespeare va messo da parte: senza la morte, non ci sarebbe senso nelle sue opere. Eppure, la difficoltà di accettare il trapasso dei personaggi amati è qualcosa che probabilmente condiziona anche il mio modo di scrivere. Eppure non sono una che si tira indietro, quando si tratta di far fuori, narrativamente parlando, qualcuno…

Penso. Penso. Penso.