Allora, succede questo. Apro la pagina delle statistiche del blog e ci trovo tredici visite che vengono da Carmilla. DA CARMILLA? Non so se avete presente, ma è il sito letterario più bello che conosca: insomma, è questo qua.
E che ci fanno i carmilli da me? Vado a vedere e scopro che, in un post di aggiornamenti sul New Italian Epic, è citato il saggio di Angelo su Esbat. Ed è linkato questo blog.
Beh, oddio, ecco: intanto, benvenuti signori carmilli, accomodatevi e scusate il disordine.
E poi…poi ho trovato la risposta a quello che diceva Teiresias in un commento di ieri, a proposito di Internet e scrittura. Perchè, in quel post, ho scoperto i Kaizen.
Mi sembra un progetto fantastico. E mi piace anche la citazione che apre il loro intervento su Carmilla:
Nel frattempo ho visto vendere traduzioni, o meglio rifacimenti delle nostre storie in altre lingue, scritti a mano e ricopiati da scrivani sul lastrico e burocrati a riposo su economica carta colorata. Una trovata per far soldi che a me personalmente non dà fastidio, mentre Abhay si è un po’ risentito per i tagli e le aggiunte apportate dai nuovi narratori, e ha borbottato qualcosa di incomprensibile sui diritti d’autore.
– Queste storie sono completamente diverse – ha detto. – Quei tizi mettono in giro roba che non si può più definire nostra.
– Ha cessato di essere tua nel momento stesso in cui l’hai scritta – ho suggerito io, guadagnandomi un’occhiata feroce. Osservavamo la folla in arrivo, più numerosa ancora delle altre volte, e io pensavo: tutta questa gente è un dono o un peso?
Vikram Chandra, Terra rossa e pioggia scrosciante