Ci ho provato, a leggere il nuovo libro di Laurell K.Hamilton. Ma non sopporto più Anita Blake: più la saga va avanti, e più Anita diventa Mary Sue. Bellissima fortissima intelligentissima e se avete altri superlativi dite pure.
Mi è successa una cosa simile con Kay Scarpetta: anche se in quel caso mi è successa per il motivo opposto. Le sfighe. A Scarpetta capita TUTTO, e il suo cuore sanguina invariabilmente, e continua a litigare con il suo amico poliziotto, e continuano a morirle gli amanti, e la nipotina le dà tanti problemi.
Uno scarto. Una deviazione. Un imprevisto. Un mutamento.
Da un personaggio seriale io mi aspetto questo.
Per esempio, non mi succede con Eymerich: non che lui cambi più di tanto, ma cambiano profondamente le situazioni attorno a lui. Questo, per me, è il talento di chi racconta: Evangelisti ne ha, Hamilton, temo, no.
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Anita Sue
marzo 27, 2009Il gioco dell’oca
novembre 27, 2008Ha proprio ragione Laurie nei commenti al post di ieri su Death Note: se nella storia c’è una pecca, è nella misoginia dell’autrice. Vero. Il personaggio femminile più rilevante, Misa-Misa, è talmente idiota da sembrare…beh…volutamente costruita così.
Non è un’oca mascherata come Bella Swan, per intenderci, o come altre eroine di romanzi o anche di manga: dal primo momento in cui appare in scena, è esplicitamente imbecille.
Al punto che mi è venuto addirittura il sospetto che fosse una caratterizzazione voluta: del tipo, mettiamo in campo la caricatura della tipica ragazza a Q.I. zero destinata a fare da spalla ai veri eroi. Non a caso, qui, di intelligenza sovrumana.
Certo che è proprio difficile trovare l’equivalente femminile di Light e Elle, dovunque si cerchi. Miss Marple? Kay Scarpetta? Oppure?
Oppure niente, o poco. Sarà che mi sono svegliata di pessimo umore, nonostante la lettura filata, ieri sera, delle prime trentacinque cartelle riviste mi abbia lasciata abbastanza soddisfatta, o almeno non troppo in crisi.
Sarà che mi sento perseguitata: le edicole e le librerie che incontro espongono tutte il romanzo di Margaret Mazzantini. E ho detestato pochi libri come Non ti muovere, nella mia vita.
Sopravviverò.