Nella casa della ragazza non c’è un albero di Natale. Non c’è neanche una ghirlanda. In compenso ci sono una tazza di tè all’arancia e un portacenere che va riempiendosi.
Nella casa della ragazza, grazie alla chiusura ermetica della finestra, non arriva il suono della zampogna suonata da un netturbino di Velletri per rimpinguare la tredicesima. In compenso, sul lettore CD c’è Welcome to the jungle.
Nella sua casa, Lara si gode la settimana prenatalizia fingendo che non esista. Niente regali, niente buoni sentimenti. Soprattutto, niente sorrisi radiosi che augurano fortuna e felicità. Ahhh. Salva. In pace. Si sfrega le mani pensando che basterà resistere ancora un po’ e sarà fatta.
Telefono.
Telefono fisso.
Che strano, quasi nessuno chiama da quel numero. Lara, perplessa, alza il ricevitore.
“Buonasera sono Mariella. La signora Lara Manni?”
“Uh. Ah. Sì. Mariella?”
“Sono Mariella di Telecom Italia. Se ha un minuto desidero informarla che le nuove offerte Tele..:”
Clic.
Lara chiede perdono a Virzì e ai precari di Tutta la vita davanti e si rimette a sedere davanti al suo tè e al suo manoscritto. Detesta le offerte. Quelle speciali soprattutto. Uffa.
Telefono.
Telefonino.
Id sconosciuto.
Lara, incuriosità, preme Accetta.
“Non può scappare in questo modo. Non stavolta. Sono Mariella”.
“Mariella? Ma non dovrebbe chiamare dal fisso?”
“Lei non si preoccupi e ascolti. L’offerta speciale di Telecom Ita…”
Clic.
Lara è furiosa, a questo punto. Spegne il telefonino, stacca il telefono fisso, lascia che il tè si freddi e si concentra sul manoscritto. Basta seccature.
“Lei deve ascoltarmi e mi ascolterà”.
La voce la raggiunge, severa, dalle casse del computer acceso. Lara lascia cadere la matita e balza in piedi.
“Ma…Mariella?”
“Mi chiami pure Mariella, per comodità. E si vergogni. Pensa che sia facile lavorare in un call center? Pensa che sia piacevole sentirsi sbattere il telefono in faccia tutti i giorni? Da persone che se ne stanno a casa propria calde e tranquille, poi. E senza neanche un ghirlanda, una candelina, un Gesù di cartapesta. Un vero insulto per me”.
“Per lei? Ma scusi, Mariella, a lei che gliene importa se io non festeggio? Cos’è, sono obbligata? E’ una strategia del nostro Presidente per incrementare il PIL?”
La stanza si riempie di luce. Dal lettore CD, la voce di Axel Rose intona, improvvisamente, parole ben diverse dalle consuete:
Adeste fideles
læti triumphantes,
venite, venite in Bethlehem.
La chitarra di Slash si trasforma, non si sa come, in un organo a duecento canne.
Lara sbianca. Ma non è finita.
“Io – tuona la voce dal computer – non sono Mariella. Io sono lo SPIRITO DEL NATALE PASSATO”.
Natum videte Regem angelorum.
Venite adoremus
Dominum.
Dopo un primo momento di stupore, Lara reagisce. E reagisce MALE:
“Ah no! Glielo proibisco. Vi conosco, lei e i suoi colleghi Spirito del Natale presente e Spirito del Natale futuro. Invadenti! Impiccioni! Prevedibili!
Cosa pensa, che non conosca Dickens? Che non sappia cosa sta per accadere? Lei ora sta per mostrarmi i Natali della mia infanzia, con la zia Angelina che mi faceva i ganascini sulla guancia e mi lasciava il livido, e il cugino Franco che mi rompeva le bambole. Poi arriverà il Natale Presente a mostrarmi una ragazza con l’occhio triste- io!- seduta sola sola ad un tavolino. Infine, Natale Futuro con una vecchia Lara sola soletta all’ospizio. BALLE. Non mi incantate con questi giochini. E tu, Axel, smettila di cantare Adeste Fideles e torna a imprecare, CHIARO?”.
Funziona. Le luci si abbassano, le casse del computer si spengono, Axel Rose torna normale.
And you’re a very sexy girl
Very hard to please
You can taste the bright lights
Lara, molto offesa per essere stata scambiata per Scrooge, torna al lavoro. Ma per poco. Due minuti, e la finestra si spalanca.
Sul davanzale, è ritto in piedi un uomo in impermeabile. E’ in bianco e nero. Mentre Lara urla, Axel Rose canta, in improbabile italiano
Meraviglioso, ma come non ti accorgi quanto il mondo sia
Meraviglioso.
“Buonasera”, sorride l’omino. “Io sono Clarence”.
Lara è crollata a sedere sulla sedia chiedendosi perchè un essere del genere sia entrato dalla sua finestra, peraltro al sesto piano. Ma quel nome non le è nuovo.
“Aspetti. Clarence…intende mica l’angelo del film La vita è meravigliosa? Quello di Frank Capra? Quello dove il protagonista viene salvato da…lei?”
Clarence sorride e annuisce.
La chitarra di Slash sembra un violino, ora.
La furia di Lara monta inesorabilmente.
“E tu vorresti fare la stessa cosa con ME? Vorresti convincermi che a Natale bisogna essere buoni, felici, radiosi solo perchè è Natale?”.
Clarence annuisce ancora.
Lara sorride. Sembra un angelo anche lei. La luce della stella cometa apparsa dietro Clarence si riflette sui suoi capelli biondi.
“Ok. Mi hai convinto. Permettimi di abbracciarti”.
Si avvicina all’angelo, il quale è palesemente lieto della missione compiuta, e anche incuriosito. Avendo visto Il cielo sopra Berlino in un cineforum del Paradiso, si chiede che effetto faccia sentirsi abbracciato da un’umana.
Non lo saprà mai.
Lo spintone di Lara lo fa sfracellare dal sesto piano prima che abbia potuto aprire le ali di emergenza.
Grazie al Cielo, Axel Rose è passato a Symphaty for the Devil.
Lara si accascia sulla sedia. Cos’altro dovrà aspettarsi, ora? Il Grinch che diventa buono? Jack Skeletron (anche Tim Burton si arrende ai finali lieti, sospira Lara)?
“No, ci sono io”, dice una vocina dal pavimento.
“Io? Io chi?”
“Guardami”.
Lara guarda verso i suoi piedi. E’ un topo. UN TOPO?
“No, non un topo qualunque. Sono Firmino”.
Dal Cd, Axel canta I will Always love you.
Lara balza sul tavolo.
“Firmino? Il best-seller dell’anno? Il topo che mangia libri e diventa coltissimo? Che caspita fai a casa mia???”.
Il topo sorride sotto i baffi.
“Vengo a ricordarti che nei libri che tanto ami i finali lieti sono all’ordine del giorno”.
“Menti! Pensa a Romeo e Giulietta!”
“Oh, ma c’è anche La dodicesima notte, La tempesta e poi Odissea, Promessi Sposi, Orlando Furioso”.
“NOOO! Taci, ratto malefico. Le ultime lettere di Jacopo Ortis…”
“…Divina Commedia, Il diario di Bridget Jones…”
“BRIDGET JONES NO! AIUTO”.
Dalla finestra, una folgore nera.
La voce di Firmino tace improvvisamente. Dal pavimento, un meraviglioso gatto nero si lecca i baffi ed emette un rutto educato.
“Buonasera, cara”.
Lara si stropiccia gli occhi. Guarda il felino. Non sa bene perchè, ma si sente stranamente sollevata.
“Tu…tu…sei?”
“Il gatto nero, per servirti. Ci siamo conosciuti quando eri bambina. Ero in un racconto del tuo scrittore preferito, Edgar Allan Poe”.
“Oh! OH! Ma certo! Ricordo benissimo! Ero sdraiata nel mio lettino con le lenzuola rosa e ho incontrato te. E mi sono detta che al mondo esistevano creature diverse da quelle che mi venivano propinate. Creature che potevo amare!”.
Il gatto sbadiglia elegantemente, annuendo.
“E ci siamo incontrati di nuovo quando eri un’adolescente. Se ricordi bene, fu quando accompagnasti un certo personaggio alla ricerca del misterioso Kadath…”
“Nei racconti di Lovecraft! Ma certo!!! Caro amico, posso offrirti una ciotola di latte? Dei croccantini? Mi hai liberato da quel seccatore e sono in debito”.
Smettendo di leccare la zampina, il gatto fissa Lara con i suoi occhi dorati.
“Sono io ad essere in debito, cara. Finchè esisterà qualcuno che si rifiuta di credere al lieto fine, noi abitatori del buio prospereremo. E resisteremo anche alle lucine di Natale, ai vampiri che brillano e ai topi saputelli. Così, sono venuto ad aiutarti a passare tranquillamente questo periodo”.
Lara si lascia cadere sulla poltrona.
“E come?”
Il gatto balza sul suo grembo, accoccolandosi.
“Un trucchetto: mi sono fatto prestare da Sandman un po’ della sua polverina. Chiudi gli occhi, e farai un bel sonno fino al 7 gennaio. Contenta?”
“Felice”, esclama Lara lasciandosi andare contro lo schienale.
E mentre il sonno comincia a premere sulle sue palpebre, mormora:
“E se arriva qualcuno a svegliarmi? Babbo Natale? Il principe azzurro?”.
Sotto un tripudio di fusa, il gatto fa spallucce:
“Ho tenuto testa a Nyarlathotep, figurati se mi faccio spaventare da dilettanti come quelli”.
Il gatto e la ragazza dormono, felici.
Dal lettore CD, Axel Rose canta a squarciagola una vecchia canzone di David Bowie:
We can be Heroes
Just for one day
We can be us
Just for one day
Lo zampognaro nella strada, dopo un momento di esitazione, riprende il motivo.
Ps. Vi eravate affezionati al racconto del lunedì? Anch’io. Buone feste a tutti.
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