Credo che la discussione di questi ultimi giorni meriti approfondimenti. Andiamo per tappe. Questa è la prima.
Se lei fosse un personaggio di Fahrenheit 451 e dovesse quindi imparare a memoria un libro per sottrarlo alla distruzione, quale sceglierebbe?
Non ho dubbi: Canto di Natale di Charles Dickens. È un libro che ha svolto un ruolo importantissimo nella mia vita, a partire da quando avevo 10 anni. L’ho letto, l’ho riletto, l’ho ascoltato alla radio. Mi ha influenzato profondamente perché in questo racconto c’è tutto ciò che bisogna sapere sulla vita, sulla morte, sull’amore per il prossimo. Ma spiega anche come si possa perdere l’amore degli altri e nello stesso tempo come le persone riescano a cambiare, ad avere una possibilità di tornare indietro nella vita. Molti miei libri parlano di vita e di morte, di trasformazioni, e di questa possibilità di cambiare.
(intervista a Ray Bradbury, Corriere della Sera)
INTERVIEWER
Is there really much of a difference, then, between serious popular fiction and literary fiction?
KING
The real breaking point comes when you ask whether a book engages you on an emotional level. And once those levers start to get pushed, many of the serious critics start to shake their heads and say, No. To me, it all goes back to this idea held by a lot of people who analyze literature for a living, who say, If we let the rabble in, then they’ll see that anybody can do this, that it’s accessible to anyone. And then what are we doing here?
(Intervista a Stephen King, Paris Review)