Sarah Waters. Dal momento che si sta ancora discutendo su genere-non genere-uso dello stesso, la chiamo in causa. Waters è una scrittrice che è stata etichettata in vari modi: autrice lesbica (come se il comportamento sessuale proprio o dei propri personaggi influisse sulla narrazione), o storica, dal momento che molti dei suoi romanzi sono ambientati in epoca vittoriana. Waters ha scritto una delle più belle storie di fantasmi degli ultimi anni, L’ospite. E lo ha fatto da par suo (non a caso è una delle autrici britanniche più premiate e amate. Ovvero, rispettando il canone ma raccontando anche altro. Nel caso, la decadenza, e non solo di una casa. Insomma, non ha forzato il genere: lo ha arricchito. Per usare le sue parole:
“Quello che mi interessa delle storie di fantasmi, non è capire se siano vere o meno, ma il semplice fatto che esistano. Mi interessa il modo in cui il fantastico agisce su di noi: mi interessa il motivo per cui il soprannaturale ci attira. Il cosa ci offre, nella strada della catarsi o della consolazione. O nell’articolare l’indicibile”.
Leggetela, se non lo avete già fatto.