Eudeamon!

Non ringrazierò mai abbastanza Valentina per avermi consigliato di leggere Eudeamon.
In questi due giorni l’ho divorato e adesso sono sazia e persino ottimista. Sì, ottimista. Perchè questo romanzo dimostra che c’è chi scrive buon genere – almeno, il genere che io amo – e c’è anche chi lo pubblica.
Eudeamon può essere definito fantascienza. A mio parere, è molto di più: perchè dentro c’è filosofia, erotismo, critica sociale…e anche quell’inner space di cui parlavo qualche giorno fa.
Eudeamon è la storia una donna, una giornalista, che vuole indagare su una tecnica di punizione che viene praticata in una particolare città che ha particolarmente in odio il crimine. Si chiama “banishment”, e significa che nel cervello del reo viene inserito un software, il Custodian, e che il corpo viene rivestito da una tuta nera di lattice. Un “Bane” – così si chiama il prigioniero da quel momento – non può respirare e vedere se non attraverso il filtro del Custodian: la sua testa viene imprigionata in un casco privo di aperture, e sarà il software a filtrare la sua visione del mondo esterno. Inoltre, non può mangiare, lavarsi, evacuare: tutto avviene attraverso la tuta in particolari zone di manutenzione. Inoltre ancora, non può avere contatti con nessuno: nè con i cittadini normali, nè con gli altri Banes, perchè altrimenti il Custodian fa scattare un allarme sonoro intollerabile che risuona nel cervello del Bane, cui si aggiunge un dolore fisico “non reale” ma percepito come tremendo.
Fino a metà romanzo, si resta inchiodati a chiedersi cosa accadrà alla disgraziata Katrina che si è andata volontariamente a cacciare nella tuta nera per scrivere la sua inchiesta.
Accade qualcosa di imprevedibile: una nascita. Dal Custodian, si stacca e prende vita autonoma un’entità che è il “daimon” del prigioniero. Un’entità che ragiona e soprattutto sente come una creatura viva. Prova paura, dolore, speranza.  E  ama incondizionamente, senza giudizio, il Bane in cui vede la luce. E’ un amore ricambiato e totale, assoluto, impossibile da realizzarsi per gli esseri umani del mondo “normale”. Per Katrina, il suo Daimon, che prende il nome di Inverno, creerà mondi meravigliosi che sembrano veri, le darà profumi, sapori, sesso.
Mi fermo qui, ma sono incantata. L’autrice si chiama Erika Moak, è americana e il suo primo editore è italiano, zero91.
Dico solo che sono queste storie a farci bene, a rendere possibili strade che sembrano ostruite da tonnellate di banalità. Evviva.

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30 Risposte to “Eudeamon!”

  1. Stregatto Says:

    ho giusto giusto quasi finito la scorta di romanzi e stavo scegliendo i prossimi…

  2. Lara Manni Says:

    Non te ne pentirai, gattone!

  3. Marika/Yuko86 Says:

    L’ho preso a Torino ma devo ancora leggerlo, mi ispirava molto!

  4. avalon9 Says:

    Dopo Zeferina (che mi ha aperto un mondo mitologico di cui – vergognosamente- ignoravo quasi totalmente l’esistenza e che sto cercando di mettere a frutto) e Sanctuary, appena potrò, mi decicherò a questo.
    Non amo particolarmente la fantascienza come genere in sè, ma la presenza di confronti con i propri doppi, una sorta di dialogo fra io ed es umano che si cristallizza tanto da diventare autonomo sono incredibilmente stimolanti.
    Inoltre, se mi è concesso, è il titolo che mi attira. Il titolo in sè: quel Eudeamon così assonante a “eudaimon”, che in greco significa beato. Eudaimonia è il termine che per i Greci designava la vita felice, ovvero la vita degna di essere vissuta, in accordo con il proprio daimon (adoro, letteralmente, questa distorsione storico-mitologico-religiosa-filosofica. E’ sempre latente e altrettanto prepotente e inesauribile).
    Sono curiosa di vedere com’è, questa “vita felice” ( questa non vita se non attraverso terzi, attraverso filtri) di Eudeamon

  5. Lara Manni Says:

    Avalon, Eudemonia si chiama la città, infatti, dove vivono i Banes. Sì, è profondamente mitico questo romanzo. Platonico, addirittura. La vita felice-non vita è l’origine, è il tutto. E’ la completezza, sia pure mediata da un software.
    Io e es. Amore come re-unione.
    Il tutto in…un romanzo!!!

    Marika, fammi sapere!

  6. Elfo Says:

    Ne avevo già sentito parlare perchè frequento il blog della Zero91 e perchè se non sbaglio ne ha accennato la Lipperini sul suo blog qualche giorno fa. Sembra molto interessante!

    @Avalon9: Zeferina è bello? Perchè sto tentando di recuperarlo da un po’ di tempo, ma nessuna libreria riesce a farmelo arrivare! 😦

  7. Vale Says:

    Ma prego, è un piacere contribuire (seppur in piccola parte) alla circolazione delle idee…
    🙂

  8. Lara Manni Says:

    Elfo, è interessantissimo, credimi: era parecchio che non leggevo qualcosa di così forte e insieme psicologicamente accuratissimo. 🙂
    Zeferina a me è piaciuto davvero molto e lo consiglio!!! Non riesco ancora a trovare il nuovo libro di Coltri, però…
    Vale, triplice esultanza per te 🙂

  9. avalon9 Says:

    @Elfo: Zeferina è contrastante
    Nel complesso ne sono rimasta pienamente soddisfatta anche perchè, ripeto, mi ha aperto un mondo mitologico nuovo tutto da esplorare.
    In sè la protagonista non mi ha entusiasmata particolarmente, e la trama all’inizio, pur lineare nel suo gioco di alternanza di scene, risulta complessa da seguire, a causa dei vari accenni mitologici mai esplicitati. Devi leggere e rileggere e avere la pazienza di andare ogni volta sul dizionario mitologico a controllare.
    Detto questo, ci sono reinterpretazioni, riusi mitologici che lasciano basiti e che affascinano. Personalmente, ho associato la realtà del mondo altro (elfi, fade, orchi) all’ambientazione di Fosca di Tarchetti. Un senso di disfacimento, di nausea e di marcio che permane; ti sembra di affondare nel fango, e ti sorprendi nel riconoscere lo scheletro di un fiore, di una foglia, di un pensiero che era ovvietà e quotidiano ed è diventato leggenda e superstizione. Ma lo scheletro rimane. E ti ricordi. E ti interroghi. E ti entusiasmi.
    [Lara. Perdona l’uscita dal tema centrale del tuo posto]

  10. Lara Manni Says:

    Ma certo che ti perdono, le tue interpretazioni sono interessantissime!!!

  11. avalon9 Says:

    @Lara: Per rispondere alla tua risposta, devo dire che sì, per fortuna, esistono ancora romanzi come quello di cui hai parlato oggi. Romanzi profondi che, dantescamente parlando, fagocitano tutti i topoi e poi li ricreano, superano la base. E per questo non sono incasellabili (mi piacerebbe proprio sapere chi ha avuto la brillante idea di dire che ogni libro deve essere di un dato genere. Gli antichi distinguevano non per argomento del libro, ma per stile di scrittura. Forse varrebbe la pena ricordarsene, ogni tanto).
    Per fortuna che esistono, proprio, libri come Eudeamon o il tuo ciclo; e non solo la pantomima grottesca e deformata della vita in Moccia o Meyer-style.
    Il problema è che ormai la gente, e soprattutto i ragazzi, sono disabituati alla lettura. Qualsiasi cosa capiti loro fra le mani va bene; soprattutto se condita con una buona dose di romanticismo patinato, un pizzico ti rassicurante sovrannaturale e una lista della spesa di Ti amo e frasi fatte.
    La lettura è evasione, non lo metto in dubbio. Ma non riesco a trovare l’interesse per una fuga in un mondo che è solo e palesemente artificiale.
    E’ come scegliere un film: ce ne sono di impegnativi, ce ne sono di leggeri. E ce ne sono (perdonami la parola) di demenziali.
    Se voglio riflettere e pensare e soppesare scelgo qualcosa di impegnativo (Il cielo sopra Berlino – che se non hai visto ti consiglio caldamente. Niente demoni, ma angeli. Molto combattuti e più simili ai daimon che agli affreschi rinascimentali; Germania anno 0 e simili); se voglio distrarmi va bene anche un film di Bud Spencer e Terence Hill, che saranno leggeri, ma che ti danno una visione della realtà a colori caldi e giocosi, ma dietro è la realtà, filtrata e basta.
    Di demenziali non me ne intendo, visto che li evito come la peste, ma ritengo che siano del tipo Grande fratello dove la “realtà” è talmente costruita e artificiosa e violentata da far accapponare la pelle e venire la nausea. Aria, via!
    Con i libri è la medesima cosa.
    Ne esistono di complessi; ne esistono di ricreativi. Ne esitono di quelli da buttare. Letteralmente.
    Adesso forse ti socnvolgerò: ma se dovessi per una qualche assurda ragione leggere un libro piatto sceglierei un Harmony. Sempre meglio di Moccia; sempre meglio di tante fotocopie che circolano ricalcando il genere del momento, destinate ad avere successo solo sull’onda, ma annichilenti e vuote. Desolati.
    Perchè un Harmony? Perchè NON ha la pretesa di essere realistico. Lo prendi in mano e SAI che è falsato, SAI che vuole dar corpo a frustrazioni, desideri, illusioni e sogni. SAI che è falso; ma sei tu che scegli di leggerlo per riprendere come una fiaba. Perchè in fondo quello che ti racconta è una fiaba; nelle tinte più accese e passionali, ma pur sempre una fiaba. Moccia no. Moccia ha la pretesa di descrivere il mondo, il mondo dei ragazzi perdipiù, con un suo linguaggio e i suoi meccanismi; e -opinione personale, liberissima di essere affettata- lo snatura e appiattisce e. E lo forza all’eccesso con una pretesa di specchio che mi ricorda tanto il carrozzone del Luna Park degli specchi deformanti.

  12. Lara Manni Says:

    Sono perfettamente e totalmente, e pure visceralmente d’accordo. Meglio l’originale: meglio un Harmony puro che un ibrido.
    Quanto a Moccia, giuro che non riesco a capire il motivo del suo successo: non affrontiamo neanche la questione linguaggio, ma anche la trama di Tre metri sopra il cielo è talmente ricalcata su milioni di altre storie simili che mi lascia basita.
    Amore 14, invece, mi tramortisce e basta. 🙂

  13. Elfo Says:

    Concordo su quanto avete detto, Harmony compresi! (tra l’altro io sugli Harmony non sputo davvero: in casa mia ne entrano da quando riesco a ricordare.)
    Zeferina mi ispira ancora di più dopo i vostri approfondimenti! ARGH! Dovevo acquistarlo alla Fiera del Libro a Torino e invece ero a corto di palanche ed ho pensato di aspettare. Povera me, non riesco a farmelo nemmeno arrivare via internet (SGRUNT, abito in un bosco e non è uno scherzo!). Finisco anche io l’Off Topic, evitando di ritornare su Moccia (blaaaaah!). ^_^

  14. Lara Manni Says:

    Uh, neanche via Internet? Io ho faticato un po’ a trovarlo ma alla fine ci sono riuscita, in libreria. Hai provato sul sito di Riccardo?

  15. Vale Says:

    Zeferina l’ho visto nel sito della feltrinelli, ce l’hanno disponibile in un giorno.
    Lo metterò in wish list, la prssima volta che faccio un ordine lo prendo.

  16. Eleas Says:

    mmm daimoin, prigioni virtuali, non è per smontare l’entusiasmo, ma sono tutte cose già viste tra matrix, queste oscure materie e fumetti vari come hammer, la domanda è in cosa si distingue questo libro? Per cosa vale la pena? Beninteso non è una critica la mia eh! Ma proprio vorrei sapere a fronte di elementi ben noti cosa ti ha colpita.

  17. Lara Manni Says:

    Eleas, tutto è stato già scritto, se è per questo. E in ambito fantastico soprattutto: ci sono autori che vivono rimasticando Tolkien beatamente.
    Per cosa si distingue? Per come è scritto e per il modo gli elementi vengono assemblati e riproposti. Poi, libero di non leggerlo e di bearti con gli elfetti.

  18. Eleas Says:

    Lara la mia non era un critica al libro, ero curioso di sapere cosa ti avesse così tanto colpita visto che non vi erano elementi di novità. Tutto lì. Non è che io mi bei con gli elfetti, per il momento sto scuoiando cetacei. 😉

  19. Lara Manni Says:

    Eleas, la “novità” di un romanzo non si giudica dai singoli elementi. Se io dico “é una storia d’amore”, per esempio, so bene che da Omero in giù ne sono state scritte milioni.
    La novità di un romanzo è, ribadisco, nel modo in cui si presentano tematiche che possono anche essere non nuove, ma che qui sono non solo originalissime ma raccontate in stato di grazia.
    Dopodiche, ribadisco, se sei curioso leggilo. O non leggerlo, fa lo stesso: personalmente, posso solo dire che è un grande romanzo. Uno dei più belli che abbia letto, anzi.

  20. Stregatto Says:

    Bello veder ottimismo e soddisfazione.

    Avalon, giusto un dettaglio da gattastro… i film demenziali NON sono tipo il grande fratello che non è demenziale, è demente.
    Il demenziale puro è parodia, ne mostra la falsità, l’assurdità, i limiti… e da questo punto è quasi più “vero” di molti altri generi.
    Esempi? Gli attori che girano DIETRO la scenografia (Pallottola spuntata), il “conta-cadaveri” con tanto di titolo al “film con più morti di sempre” che segue lo “pseudo-rambo” di hot-shots2… e così via.
    Possono piacere o no, spesso hanno un umorismo grezzo, ma… non confrontali alla demenza pura, non se lo meritano :-p

  21. Lara Manni Says:

    Ma quello è demenziale raffinato, gattone 🙂 Le pallottole spuntate, da noi, non ci sono: ci sono i comici spuntati 🙂

  22. Win Says:

    Posso? Ad Eleas, pur condividendo la posizione di Lara che nessuno vuole costringere altri a leggere una cosa, direi che questo libro, al di là dello spunto narrativo, e di certe notazioni sulla relatività del reale (che già, quantomeno, Dick, no?), dica molte cose sull’amore, sul narcisismo, sul rischio enorme ma, a volte, necessario di fuggire dalla realtà. Meno ne sai prima di leggerlo, però, io credo, meglio è… io ci sono arrivata, confesso, cercando solo una fantasia più o meno feticista di restrizione, e invece ho scoperto un romanzo inaspettatamente profondo, ricco e stratificato – molto al di là della storia in sè che qualcuno potrebbe giudicare un po’ troppo propensa a qualche comodo deus ex machina. (Qualcuno, non io: nel complesso trovo che anche narrativamente il libro funzioni benissimo e che anche qualche scatto un po’ frettoloso sia ampiamente giustificato dal racconto).

  23. Lara Manni Says:

    Win, certo che puoi! Anzi, è un piacere averti qui.
    Stratificato è decisamente l’aggettivo giusto: perchè comincia con un registro e poi, pian piano, si sovrappongono altri livelli. Ed è scritto benissimo.

  24. Eleas Says:

    win non è che mi sentissi costretto, volevo appunto capire cosa avesse affascinato così tanto in questo libro.

  25. Lara Manni Says:

    Però Eleas, non è sempre facile, e forse non è neanche possibile dire “c’è questo e quest’altro dunque va letto o non letto”. Qualche volta è possibile riportare soprattutto le proprie emozioni a proposito di un testo: perchè, come dice giustamente Win, ci sono libri che non possono essere raccontati per intero, e questo è uno di quelli: dunque, meno ne sai meglio è, verissimo.
    Della serie: a volte bisogna fidarsi, come io mi sono fidata, per fortuna, di Valentina.

  26. Eleas Says:

    lara io ciancio di fiducia da mesi quindi con me sfondi una porta che non c’è, è che di solito non noto il già visto e questa volta m’è saltato più evidente sotto il naso, per quello ti ho fatto la domanda. Tutto lì.

  27. Lara Manni Says:

    All right, speriamo almeno di averti incuriosito. Perchè ti assicuro che raramente mi spendo così per un libro. 🙂

  28. Eleas Says:

    mah in realtà mi avevi incuriosito sin da subito, proprio perché a fronte di elementi ben noti ti eri data tanto da fare, quindi la curiosità c’era. Del resto per incuriosirmi con un libro basta poco… se non fosse che i libri in coda sono una valanga…

  29. Sakura87 Says:

    Sembra molto avvincente, me l’appunto! Hai proprio ragione, non si direbbe il libro di un’esordiente!

  30. Lara Manni Says:

    Sakura!!! Ultimamente passo poco su aNobii e mi mancavi 🙂
    Leggi leggi LEGGI!

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