Mostri e mainstream

“Solo i mostri sono umani”, dice Clive Barker, o meglio, dice GL ragionando su Barker.
“Solo gli umani sono mostri” potrebbe essere la sintesi di Sopdet. Con diverse eccezioni, ma il senso ultimo è quello, credo.

Nota: scopro che è nato un social network sugli autori del fantastico e adesso vado a dare un’occhiata.
Seconda nota: poi, però, diamo l’assalto al cielo del mainstream, vero? e facciamo un discorsetto sul fatto che i generi non esistono, vero?

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37 Risposte to “Mostri e mainstream”

  1. :A: Says:

    A un livello molto terra-terra, Barker ha fatto una cosa meravigliosa: ha creato dei mostri fighi. Mostri NUOVI. Non si è adagiato, come altri scrittori horror, su vampiri, zombie, e i retaggi del gotico ottocentesco. Ecco perchè mi viene l’itterizia quando si pensa di rilanciare l’horror italiano con certe antologie dedicate…ai VAMPIRI. ANCORA??? Barker era più avanti di tutti, oltre vent’anni fa, e lo è ancora per tantissimi versi.

    Sulla nota: sì, magari mi iscrivo a maggio 2010 quando esce il mio libro. L’assalto al cielo del mainstream, però, lo diamo NON creando l’etichetta, ma facendo in modo che non si ponga più il problema “mainstream/generi”, scrivendo romanzi di genere fantastico senza rivendicarne l’aspetto fantastico, ma solo la qualità. Perchè solo quello esiste, la qualità o la mancanza della medesima.

    Per carità, è legittimo anche creare un “marchio/gruppo/brand” per promuoverti (e purtroppo di questi tempi il problema primario è portare all’attenzione del lettore l’esistenza dei libri, dato che ne escono 5.000 al mese), sapendo che però è un puro concetto di marketing e non “sdoganerai” mai nulla, così, ma rafforzerai l’identità di genere (e guarda che fine ha fatto la fantascienza anglosassone, che aveva l’identità di genere più definita e più spinta di tutti).

  2. Lara Manni Says:

    E io quello intendevo con l’assalto al cielo, A. Proprio quello. 🙂

  3. :A: Says:

    Lo sapevo che sei troppo avanti, Larù. :-*

  4. Eleas Says:

    mmmm “homo homini lupus” diceva hobbes qualche giorno addietro mi pare… e aggiungeva l’amico spinoza “principium sese conservandi primum et inconcussum”. Quindi perché stupirsi che la letteratura scopra che l’uomo è il vero mostro. Ricordiamo il “vero” finale del libro “io sono leggenda”, in cui lui, il protagonista è il solo vero mostro in un mondo ormai del tutto mutato.

    i generi… mmm da un lato comprendo il desiderio di strappare le etichett, dall’altro però, mi viene da ricordare che alla fin fine se scrivo un giallo perché mi debbo offendere se me lo classificano come tale? O perché debbo per forza pormi il problema della classificazione in sè? Va bene che siamo figli di aristotele, ma insomma possiamo anche fare a meno dei cassetti per un po’. 😉

  5. Lara Manni Says:

    Eleas, proprio a Matheson pensavo (ma non spoilerare, dannazione!) 🙂

    Quanto ai generi, non c’è offesa alcuna quando si riceve un’etichetta. Ma a volte le etichette sono troppe, e quelle troppe rischiano di stare strette. Appunto, sogno il giorno in cui ne esisterà solo una, per noi: narrativa fantastica. 🙂

  6. :A: Says:

    Non c’è niente da “offendersi”, infatti.
    Il problema sono le ricadute.
    Qualche poliziesco ha avuto successo? Tutti sotto a scrivere polizieschi, con risultati risibili e uno spreco di carta e un genere che è stato ammazzato dalla sovrapproduzione merdosa.
    Scrivo un romanzo al crocevia tra diversi generi? “Eh, cambialo un po’, così com’è in che reparto delle librerie lo mettiamo?”
    Eccetera.

  7. :A: Says:

    p.s. Lara, ricordati che in Italia, “fantastico” = “roba poco seria, serie B, cacca”. Per questo dico completamente ‘fanculo alle etichette.

  8. Lara Manni Says:

    Vero, A. Ma bisogna pur fare in modo che prima o poi quell’equivalenza salti. E, sulle ricadute, concordoconcordoconcordo.

  9. :A: Says:

    Quell’equivalenza salterà quando produrremo roba buona.

    E la verità è che adesso quell’equivalenza, perlomeno per l’heroic fantasy nostrano (meno per l’horror), per quanto mi riguarda, è valida.

    E mi spiace dirlo, ma bisogna davvero fare lobbyismo sulla qualità.
    Esiste la tendenza a darsi le pacche sulle spalle solo perchè “si fa la stessa cosa”. Invece NO.
    Bisogna avere il coraggio di NON partecipare a una certa antologia se si appare in compagnia di nomi incapaci.
    Se scrivi un romanzo di merda e mi chiedi un parere, ti dico che hai scritto un romanzo di merda, e no, non te la faccio la recensione positiva solo perchè è un romanzo fantastico e dobbiamo fare gruppo.
    Se un’antologia contiene racconti risibili, non la presento, e non mi frega se contiene racconti di amici, anzi agli amici, proprio perchè amici, dirò che si potevano impegnare di più invece di scrivere quella roba.
    I futuristi cento anni fa volevano spaccare tutto, ma erano TUTTI gente con sotto due palle così.

    Quindi non basta avere “spirito di gruppo”, ci vuole capacità di essere selettivi, tra di “noi” e in questo modo fungere da “filtri” verso i lettori.

    So che s(u)ono snob perchè io evidentemente ho la presunzione di essere tra “quelli buoni”, ma che cazzo.

  10. Lara Manni Says:

    E’ un discorso saggio, A. Deve aumentare la qualità, e su questo non ci piove. Non basta essere narratori italiani, e questa è una mia vecchia battaglia.

  11. :A: Says:

    Larù, concordiamo su tutto: sposiamoci. Il prossimo WE sono libero. 😉

  12. Lara Manni Says:

    E lo sapevo che finiva così 🙂
    (ho i piedi freddi, fumo come una ciminiera e prima di tre caffè sono intrattabile: non ti conviene)

  13. Eleas Says:

    mmmmmm intanto auguri e figli maschi non dovevi sposarti con ema?

    quanto al discorso pacche sulle spalle non concordo appieno, ho visto fin troppo spesso critiche a narratori italiani che sapevano tanto (troppo) di critica per partito preso. Capisco che il pat pat non serva a niente, ma nemmeno lo spalare liquami a prescindere è di aiuto. Al solito in Italia trovo che il concetto di via di mezzo sia ormai avviato sulla stessa strada che ha percorso il condizionale e sta percorrendo il congiuntivo 😉

  14. :A: Says:

    Larù: La mia donna ideale.

    Eleas: non mi sembra tu abbia letto bene quello che ho detto. Non ho parlato di critiche per partito preso nè di spalare liquami.
    Parlo di essere ESIGENTI.
    Parlo di avere come metro di giudizio il fantastico internazionale, e non la nostra piccola pozzanghera nostrana.
    Se scrivo horror, non penso solo a ottimi italiani come Danilo Arona o a Nerozzi, penso anche a Clive Barker (anzi, in realtà penso sempre prima a lui).
    Se scrivo fantastico, faccio riferimento alle situazioni più nuove ed estreme che conosco, come il New Weird e la Bizarro Fiction, e non uso come termine di paragone…vabbè, non faccio nomi.
    Eccetera.

  15. :A: Says:

    p.s. insomma, torno al discorso di prima: qualità, qualità, qualità, in termini assoluti e non relativi.

  16. Eleas Says:

    :A concordo, ma aggiungo che a volte anche la nostra pozzanghera potrebbe essere ricca di sorprese, basterebbe rendersi conto che non sempre è la pozzanghera che viene descritta, ma apotrebbe essere un laghetto montano 😀

  17. :A: Says:

    Continui a mettermi in bocca frasi che non ho detto.
    Non sono esterofilo, ed è ovvio che in Italia non c’è solo merda, se non fossi d’accordo con te non direi di fare lobbyismo…se dico di farlo, è perchè credo che nomi degni ce ne siano: Lara (chiaramente), Arona e Nerozzi, che ho già nominato, Francesco Dimitri, la Palazzolo…e così via.

  18. Ema Says:

    Se Lara fuma come una ciminiera cedo volentieri la priorità ad A. (Sui piedi freddi potevo pure passarci su, specialmente in vista del suo prossimo sconfinato arricchimento finanziario).
    A parte questo, A, Eleas in fin dei conti non ti mette in bocca cose: semplicemente “aggiunge” le sue. Relax 😉 Ciò detto sottoscrivo in pieno il tuo intervento (e “aggiungo” che Lara mi ha fatto la sua proposta di matrimonio per un post molto simile al tuo di qualche giorno fa, quindi hai ottime speranze. Anche perché pare che le giovani-scrittrici-esordienti siano molto… disponibili.. vero Larella? :)).

    Eleas, tu sei uno spoiler umano. ‘Sto brutto vizio non te lo togli. Passi quando commenti sul tuo blog, che uno sa in anticipo che gli racconterai tutto il libro tacendo solo sul colore del tatuaggio a forma di farfalla v…rde della protagonista. Ma quando metti la linguaccia nei siti degli altri cazzarola controllati! ^_^

  19. Eleas Says:

    ops… m’è sfuggito 🙂

  20. :A: Says:

    Ema: grazie per la sottoscrizione.

    p.s. il primogenito se è maschio lo chiamiamo come te, tranquillo.

  21. Ema Says:

    ma anche se è femmina, non fate complimenti.
    Però per favore falla smettere di fumare ché in gravidanza e allattamento è deleterio.

    PS Prego.

  22. Laurie Says:

    Che accostamento nel titolo!
    Io so solo che i mostri non sono mai mainstream! O non sono mostri.

  23. Gamberetta Says:

    So che dovrei star zitta – ma tant’è, il livello di ipocrisia e demenza della discussione ha superato il livello di guardia.

    Cominciamo con il signor Barone “:A:”, che dice tante belle parole condivisibili, per esempio:

    E mi spiace dirlo, ma bisogna davvero fare lobbyismo sulla qualità.
    Esiste la tendenza a darsi le pacche sulle spalle solo perchè “si fa la stessa cosa”. Invece NO.

    Dopo di che, dà la sua pacca sulle spalle (Lara, Arona, Nerozzi, Dimitri, Palazzolo), ma quando c’è da dare un calcio in culo a chi lo meriterebbe preferisce non fare nomi.
    Spiego come funziona il giochino per i non addetti ai lavori: Tizio dà la pacca a Caio, Caio la dà a Sempronio, Sempronio la dà a Tizio. Così il lettore vede solo pacche sulle spalle, recensioni sfavillanti, consigli con il cuore. E in più Tizio, Caio e Sempronio possono spergiurare di essere severissimi, di avere altissimi standard. In fondo non ci sono stati scambi diretti di favori…
    Barone, perché non fai un elenco di autori e/o romanzi di fantastico italiano attualmente in commercio che sono merda? Possibilmente non pubblicati dalla Sconosciuto Editore, ché tanto non li comprerebbe nessuno comunque.
    Posso anche capire che non si voglia parlare male dei colleghi, ma almeno si abbia la decenza di non essere ipocriti. Davvero, questo genere di discorsi teorici sull’onestà mettono addosso una tristezza che non avete idea.

    Io un pochino il dietro le quinte del fantastico italiano lo conosco*. E fa schifo. Fa schifo in generale il livello di cattiveria, fa schifo il livello della scrittura, fa schifo l’atteggiamento di superiorità, con il lettore visto quasi sempre con disprezzo. Ci sono le eccezioni, ma sono appunto eccezioni.

    Con queste premesse, si vuole “fare gruppo”, chi? come? cosa? Gente che non sa scrivere, non vuole imparare, ipocrita e permalosa, il cui sogno è imitare Licia Troisi: fare i soldi facendo ingoiare cacca al prossimo.
    Almeno – dico almeno – si eviti l’ipocrisia.

    Detto questo mi scuso per l’OT. In effetti a me dei mostri che sembrano umani o degli uomini che sembrano mostri o di attaccare il cielo del mainstream non me ne frega un tubo. Ma si sa, sono discorsi di “voi” Artisti (A maiuscola), io mica posso pretendere di capire.

    ===

    *In Italia, specie nel ramo del fantastico, siamo pieni di editor ultra-competenti. Fateci caso: avete mai trovato un autore che si sia dichiarato scontento del proprio editor? Che abbia avuto da ridire sull’editing di questo o quell’altro romanzo? Io non mai letto niente del genere. Ho solo letto lodi sperticate rivolte agli editor di tutte le case editrici.
    Dunque siamo pieni di editor fantastici. Ottimo.
    Passiamo agli autori: avete mai trovato un autore che criticasse un collega? Che dicesse che il tal romanzo è una stronzata? Io non ho mai letto niente del genere. Certo, gli autori raccontano che in Italia il fantastico è in crisi e che in America e meglio, raccontano che tanti non lavorano con la dovuta attenzione e con il dovuto impegno, ma quello che mostrano è il leccare l’amyketto.
    Dunque siamo pieni di autori fantastici. Straottimo!
    Stabilito questo, provate a indovinare quanti autori si sono rivolti a me, chiedendo valutazioni, consulenze, editing, ecc. ecc. Contante solo gli autori pubblicati da case editrici non a pagamento. Saranno 3? 5? 10? 15? 20? Mi sono stufata di rovistare tra le mail dopo averne tirate fuori venti, diciamo che sono almeno venti… Bizzarro, no? Siamo pieni di professionisti preparatissimi a tutti i livelli e la gente si rivolge a me (e non pochi hanno pure il coraggio di lamentarsi, perché la sottoscritta non li tratta con i guanti bianchi, loro gegni).

  24. Ema Says:

    secondo me non è che uno se le spara tutte in un commento ad un post. Specie quando magari il blog non è suo e si vuole evitare di dare la stura ai soliti flame tra l’altro pure off topic. Detto questo, io che non sono nessuno e non conto un cazzo (nel mondo che tu invece conosci bene) quando sto a casa mia, o anche a casa di gente che so che non me ne vorrà se gli creo scompiglio in cortile, le opinioni negative le do. E smetto di comprare una cosa che non mi piace anche se sto a metà saga.
    Quindi l’ipocrisia te la ri-infili da dove ti è uscita, assieme alla demenza, tanto per seguire la tua linda linea di pensiero e di espressione 😉

    Il che non toglie che ti stimo moltissimo (non alla Fantozzi), te il tuo blog e le tue opinioni in merito. Piacere, gamberetta! ^_^

  25. G.L. Says:

    Ciao Lara.
    Devo confessarti una cosa. Io il mondo della finanza lo frequento. E pure parecchio. Ed è uno schifo di mondo. Pieno di pacche sulle spalle e pugnalate, sai?Ciao Lara. Devo confessarti una cosa. Il mondo della finanza è pieno di gente senza morale. Davvero. Potrei farti i nomi. Tu non sai quanti vengono da me a chiedere consigli. Cialtroni. E a parlare male degli altri. Una roba da farti venire i capelli bianchi. Baroni & Conti. Causio & Scirea. Tutti. Sul serio. Tutti da me a volermi convincere che un elicottero non è solo un elicottero quando lo sanno tutti che un elicottero è un elicottero perchè lo dico io. Però mai a farli ‘sti nomi. Maledetti ipocriti.

    Ciao Lara.
    Ma IO i nomi li so.
    IO i nomi li faccio.
    IO i nomi di questa marmaglia putrescente li faccio. IO.
    Mica come voi.
    IO CONOSCO I NOMI.
    IO
    I
    NOMI
    LI
    FACCIO

    NON

    SONO
    m
    I
    c
    a
    COMEVOI

    IO.

    Io

    I

    [insomma, si è capito, no?]

  26. :A: Says:

    Chiara (Gamberetta), dato che mi tiri in ballo: mamma mia, sai che sembri un disco rotto quando fai la vergine moralista del mondo letterario…?

    Comunque: evidentemente mi sono spiegato male, non sei tu che non hai capito: col mio discorso intendevo un’ALTRA cosa (perchè se ti si dice che non hai capito, ti incazzi ancora di più e fai la scenetta “voi gegni/voi Artisti”).

    Quando parlo di lobbyismo, parlo di un lavoro A MONTE, dietro le quinte.
    Per quanto mi riguarda, “dare calci in culo”, come dici tu, a colleghi in pubblico NON serve a niente: io parlo di lavorare PRIMA e non dopo.

    Il massacro tra colleghi in pubblico è il corrispettivo del Grande Fratello in letteratura: la gente si viene nelle mutande a vedere la litigata e le grida pubbliche. E’ una cultura del cazzo, di cui tu evidentemente godi (“fai l’elenco di romanzi/autori che sono merda”) e NON ci sto ad alimentarla.

    Della merda semplicemente non parlo, cito solo chi merita. Punto e fine del discorso.
    *Se NON parlo di qualcuno, è perchè non merita.*
    Non vado a cagare dove non ho voce in capitolo, cioè in un’antologia che non ho curato io, per esempio. Non è quello il punto del mio discorso.
    Il punto è che se curo IO un’antologia, nella medesima antologia vedrai alcuni autori (quelli che ho citato, per esempio) e non altri, e ti renderai conto della qualità del prodotto dal prodotto finito stesso, e SOLO da quello.
    A te lettore NON TE NE DEVE FREGARE UN CAZZO DEL DIETRO LE QUINTE.
    Hai diritto a un buon libro, e basta.
    Se POSSO, per quanto è in MIO potere, cerco di fartelo avere, se lo scrivo o lo curo io.
    Sul resto: la merda si dimentica non parlandone, non promuovendola, non facendo presentazioni.
    Tu, Chiara, NON sai che – per fare un esempio tra tanti – ho rifiutato di fare la presentazione di una certa antologia di genere fantastico a Milano. NON puoi saperlo. E NON DEVI, perchè ribadisco che NON te ne deve fregare.
    Ma ho reso un servizio ai lettori non parlando/promuovendo un progetto nella cui qualità non credo. Un servizio per cui non voglio gli applausi e i fan/lettori adoranti come te (e per la cronaca, sono un tuo lettore e fan adorante anch’io).
    L’ho fatto e basta.
    E’ abbastanza chiaro, ora, o mi devo spiegare in modo ancora più semplice?

    Sulla nota asteriscata: ma che discorso è? Anch’io ti ho chiesto un giudizio sulla mia raccolta perchè mi interessa il tuo punto di vista, mi hai detto che secondo te ho buone idee ma ti fa assolutamente cagare come scrivo e per gentilezza hai deciso di non massacrarmi in pubblico sul blog, cosa per cui ti ho anche ringraziato: quello con te è stato per me un interessante confronto, che mi ha portato a riflettere su certe mie scelte stilistiche, ma non vuol dire che non mi fido del mio editor, perchè come ho fatto leggere a te, ho fatto leggere a tantissime altre persone.

    Ah, e il tono è più astioso di quello che vorrei, perchè mi piace il tuo stile schietto, ma solo finchè non offendi: ipocrita e demente dillo a qualcun altro, signorina “IO”.

    ADRIANO BARONE (si legge abbastanza, ora?)

  27. Lara Manni Says:

    No.
    Scusate, no.
    Niente flame qui.
    Non sono attrezzata, non sono capace, non ci riesco.
    Dico solo due cose:
    – che la qualità debba aumentare nella narrativa fantastica è una banalità necessaria.
    – che ci sia un sacco di robaccia in giro è vero.
    – io, personalmente, non ne parlo non perchè voglia fare lobby, ma perchè non ritengo di avere i titoli, la capacità, la tecnica per smontare un libro. Ho sempre detto che scrivo “di pancia” e solo dei libri che mi sono piaciuti. Non sono una critica, non sono capace a fare critica.
    – perdonate se cito King. E’ un’ossessione, sono d’accordo, mi farò curare. Ma King non ha mai parlato male di un collega con l’eccezione di Stephenie Meyer. E’ una posizione che sento vicina, ma non perchè voglia ricevere qualcosa in cambio da qualcun’altro.
    – quello che a me interessa è cercare di fare bene il mio lavoro. Possibilmente sperando che ci siano altri che provano a fare la stessa cosa.

    Tutto qui.

  28. :A: Says:

    p.s. per Chiara di nuovo (Lara, lo so, scusami).
    Oltre a Stephen King: hai mai visto VanDermeer parlare male di un collega? China Mieville? Michael Swanwick? Carlton Mellick III?
    Hai mai visto sui loro blog dei flame in cui mandavano a fare in culo tal libro o tal altro?
    Mai, vero?
    Strano.
    Quindi il mondo letterario anglosassone è tutto rosa e fiori, tutti sono corretti, tutti si amano, tutti sono competenti, non ci sono veleni.

    Ti renderai conto che è una posizione estremamente ingenua.

    Mettiti nella posizione di dover rispondere a qualcuno di quello che fai, tipo mettere una faccia, un nome e un cognome prima o dopo certe tue affermazioni, oppure guardare negli ocche la persona del cui romanzo dici che è merda in pubblico e poi vedrai che cambierà anche il tuo atteggiamento da delirio di onnipotenza post-adolescenziale.

    ADRIANO BARONE

  29. Lara Manni Says:

    Adriano. BASTA.

  30. Mele Says:

    Una cosa sola.
    Larù è MIA.
    Sciò, sciò!

    (Cosa mi dicevi quando parlavo di spasimanti, eh?? Ripetimelo adesso!)

  31. Laurie Says:

    Posso fare la troll? Posso? Posso?

    P.S. Larù è mia, Mele, giù le zampe :PPP

  32. Angra Says:

    Sono andato a dare un’occhiata al social forum e chi ti trovo? La mia vecchia amica Marina Lenti. Uhm, così a occhio e croce questo social forum sembra proprio una metastasi di FantasyMagazine.

  33. Mele Says:

    Larùùùù!! ç_ç

  34. demonio pellegrino Says:

    La cosa bella degli italiani e’ che sanno divedersi in guelfi e ghibellini, fare caciare, e prendersi a randellate, assolutamente su tutto. Poi, una volta sconfitta una delle due parti, la lotta diventa intestina alla parte vittoriosa. Poi, una volta sconfitta una delle due parti prima vittoriosa, la lotta diventa intestina etc. etc. etc.

    Una cosa sola, e poi mi eclissero’ dai commenti di questo blog che mi pare sia diventato una cosa per addetti ai lavori (contro la volonta’ dell’autrice, se mi posso permettere un’osservazione che forse pecca di presunzione): Lara, recentemente King ha anche detto che Glen Beck (autore di fiction, teatro, presentatore di programmi televisivi su Fox, presentatore radiofonico) e’ “Satan’s retarded brother”. Che mi ha fatto troppo ridere.

    Ciao.

  35. demonio pellegrino Says:

    Ultimissima cosa: non e’ vero che nel mondo anglosassone gli autori non dicano chiaramente che altri autori fanno schifo. King, se vogliamo, e’ una delle eccezioni, forse in parte dovuta al suo essere del New England. Gli altri si sputano in faccia in polemiche durissime, che raramente ho visto qui in Italia.

    Se qualcuno vuole esempi, me lo faccia sapere, e glieli mando in privato.

    Cordialmente.

  36. Fabrizio Says:

    Gamberetta dovrebbe baciare il suolo dove cammina Licia Troisi.
    Ah, non sto scherzando. Non è una frase che ho scritto per ripicca o altro.
    E’ un’ascetica verità zen.

    Senza di lei, la Decapode non avrebbe mai avuto la possibilità di riunirne i detrattori. L’attenzione, verso i suoi post saggistici e i suoi romanzi online, l’ha ricavata a suon di flame e attacchi personali a Licia e ai suoi lettori.

    Senza gli insulti a Licia la Gambera sarebbe solo una delle tante blogger.
    Magari di quelle che fanno post interessanti e scrivono abbastanza bene. Ma avrebbe un centesimo delle visite che ha ora.

    Ringrazia la dea amaterasu perchè ti ha regalato Licia, Gamberetta. E già che ci sei, mentre parli delle pacche sulle spalle degli altri, controlla quanti sono gli yes-men & women sul tuo blog.
    Che ci mettiamo a ridere sul serio…

  37. Lara Manni Says:

    Forse non ci siamo capiti.
    Questo è il mio blog. E’ un blog dove io ho voglia di parlare di scrittura o anche di amene cazzate. Sicuramente non ho voglia che diventi un wall non per addetti ai lavori ma per circoli e circoletti.
    Quindi, sono io che per un po’ non intendo aggiornare: ma prego gli astanti a non obbligarmi a chiudere i commenti.
    Dopodiche, Demonio: ti prego, non devi chiamarti fuori. Se questo è diventato un blog per addetti ai lavori, lo chiudo.
    A me quel che dici è sempre stato utile e piacevole proprio perchè era fuori da tutto questo.
    Tutto questo che non mi piace.

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