Intervallo.
Per cinque giorni, non parlerò di Sopdet e insieme ne parlerò. Perchè parlerò di libri. Anzi, cercherò di farli parlare.
Ho letto, con crescente costernazione, quel che è avvenuto in questi giorni. Quello che sta ancora avvenendo.
Molti dei miei amici ne hanno già parlato, peraltro. In poche parole, in due diversi luoghi del Veneto si sono messi all’indice i libri di alcuni autori, rei di aver semplicemente espresso sei anni fa la loro opinione. Inoltre, da alcune biblioteche sono scomparsi i libri di Roberto Saviano, per ordine dell’amministrazione comunale.
Non avrei mai pensato di assistere a qualcosa del genere. Non avrei mai pensato che si osasse stilare una lista di libri che non devono essere letti. Comunque la si pensi, credo che tutto questo dovrebbe suscitare orrore in ogni lettore, prima ancora che in ogni scrittore. In ogni cittadino, anzi.
Così, provo a dare un contributo. Piccolissimo, insignificante, forse inutile. E’ una storia in forma di fan fiction, che riunisce alcuni personaggi dei libri “da bruciare”.
E comincia quando…
Quando Doña Luz Eymerich d’Ampuries uscì in strada, trasse un profondo respiro. Erano anni che non lasciava l’ombra del palazzo, anni che non poggiava il grazioso piedino nella polvere della strada, anni che non abbandonava il gradito silenzio della propria camera.
“Quando è troppo è troppo”, aveva pensato quella mattina, deponendo il foglio che la aggiornava sul…paradosso, non sapeva definirlo altrimenti. Nicolas inquisito. Nicolas condannato al rogo. Un’onta, oltre che un dolore intollerabile per Doña Luz.
“Te la do io la madre anaffettiva, Nicolas”, mormorò, salendo in carrozza. Il viaggio sarebbe stato lungo. E la prima tappa era Londra. Londra, dove la strega l’attendeva. Doña Luz fece una smorfia. Di tutte le persone con cui aveva pensato di allearsi, quella donna era davvero l’ultima. Ma la guerra, si disse, non ammette esitazioni.
La carrozza partì, lasciando dietro di sè una nuvola di polvere. Nella nuvola, prese forma un volto.
Molto lontano da Gerona, Molly Brant spalancò gli occhi.
Tag: I libri al rogo
gennaio 24, 2011 alle 10:08 am |
Uh, questo sì che è un colpo basso! Brava Lara!
gennaio 24, 2011 alle 10:20 am |
Bello l’inizio di questa storia, non so assolutamente dove andrai a parare, ho dovuto cercare i personaggi su google, ma l’indice dei libri mi pare talmente vasto che potresti scriverci Guerra e Pace 🙂
Riguardo alla colpa di chi ha semplicemente firmato un’appello, credo che la storia che gli hanno raccontato e quella che ci raccontano ora, siano entrambe poco sincere e troppo interessate (infatti, Saviano ha poi ritirato la firma). Probabilmente Battisti non è tipo da meritare solidarietà, ma nemmeno il belzebù che ci impongono i media oggi. Merita nè più nè meno degli altri di pagare per i crimini commessi.
Chi scrive libri non è tenuto a essere meno ingenuo e a non farsi abbindolare, può essere in buona fede o mala fede. Se non ha cariche istituzionali, può essere pure un criminale come Ed Bunker. In biblioteca c’è spazio anche per il Mein Kampf, il resto spetta agli educatori, non ai libri.
In una certa area politica, se vuoi emergere, devi spararla sempre più grossa. Ed è la stessa area che ama far leva sull’ignoranza del suo elettorato, facendogli sentire che è giusto essere così, altrochè quei maestrini rompiballe radicalcicche, votateci che pensiamo a tutto noi.
gennaio 24, 2011 alle 10:36 am |
Giobix, io non entro nemmeno nel merito dell’appello, ma solo delle storie e dei libri. E questa iniziativa, secondo me, è estremamente pericolosa: perchè se fosse solo una “sparata”, non ci sarebbe stato il rilancio continuo cui stiamo assistendo. 😦
Quanto alla storia, be’, non riuscirò a inserire tutti i personaggi, o altro che cinque giorni 🙂
gennaio 24, 2011 alle 10:49 am |
Sì, è anche un tentativo di fare pressione, tipo: “scrivi e nn t’allargà” 😦
gennaio 24, 2011 alle 12:21 PM |
Non solo, temo: anche un tentativo di dequalificare ulteriormente la cultura 😦
gennaio 24, 2011 alle 2:35 PM |
Di fronte a segnali di questo genere, qualunque iniziativa è la benvenuta.
Una accettazione passiva sarebbe per questa gente una istigazione ad andare avanti…
gennaio 25, 2011 alle 9:18 am |
Concordo in pieno: se abbiamo le parole, è giusto usarle 🙂
(è il mio passato di fan writer che torna, lo ammetto)