2007/5

Sto divagando?
Me lo chiedo mentre leggo le ultime notizie che arrivano da Padova, dove un consigliere comunale scrive sul proprio profilo Facebook «Sti rom mi fanno proprio vomitare». E aggiunge: “Sempre polemiche… ma che palle! Ma a uno non possono dar fastidio i rom? dobbiamo integrarci noi fargli le case mantenerli? Questi non vogliono integrarsi, rubano come attività principale e fanno figli a nastro. E nessuno di loro vuol lavorare e noi dobbiamo farci un culo cosi pagare tasse assurde. Se vogliono fare i nomadi… che vadano in campeggio come facciamo noi, che si adeguino alle nostre regole”.
E’ facile. Lo penso e lo scrivo, perché ho il diritto di dirlo. Questo è il ragionamento. Lo penso e lo scrivo perché sono dalla parte giusta. Lo penso e lo scrivo perché è democratico farlo. Lo penso e lo scrivo perché se urlo più forte, se sputo più in alto, se ti ferisco più a fondo, ho ragione.
E’ vero.
Io non sono dalla parte giusta.
Io appartengo a un popolo dove hanno convissuto i coraggiosi e i codardi, gli idealisti e i criminali di guerra, i sognatori e gli assassini.
Quando avevo vent’anni, ho dato un passaggio in macchina a due ragazze della mia età. Pioveva. Il tempo di arrivare a destinazione, e lasciarle, e dalla mia borsa era scomparso tutto quel che avevo.
Non per questo odio le donne, bianche, italiane, della mia età.
Quando ne avevo sedici, un uomo ha aspettato che girassi l’angolo di una strada solitaria, e si è calato i pantaloni davanti a me.
Non per questo odio gli uomini, bianchi, italiani, che incontro sulla mia strada.
Dal 2007, l’odio per un popolo è stato rinfocolato. Esisteva da prima, certo.  Esiste da millenni, un po’ ovunque. Qualcuno lo spiega così.
Immaginate un re dell’anno Mille, un re che porta il nome di Costantino IX. Quel sovrano ha un debole per le cose belle, come tutti i suoi simili, e ha radunato per il suo piacere un gran numero di animali pregiati, che sono la gloria e il vanto di Costantinopoli. Un giorno, i suoi adorati vengono aggrediti da bestie selvatiche, rozze, feroci, aggressive. Il cuore del re si rattrista. Dunque, chiama a sé “i Simoniaci, discendenti dei samaritani, atsincani,  affinché usassero la loro magia per salvare le sue preziose bestie”.  Gli  atsincani rispondono  al’invito e uccidono gli animali selvatici con  pezzi di carne avvelenata collocata all’interno del parco, facendo credere all’imperatore che si trattasse di magia”.
Da allora vennero chiamati ingannatori.
Da allora vennero chiamati avvelenatori.
Da allora vennero chiamati stregoni.
Atsicani.
Atzinganoi.
Zingari.

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10 Risposte to “2007/5”

  1. Lara Manni Says:

    Dai commenti sulla pagina Facebook del consigliere comunale:
    -Pena di morte no?
    -olio di ricino credo sia la soluzione migliore, anche per i terroni che sinceramente l’hanno fatta davvero fuori dal vaso, nel mio quartiere si parla solo napoletano, oddio solo al pensiero se ci penso, quando cammino per strada dalle finestre dei palazzi sento l’ugola di quel vesuviano di merda di gigi d’alessio, che schifo, ma perchè non diventiamo uno stato a parte noi del veneto, assieme alla lombardia e al piemonte orientale (quello occidentale fa troppo francese frocio) e costruiamo una nostra storia costituendoci stato sovrano? avremo un posto anche nel risiko !
    – Ci vorrebbero poi 100.000 pagine di Facebook per scrivere tutte le schifezze che fanno i Rom. A calci in culo andrebbero presi tutti questi fannulloni, delinquenti e parassiti…

    Il resto qui:
    http://www.facebook.com/home.php?#!/vittorio.aliprandi/posts/182122065136416

  2. Gabriella Mariani Says:

    Non so se conosci questo bel sito che parla delle problematiche dei Rom, delle loro tradizioni e del loro rapporto con il mondo del lavoro.

    http://www.sivola.net/dblog/

    Il blog si autodefinisce una “mahalla”, un quartiere “zigano” come quelli che esistevano nei Balcani e si sono svuotati a causa della guerra e della pulizia etnica.

    E’ desolante vedere quanta gente non sa che i rom lavorano, sono muratori, panettieri, badanti… c’è anche chi si dedica alla piccola impresa, al commercio. Purtroppo devono nascondere la loro origine.

  3. Lara Manni Says:

    Non lo conoscevo! Mille grazie Gabriella, vado subito a spulciare.

  4. zeros Says:

    Il consigliere comunale è un vero elegantone, fa tristezza sapere non solo che c’è gente così, ma anche che c’è gente che lo ha votato (e come lui tanti altri) e soprattutto che si sente in diritto di dire tutte le bestialità razziste che gli vengono in mente (e temo si senta più fico e maschio proprio perché le scrive).
    Che tristezza…

  5. Lara Manni Says:

    Sai, Zeros, la mia sensazione è che ci si senta sempre più autorizzati a dire tutto. Si scambia per ipocrisia il più elementare freno alla bestialità. In alto, in basso e in mezzo.
    Tristezza. Ma anche voglia di dire basta.

  6. Andrea Says:

    Purtroppo Lara ha ragione, da un paio di generazioni a questa parte nel nord Italia non ci si vergogna più del proprio razzismo, anzi è diventato quasi un vanto. Le persone più insospettabile di qualsiasi età oggi manifestano senza pudore il proprio razzismo. Le cose non stavano così in passato, c’era comunque un substrato di razzismo, ma era una cosa che andava repressa e mai manifestata in pubblico, men che meno per iscritto. C’è sempre stata negli abitanti del Nord la sensazione di essere sfruttati e poco considerati a vantaggio del meridione e oggi, alla lista degli “sfruttatori”, hanno aggiunto anche gli stranieri (non tutti, quelli benestanti come i francesi “froci” sono rispettati e integrati e, dopo un po’ che vivono a Milano, diventano razzisti pure loro e odiano meridionali e stranieri!). Se sia meglio l’ipocrisia del passato o la sincerità meschina di oggi francamente non lo so, ma è abbastanza chiaro che il razzismo per il Nord Italia è un problema irrisolto. Tanto più che, negli ultimi anni, lo politica al nord ha lasciato carta bianca ai movimenti più beceri e xenofobi possibili e immaginabili (ricordo ancora quando, poco tempo fa, a Milano un esponente della Lega propose di separare i posti a sedere per gli stranieri da quelli per gli italiani sui mezzi pubblici). C’è una questione meridionale e c’è anche una questione settentrionale di cui pochi parlano (Lara lo sta facendo con molto coraggio) perché è una mina inesplosa.

  7. Laurie Says:

    E’ interessante, riprendendo il tuo ultimo post, che zingaro significa intoccabile. Il caro, bravo Occidente si sente così moralemente superiore che adotta le stesse discriminazioni dell’India. Non lo trovo corretto come termine, ma l’ipocrisia di certe persone è imperdonabile ai miei occhi.
    Purtroppo io so pochissimo su rom, sinti e altri popoli nomadi. Qulacosina sulla loro cultura ho trovato in libri di antropologia, e sembrano molto diversi da noi. Niente di terribile nell’essere diverso, tranne che la gente di solito non sopporto quando sei troppo diverso. Non è un problema di rom o non rom, semplicemente se non segui quello che la maggioranza ritiene come normalità sei emarginato. E allora non si sa davvero cosa fare: resistere ogni giorno o cambiare.

  8. Null Says:

    Niente male. Il consigliere comunale e i suoi degni compari dovrebbero magari leggersi questo estratto della relazione dell’Ispettorato per l’Immigrazione del Congresso degli Stati Uniti del 1912:

    “Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l’acqua, molti di loro puzzano anche perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno e alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi o petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti fra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro. I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare fra coloro che entrano nel nostro Paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali. ”

    Eh ‘sti zingari, sempre i solit…no, wait! Si sta parlando degli Italiani.
    Tanto per concludere e fugare ogni dubbio:

    “Propongo che si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri a lavorare. Si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano pur che le famiglie rimangano unite e non contestano il salario. Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud dell’Italia. Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più. La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione. ”

    Mutatis mutandis…

  9. Alessandro Forlani Says:

    …”un posto nel Risiko!”… fantastico!… 😀 😀 😀

  10. Lara Manni Says:

    Applausi, Null. Infatti. Ho raccontato la storia dei crimini di guerra italiana proprio per cercare di rovesciare il punto di vista. Finché continuiamo a ritenerci incorrotti ci faremo forza di questo per respingere ogni idea di diversità. Anche fra sinti e rom esistono criminali. Così come esistono fra gli italiani. Finché non passa questo…

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