Cattiveria e disperazione

Ho appena finito di leggere un’intervista a Umberto Eco su Il cimitero di Praga (che, invece, non ho ancora letto: il fatto è che ho una marea di libri da terminare e altrettanti da cominciare). Il Professore dice due cose interessanti.
La prima, quando l’intervistatore gli chiede come mai nel libro ci siano solo personaggi negativi, e i pochi perbene non sono esattamente baciati dalla buona sorte, Eco risponde: “Perché volevo scrivere un libro cattivo e disperato”.
Allora, mi sono chiesta come mai susciti stupore il fatto che un romanzo possa essere “cattivo”. Per riferirsi solo alle mie letture recenti, “Notte buia, niente stelle” di King è quanto di più “cattivo e disperato” mi sia capitato fra le mani. E sono quattro racconti splendidi:  dove però, come da titolo, le stelle non ci sono, e la notte è nerissima. There is no future. Inoltre, l’elenco dei libri “no future” sarebbe lunghissimo. Lo stesso Tolkien non concede molte speranze, a mio modo di vedere, ne “Il signore degli anelli”. Per non parlare di Mister Lovecraft, solo per restare nel genere. Dunque, la domanda mi ha stupito non poco: i libri “cattivi e disperati” non hanno una funzione importante, per chi legge? Anche restando al solo intrattenimento, senza scivolare in altri territori, io penso di sì.
La seconda cosa che mi ha colpita è questa. L’intervistatore fa notare a Eco che “i personaggi impresentabili” del libro sono “piccoli personaggi, non sono i grandi personaggi”. E il Professore dà una bellissima risposta, secondo me: “Questa è la funzione del romanzo storico. Anche Renzo e Lucia sono piccoli personaggi; il romanzo storico si fa attraverso piccoli personaggi, e cerca di rappresentare i grandi eventi”.
Io sono affascinata proprio da questo aspetto del romanzo storico, o della storia nei romanzi: occuparsi dei piccoli e lasciare i grandi sullo sfondo. In realtà, è quello che mi affascina anche nel racconto della storia che si va facendo, o della storia recente. Per dire, se dovessi inserire lo scandalo Parmalat in un romanzo, non ci sarebbe Calisto Tanzi.
E questo era un indizio.

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20 Risposte to “Cattiveria e disperazione”

  1. Giobix Says:

    Il protagonista del Cimitero di praga a me ha fatto venire in mente il diavolo di Simpathy for the Devil, agisce nell’ombra in tutti i momenti chiave della storia facendo il gioco sporco. Ma il tema principale del libro è l’espediente del complotto inventato per manovrare l’opinione pubblica (direi attualissimo).
    Sto leggendo Sopdet ed è abbastanza cattivo e disperato per ora 🙂

  2. Lara Manni Says:

    Lo leggerò!
    Ma io non voglio essere intenzionalmente “cattiva e disperata” 🙂 Penso che i libri siano pieni di sfumature, no? 🙂

  3. Giobix Says:

    Si, certo, ma a me piace l’inquietante 🙂 Per ora Sopdet lo è al punto giusto.
    è tanto che non vado a gorizia, non me la ricordavo così grande 😉

  4. Lara Manni Says:

    Uh? Sembra grande da Sopdet? ma guarda 🙂

  5. Laura Costantini Says:

    Uffaaaaaaaa! Devo comprare SOPDET quanto prima 🙂

  6. M.T. Says:

    Tolkien nel Signore degli Anelli a mio avviso è realista, toccando temi come la morte e la perdita che un certo ramo del genere fantasy attuale tende a mettere da parte a favore dell’happy end e di una felicità che in realtà è solo una facciata. Ma forse è più di questo: Tolkien va in profondità, quando molti autori del genere si soffermano alla superficie.

  7. Lara Manni Says:

    Tolkien, per me, offre insieme una promessa di calore, con Sam, e una certezza. Quella che un mondo è finito per sempre. E qui sì che c’è la disperazione.
    Laura. 🙂

  8. M.T. Says:

    Una profonda tristezza sempre presente questo sì: una lacerante malinconia di qualcosa di prezioso che è andato perduto e che più tornerà. Ma forse è come dici tu e c’è anche disperazione.
    M’hai fatto venire in mente una riflessione sull’attaccamento: molto interessante. 🙂

  9. Giobix Says:

    Comincio a pensare che il pistolero senza nome di Per Un pugno di Dollari fosse Hyoutsuki travestito 🙂 stessa freddezza amorale: http://www.youtube.com/watch?v=lOt1erxRzN8

  10. Lara Manni Says:

    😀
    Tu scherzi, ma i film di Sergio Leone sono parte integrante della mia formazione e dunque della mia ispirazione!!!

  11. Giobix Says:

    Beh, la scena di Hyoutsuki e Yobai che si fronteggiano al cimitero è una scena che più leoniana non si può, ho immaginato pure l’arpeggio alla Morricone 🙂

  12. M.T. Says:

    E a sua volta Sergio Leone s’ispira al grande Akira Kurosawa 🙂

  13. Lara Manni Says:

    Giobix: SI’!!!! Era quello che volevo!!!
    MT: E Tarantino si ispira a Leone. 🙂

  14. M.T. Says:

    Gira e gira tutto nasce da Kurosawa 🙂 (finché non si scopre a chi lui s’ispirava 😉 )

  15. Giobix Says:

    Beh, Kurosawa si ispirava molto al western di John Ford, in patria era spesso accusato di essere troppo occidentale.
    Pare che la storia sia andata così: Leone aveva visto Yojimbo e notato i forti riferimenti western, poi ne aveva parlato con lo sceneggiatore Tessari e avevano deciso di copiarl…coff coff, volevo dire ispirarsi.
    Di fatto la storia è quella, ma la messinscena di Leone è rivoluzionaria e assolutamente personale. Anche l’ironia e i dialoghi sono italiani doc, alla sceneggiatura lavorò anche Fernando Di Leo(non accreditato) altro regista idolo di Tarantino.

  16. Disperazione. Stanchezza. Libertà. « Le Strade dei Mondi Says:

    […] Stanchezza. Libertà.By M.T., on febbraio 20th, 2011Sul sito di Lara Manni, in questo articolo , si parla di come Tolkien nel Signore degli Anelli non dia molto spazio alla speranza. Temi come la […]

  17. Ema Says:

    La notevole figata del protagonista del Cimitero di Praga è che si tratta, in fin dei conti, di un personaggio davvero piccolo. Piccolo, odioso, fallibile, con un unico talento particolare ma non unico. Un personaggio che manovra, ma soprattutto è manovrato, da altri pesci più piccoli e più grandi di lui, che a loro volta manovrano altri che manovrano i “grandi” nomi. E a quel punto ti fa chiedere: ma sono davvero questi “grandi”, i motori della Storia?

    PS Ma non era “I magnifici sette” ispirato a Kurosawa?

  18. Francesca Says:

    C’e’ un’esordiente italiana, Viola DiGrado, il cui libro Settanta Acrilico Trenta Lana e’ la cosa piu’ brutalmente disperata che abbia mai letto…ma ancora bellissima.

  19. Lara Manni Says:

    Francesca, voglio leggerlo, ne sento dire un gran bene.

  20. M.T. Says:

    Ema: sì I Magnifici Sette s’è ispirato a I Sette Samurai

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