Gradite una tartina, un libro, un assegno?

Avete presente le lamentazioni e le accuse che vengono rivolte, in ambito letterario e non solo, a chi si occupa di libri sui giornali e sulle riviste? Immagino di sì, e sono più o meno simili: si recensiscono solo gli amici, si fanno “marchette”, si ricevono somme sottobanco dagli editori. Basta fare un giretto e si leggono migliaia di questi commenti.
E i blog? Ah, per Giove, i blog sono liberi, i blog non rispondono a nessuno, i blog sono indipendenti e non hanno padroni.
Non è proprio così, comincio a pensare. Qualche settimana fa, per esempio, ha fatto il giro della rete (letteraria) un post dello scrittore Christian Raimo, dove si racconta della convocazione da parte di Mondadori di alcuni blogger in un albergo romano. Motivo? Capire come tira l’aria sul web. Insomma, una vera e propria consulenza. In cambio di uno squisito aperitivo.
Sempre qualche settimana fa,  Stefania Auci aveva scritto un’interessante riflessione su blog e libertà di parola, che trovate su Diario di pensieri persi.
Insomma, che si tratti di una tartina o di un libro in omaggio,  la libertà dei blogger è molto spesso oggetto di mercato: anzi, di marketing.
Ieri è capitato a me. Ricevo una mail da una “giovane agenzia web”. Non la cito, per correttezza.  Chiedono se io sono io. Sì, rispondo, sono io. L’offerta è immediata:  pubblicare sul blog “un redazionale” che sembri in tutto e per tutto un post come gli altri. Non importa se parla di cinema, libri, o attualità. Purché contenga un link a un determinato sito. Mi vengono inviati degli esempi: su blog dove si parla di serie televisive, cinema, cronaca. Con link. L’offerta, qualora accettassi, è di ottanta euro.
Evidentemente ho detto no. Non perché sia una pura e dura, ma perché credo che se un blog ha una risorsa, quella si chiama credibilità. E va difesa, per il bene del blogger e dei suoi lettori.  La pubblicità è una nobile arte: ma dev’essere chiara, a mio modesto parere. Anche il marketing è pratica piacevole e divertente: ma dev’essere evidente dove comincia e dove finisce.
Detto questo, nessun anatema su chi accetta: ottanta euro fanno sempre comodo, di questi tempi. Però, ancora una volta, la questione è una: il disclaimer, per favore.

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27 Risposte to “Gradite una tartina, un libro, un assegno?”

  1. Mele Says:

    Come disse il poeta: “La verità, vi prego, sul disclaimer!”

  2. Lara Manni Says:

    Esatto 🙂

  3. Giobix Says:

    il primo istinto appena ho letto 80 euri è stato di aprire un blog discarica da riempire di link, una frazione dopo ho capito che però ti hanno soppesata, si vede che hai una buona “street credibility” come dicono i rapper 🙂

  4. Lin Says:

    È una tendenza che avevo notato anche io, e lo scrivevo un po’ di tempo fa su questo blog: la spinta propulsiva dei blogger mi pare esaurita. Il post che hai fatto ieri, sul fatto che le case editrici investiranno sul marketing, è illuminante.
    Faranno sul web, in pratica, quello che già fanno in libreria: inonderanno gli scaffali virtuali come facevano con quelli fisici.
    Peccato. C’è da dire che il web è ampio. Spero che ci saranno sempre blogger che, non essendo famosi e appetibili, non saranno considerati “abili per l’arruolamento”. Poi ci saranno i forum. aNobii. Spero in questi per capire cosa leggere e cosa no, nell’offerta che si
    fa sempre più incasinata.

  5. Lara Manni Says:

    Lin. Ci sono e ci saranno anche i blogger che dicono no. E, anche fra i famosi e appetibili, sono certa che ce ne siano parecchi.
    Giobix: prova 😀

    • Giobix Says:

      No, ci vuole la street credibility costruita nel tempo, nelle discariche non va nessuno 😉
      Invece ho paura che a qualche logger “non famoso” potrebbe bastare anche la promessa di essere linkato qua e là…

  6. isabellamoroni Says:

    in alcune tipologie di blog è pratica normale. alcune persone vivono di questo (ad esempio i fashion blogger, i food blogger o le mamme blogger), ma il punto è proprio il mitico disclaimer.
    Credo che per chiunque sia importante dividere i propri contenuti dall’ospitalità di pubblicità più o meno inerente agli argomenti trattati.
    E’ la modalità “sotterranea” che non può andare. Ed è, secondo me, a questa che occorre di re no. Decisamente. Con un disclaimer? Anche.

  7. Lara Manni Says:

    Non solo. In un accordo economico e lavorativo, bisogna sempre valutare il rischio d’impresa. Un’azienda che investe in un blog perde, al massimo, qualche euro, o qualche gadget. Un blog può perdere la street credibility di cui parla Giobix. Dunque, la sua stessa ragion d’essere.

  8. hetschaap Says:

    Penso che a tutti coloro che hanno un blog faccia piacere l’apprezzamento di ciò che scrive. E proposte del genere, sono sicuramente indice di apprezzamento perché dimostrano che quel determinato blog è tenuto in considerazione. Poi uno sceglie come meglio agire. Ma il disclaimer è moralmente necessario. Non c’è dubbio!

  9. M.T. Says:

    Sempre una questione di soldi. La scelta è se accetarli o comprendere che per essi non si può fare un compromesso con la credibilità. Occorre saper distinguere cosa ha più valore e considerare che per farsi una reputazione occorre tempo e fatica; per perderla bastano pochi secondi.

  10. Lara Manni Says:

    Hetschaap. Il problema è che cedere all’autocompiacimento è pericoloso e rende meno lucidi. Insomma, io non me la sento di gettare la croce su chi accetta, quanto su chi propone. Perché non riesco a credere che non si possano cercare e trovare vie promozionali meno ambigue.

  11. icittadiniprimaditutto Says:

    Reblogged this on i cittadini prima di tutto.

  12. Depressione – Libri Biologici | Hipster Mind Says:

    […] scanso di equivoci, prima di inciampare soffocando nel mio vomito, andate a leggetervi questo e questo dal blog di Lara Manni – a proposito il 17 febbraio è uscito il suo Tanit e no non […]

  13. Ilaria Says:

    Il fatto è che mettere il disclaimer, in questi casi, è onesto ma allontana, perché chi arriva su quel blog viene avvertito che esso ha (anche) una finalità pubblicitaria e questo te lo fa sentire un po’ “falso”. Concordo sul fatto che a rischiare la propria credibilità è il blogger. Tra i blogger da me seguiti nel tempo, ad alcuni sono capitate offerte del genere. Alcuni hanno correttamente messo l’avvertimento “articolo sponsorizzato” in fondo ai post in cui pubblicizzavano qualcosa, altri non lo hanno messo ma si capiva lontano un miglio che stavano facendo pubblicità mascherandola da “chiacchiera da post”. In entrambi i casi, a poco a poco mi sono allontanata da questi blog perché mi infastidiva l’idea che quel tono autentico da blogger che cercavano di continuare a usare in realtà non fosse più tanto autentico. Se capitasse a me, non accetterei proprio per questo motivo… Poi ci sono blog che sembrano “veri” ma nascono proprio come pubblicitari.

  14. Lara Manni Says:

    Per quello, Ilaria, sostengo che si tratta di miopia delle aziende: non credo che otterranno molto, sulla lunga, in questo modo. A me la pubblicità piace: quando è intelligente, divertente, onesta. Mi sembra che le tre cose manchino, da ultimo 🙂

  15. zauberei Says:

    La mia amata nonsolomamma – che col libro del suo bloggherello ha fatto sulle 30000 copie – è mammabloggher eppure non accetta sponsor.
    Io per ora non ho ricevuto offerte degne. Distinguo e critico tra chi pretendere di fare la pubblicità apparentemente occulta (Mele è un genio in questo senso:) usando la materia narrativa e chi invece per esempio conoscendo i temi di un blog chiede di pubblicizzare un prodotto. Il secondo caso a me pare poco invasivo – quando si entra nel merito di quello che si scrive allora è grave.
    Però si rimane il fatto che il blogger è nella posizione di scrivere come cazzo gli pare e poi dire si o no, alla vendita della sua libertà, quando dice si – allora la perde. Questa cosa lo mette all’inizio sempre in una posizione diversa da chi fin dall’inizio deve obbedire a delle regole, per un verso o per l’altro

  16. Lara Manni Says:

    Be’, se io scrivessi, mettiamo, un blog cuciniero e venissi contattata dalla Barilla perché i suoi rigatoni sì che permettono la miglior carbonara dell’emisfero, forse avrebbe un senso. Però direi no lo stesso, personalmente: perché comunque sia, come dicevi giustamente, perdi libertà, mentre la Barilla non perde nulla. Insomma, credo che non sarebbe sbagliato cominciare (continuare?) a parlare di deontologia, fra i blogger.

  17. Valberici Says:

    http://www.repubblica.it/tecnologia/2012/02/25/news/sistemi_collaborativi_sul_web-29539563/ 🙂

  18. valentina Says:

    mi viene in mente l’uso (servile, causale, ecc) di molti ‘condividi’ dati su facebook. sono d’accordo sul fatto della web credibility, non ci s può piegare a certe offerte, neanche se gli euro fossero stati 800.
    ma quanti in realtà preferiranno farlo ‘per un pugno di euro’??

  19. Lara Manni Says:

    Valberici: interessante 😀
    Ci si può anche piegare, Valentina: ma quel che sostengo è che non ne venga un granché in tasca a nessuno, neanche al committente.

  20. Matteo Says:

    Dillo che Stefania Auci di euro te ne ha dati 90 però! Scherzo. 😀
    Sono d’accordo con te, la pubblicità dev’essere riconoscibile come tale per quanto chi la propone sa che risulta molto più efficace fatta così, come consiglio spassionato che, per esempio, attraverso un banner lampeggiante.

  21. Lara Manni Says:

    Novecento, semmai 😀

  22. Perché Dostoevskij è un grande scrittore (e Grisham è solo commercio)? « goodthing.it Says:

    […] Oggi è più appropriato del solito, soprattutto in considerazione di alcuni recenti (?) sviluppi nel panorama dei blog di argomento letterario, o di vocazione affine, la cui  mission, come […]

  23. Lara Manni Says:

    I commenti al post qui linkato sono chiusi. Dunque, rispondo qui: mi complimento per l’erudizione della disamina. Resta il fatto che mi sembra ingeneroso applicare il pensiero di Foster Wallace ai piccoli tempi e ai “piccoli autori” contemporanei. Il blogging è un fenomeno articolatissimo: e, a mio umile parere, non è solo sugli autori che va gettata l’onta. Ma sul malinteso – e spesso idiota – uso del marketing. Saluti.

  24. Massi Says:

    Adesso i commenti non sono più chiusi. Mi sono accorto dell’inconveniente (del tutto involontario) passando da queste parti poco fa, quindi grazie. Chiedo venia, non era certo mia intenzione chiudere le porte. Al contrario ogni tanto provo a scrivere qualcosa proprio per capire meglio le cose del mondo e più contributi ci sono più l’intento può valere qualcosa.
    http://www.goodthing.it/php/wordpress/?p=3485

  25. Lara Manni Says:

    Grazie, in effetti mi suonava strano, conoscendo goodthing 🙂

  26. Libri Biologici | I Diari del Navigator Says:

    […] scanso di equivoci, prima di inciampare soffocando nel mio vomito, andate a leggervi questo e questo dal blog di Lara Manni – a proposito il 17 febbraio è uscito il suo Tanit e no non […]

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