La spaventa la ripetitività?
E’ molto pesante in tutto quello che sta attorno allo scrivere. Il momento in cui pensi a un libro o lo scrivi la ripetitività non conta nulla. Perché il talento dell’artigiano è di essere nato per fare quel certo gesto. In fondo, se non ci si emoziona nello scrivere vuol dire che non si era portati per fare quello.
Quanto è importante l’ispirazione?
In senso romantico non esiste più l’ispirazione. Era il nome che una certa civiltà dava a quella cosa. E noi non usiamo neanche la furbizia che c’era dietro quel nome. Non serve più. Però è vero che accadono due cose: una è l’attimo di nitore che hai quando scegli di fare proprio quel libro e non i restanti tre che hai in testa. L’altra è che ci sono dei momenti in cui effettivamente scrivi meglio, sei uno stato di felicità narrativa. Come accade a una squadra di calcio. Improvvisamente undici giocatori trovano la mezz’ora in cui giocano divinamente. Ma alla fine la forza di un libro sta nel duro lavoro, è il raccolto di una semina mostruosa.
(Intervista di Antonio Gnoli ad Alessandro Baricco, Il Venerdì)