Fuoco, pensa.
Pensa che il rumore è innocente: come carta arrotolata fra le dita, almeno all’inizio. Come quella volta che dormiva nella sua prima tenda, e non si era accorta che i vicini avevano acceso il fornello a gas e che la loro canadese si era incendiata in un soffio, e lei aveva sentito solo un crepitio e si era svegliata a metà, perchè il rumore era così leggero. Ma così sbagliato, si era detta poi, ed era uscita strisciando sulle mani e le ginocchia, più veloce che poteva, e la cenere si era posata sul suo viso, come petali su una sposa.
Fuoco, dunque.
Ma non c’è bisogno di fiamme che consumino boschi, di capelli di streghe che risplendano della luce rossa dei roghi, dell’incendio finale che disintegra il Walhalla e riduce in polvere gli dei.
Basta questa piccola fiamma.
Prende l’accendino, le piacciono quelli usa e getta, i più piccoli, quelli che si perdono in fondo alle tasche e nelle pieghe delle borse. Fa scattare la rotella. La fiamma è azzurrina e nera e gialla, e il nero, allungandosi verso l’alto, sembra una nicchia vuota.
Cosa lascerà nella nicchia, conservandolo per sè?
Non molto.
Quello che è stato già scritto, quello che ha appena cominciato, quello che è ancora un’idea, qualche riga su un quaderno nero, neanche un file aperto, per ora, sul suo computer. I compagni di strada di ieri, quelli che sono rimasti, e quelli di oggi. I libri da leggere. Le sigarette di cui, no, non farà a meno. Il bicchiere di vino bianco, la sera, quando si affaccia alla finestra e ricorda, tutte le volte, che quando la luna forma una D è crescente, e se forma una C, invece, decresce, perchè la luna ragiona al contrario.
Brucerà il resto.
I falsi amici che hanno calcolato con cura il momento in cui ferirla e l’ansia in cui è stata costretta, o forse ci si è costretta da sola, chi lo sa, e tutte quelle volte in cui si è detta non sono capace e…
Posa l’accendino.
Invece no. Non brucerà nulla e porterà tutto con sè. Perchè ogni cosa ha un suo senso, e basta riporla nei cassetti come un maglione che non si ha più voglia di mettere, e prima o poi ci si accorge che è utile e persino decente. Magari, proverà a non farsi bruciare, anche se non è possibile, e forse neanche giusto.
Questa sera c’è la luna piena.
E’ un bel modo per salutare un anno, pensa.
Niente di cui rattristarsi ha la luna
che guarda dal suo cappuccio d’osso
Neanche io, in fondo, pensa. Davvero.
Ps. Buon anno a tutti, davvero tutti, e davvero di cuore.