Ci siamo. Il capitolo tredici di Sopdet è stato duro da scrivere (perchè lo volevo molto, ma molto cupo), ma il quattordici mi sta già guardando malissimo.
Parliamone fuori dai denti: come vi trovate a scrivere una scena erotica? Perchè c’è poco da fare, nonostante tutto (e per tutto intendo la facilità con cui si scrive di sesso un po’ ovunque, mica solo nelle fanfiction), per me la faccenda resta complicata.
Numero uno: perchè ho paura di scadere nella macchietta (esempio classico di tre quarti di fandom: “urlarono e vennero”. Il che, come ha sottolineato un’arguta commentatrice, sembra la didascalia dell’offensiva dell’esercito mongolo).
Numero due: perchè ho paura di essere poco credibile: è dannatamente difficile descrivere bene, con la dovuta tensione e la giusta passione, un amplesso. Per esempio: come definire le…ehm…parti coinvolte? Nome anatomico? Nomignolo? Censura e si trova un sinonimo? Altro?
Numero tre: il famoso point of view. Finchè è femminile, nessun problema. Ma poi la ripresa cambia, e si passa al personaggio maschile. E qui, si va per ipotesi e tentativi, per forza di cose: a meno di non essere un ermafrodito (no, non è il mio caso).
Numero quattro: il lettore. Sì, proprio tu/voi. Quanto ne rimarrà turbato? Quanto coinvolto? Quanto emozionato? Certo, vale per ogni scena, ma ho come idea che in questi casi l’attenzione di chi scrive vada raddoppiata per non infrangere il famoso “patto”.
Numero cinque: la delicatezza. Le scene di sesso “una botta e via” non mi hanno quasi mai convinta. Da lettrice, ho amato semmai quelle più lente, quasi esasperanti: che sono molto più difficili, però.
Ma chi caspita me lo fa fare, eh?