De te fabula narratur.
Accidenti quanto è vero. Pensavo poco fa al fatto che, in una fan fiction, noi cerchiamo, è vero, di lavorare su una storia che amiamo.
Ma cerchiamo anche noi stessi.
Lo so che è banale, ma la scrittura è fatta anche di banalità. Di banalità importanti, magari. Come dice il Maestro, scrivere è un gesto di teletrasporto: se io dico (lui, King) c’è un coniglio su una tovaglia rossa e questo coniglio ha il numero otto sulla schiena, ebbene, tutti lo vedranno. Magari per qualche lettore il rosso della tovaglia sarà quasi violetto, per un altro più simile al rosa. Oppure il coniglio sarà bianco, o fulvo. Ma sempre sulla tovaglia starà, e sempre un otto sulla schiena porterà.
Dunque, riconoscimento.
Dieci anni fa avevo un’ossessione per il cibo. Nel senso che mangiavo molto poco. Niente di serio, per carità, nessun disturbo alimentare: semplicemente, mi controllavo molto, ed ero arrivata a pesare cinquantatre chili, che per una alta come me sono circa dieci chili in meno del peso forma. Bene, in quel periodo leggevo e rileggevo La montagna incantata di Thomas Mann. Ma non solo perchè è un capolavoro di tutti i tempi: ma perchè era pieno di descrizioni di pasti. I pasti del sanatorio. Formaggi sgocciolanti. Minestre di legumi. Arrosti speziati. Dolci al cucchiaio. Me li ricordo come se fosse ora. E io “mangiavo” attraverso le parole di Mann. Trovavo me stessa, o quella parte di me che in quel momento non voleva saziarsi, in quei banchetti.
A pensarci bene, si cerca sempre qualcosa che ci manca, e insieme qualcosa che si è, dentro una storia. Per questo amo così tanto King: perchè riesce a raccontare la realtà vera, quella di tutti i giorni e poi, zac, apre uno squarcio sull’immaginazione pura e galoppante. King ha avuto un grave incidente, otto anni fa: è stato investito da un furgoncino e ha avuto fratture gravissime. La parte destra del suo corpo era straziata. Bene, chi ha letto i suoi libri, Torre nera inclusa, negli ultimi otto anni, ritrova continuamente quell’incidente, mascherato in varie forme. Anche in Duma Key, al protagonista manca il braccio destro, a seguito di una catastrofe automobilistica.
King scrive di sè, io riconosco nella sua parte biografica qualcosa di mio. Non un incidente, ma, per esempio, l’insofferenza verso i “bravi cittadini”, la ribellione, il desiderio di sognare.
Il coniglio con l’otto sulla schiena.
Ecco, quello che vorrei, con tutto il cuore, è riuscire a trasmettere conigli anche io.