Ho il computer sulle ginocchia e vedo il mare, e vedo anche la mia amica Martina che mentre scrivo sta sprofondata su una sedia di vimini a leggere. Quadretto classico da vacanza.
La mia amica Martina è quella che qualche tempo fa mi ha regalato L’ospite di Stephenie Meyer metendomi in difficoltà: dirle o no che davanti alla parola Meyer rischio la crisi allergica? Non gliel’ho detto.
Però la testona sta leggendo adesso Il diario del vampiro, di tale Lisa Jane Smith, che da quello che ho capito è la stessa solfa. Così si presenta il libro, attenti:
“Elena Gilbert è una ragazza d’oro, è bella, è brillante, ha tutto nella vita. Ma le sue giornate non hanno nulla di eccitante. Così, alla ricerca del brivido, intreccia una relazione con il tenebroso Stefan. Ma Stefan nasconde un segreto, un segreto misterioso che potrà sconvolgere per sempre la vita della protagonista… Ha inizio per Elena la più affascinante e pericolosa delle avventure. Una storia d’amore e odio, di luce e ombra, in cui Stefan e Damon, due vampiri fratelli, avversari in una guerra millenaria, si contenderanno il cuore della ragazza e il suo destino”.
Ora, credo che il vampiro diaristico sia troppo pure per Martina, perchè da mezz’ora bofonchia ripetendo la parola “fake”. Dopo aver gongolato in segreto (IO mi sono portata i racconti di Lovecraft da rileggere), le ho chiesto che avesse da brontolare.
“E’ uguale”, mi ha detto lei. “Uguale a Twilight. Con la differenza che Elena è più scema di Bella. Per il resto c’è il vampiro buono, quello cattivo, i sensitivi. Tutto, pure la pelle diafana”.
A quel punto ho sghignazzato e le ho detto che l’uso dell’aggettivo diafano andrebbe proibito a tutti dopo Edgar Allan Poe.
Mi ha tirato il libro, ma non mi ha presa.
Però, possibile che stiano uscendo tutti questi romanzi con vampiro strafigo? Possibile che i vampiri siano diventati i nuovi eroi delle ragazzine? E possibile, soprattutto, che pubblicare un libro sia diventata più una faccenda di ormoni che di qualità?
Insomma, io vado in caccia da anni di buoni romanzi vampireschi dopo Le notti di Salem e dopo la prima e unica Anne Rice che mi sia piaciuta (Intervista col vampiro, appunto). E non li trovo. Ma ad un vampiro come Edward e questo Stefan pianterei non un paletto, ma un intero frassino nel cuore.
E’ che il mare rende nervosi!