Archive for 9 settembre 2008

I bioritmi di Grisham

settembre 9, 2008

Ma sì, facciamoci del male. Dopo una notte quasi insonne, apro il giornale e leggo su Repubblica una lunga intervista a John Grisham. Che io non amo troppo, anzi non è proprio il mio genere. Però, leggo lo stesso,  visto che si parla dei segreti della scrittura. Hai visto mai.

Dal giorno in cui mi viene l´idea di un libro incomincio a organizzare il materiale, per cui quando mi accingo a scrivere le prime parole del testo so già perfettamente come si svolgerà la vicenda. Nel periodo successivo, che può durare anche vari mesi, mi documento a fondo sul tema; e infine arriva il momento di mettermi a scrivere. Questa fase dura da quattro a sei mesi. I preliminari possono variare, ma il grosso del testo, lo butto giù in 90 giorni circa.

Novanta giorni? Ecco, appunto, io sono già a nove mesi per Sopdet
Vabbè, passiamo alla giornata tipo.

Mi alzo prestissimo, alle sei. Prendo un caffè molto carico e mi chiudo nel mio studio. Vivo in campagna, 15 miglia a Sud di Charlottesville, e nel mio ufficio non ho né il telefono né il fax, e neppure Internet: nulla, silenzio totale. Alle sette del mattino mi metto a scrivere a ritmo sostenuto. Ho imparato con gli anni che per me le ore più proficue sono quelle del mattino, tra le sette e le dieci; perciò cerco di approfittarne evitando ogni interruzione. Dopo le dieci la mia mente incomincia a divagare, e alle undici vado avanti praticamente senza più carburante. Solo di rado una sessione di lavoro si prolunga fino a mezzogiorno. Detto così, non sembra che la mia giornata lavorativa sia molto dura; ma di fatto scrivere ininterrottamente per quattro o cinque ore è estenuante.

Ecco, mi alzo alle sette. Però la mattina sono un disastro: il mio picco è fra le tre e le sette di pomeriggio, invece….Ma ieri ho scritto solo mezza cartella. E l’altro ieri solo due e mezzo! E poi ho Internet, le interruzioni e non vivo a Charlottesville. Sarà questione di bioritmi o di pigrizia?
Andiamo avanti.

Stephen King, che da parecchio tempo riesce a pubblicare anche due libri in un anno, ha fatto un´osservazione molto interessante: quando uno scrittore arriva a questo punto, i critici rinunciano a occuparsi di lui: è una grande vittoria. Quando l´autore rimane a tu per tu con i suoi lettori, la critica diventa irrilevante.

Ho capito. Passo alla pagina degli Esteri.